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TFF 34: il punk, le mucche e tutto il resto!
di Roger Tornhill ultimo aggiornamento
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Da buona ultima, ma solo in ordine di tempo dopo Venezia e Roma, anche Torino si appresta a vivere una decina di intensi ed euforici giorni nel segno del grande cinema. Il 34° TFF è ormai alle porte (dal 18 al 26 novembre) e mercoledi 9 novembre a Roma e Torino si son tenute le conferenze stampa di presentazione del festival: abbondante e ricchissimo come sempre il menu cinematografico che si prospetta, con un variegato ventaglio di offerte ancora più ampio del 2015. Forse perfino troppi film si disse, ma augurandosi che la selezione abbia rispettato i buoni standard qualitativi del passato, non ci sarà che l'imbarazzo della scelta nel farsi il proprio personalissimo programma di visioni. Da sempre infatti son talmente tanti e diversificati gli argomenti, i generi, gli stili cinematografici, che è quasi impossibile non trovare qualcosa di interessante. Quest'anno sono 158 i lungometraggi, di cui 43 anteprime mondiali, 25 anteprime internazionali e 73 anteprime italiane. Impossibile in queste righe quindi riassumere l'esperienza totale del TFF.Come spesso capita infatti si potrebbe restare stupiti in positivo proprio da titoli che magari sulla carta appaiono meno accattivanti e scovati quasi per caso tra le pieghe del ricco programma, che qui potrebbero mancare unicamente per ragioni di spazio. Il consiglio quindi, se foste interessati a fare un salto a Torino, è quello di cercare informazioni molto più approfondite sul sito ufficiale del festival www.torinofilmfest.org lasciandovi trasportare anche dal vostro intuito e dalla vostra ispirazione, è anche un po' questo il divertimento che fa parte del gioco. Questo scritto vuole solo essere una sorta di bussola in cui provare ad orientarvi tra le varie sezioni, dandovi giusto una piccolissima idea di ciò che si vedrà, cercando di solleticare la vostra curiosità che si spera sarà ben ripagata da ottime visioni.

La sezione principale è ovviamente quella del concorso, Torino 34, con 15 film opere prime, seconde o terze inedite in Italia, e privilegia da sempre gli esordienti o quasi, tra cui la giuria - presieduta dal direttore della fotografia Ed Lachman (nel suo curriculum molti film di Todd Haynes, tra cui l'ultimo Carol e Lontano dal Paradiso per cui fu candidato all'Oscar, Wenders, Herzog, Soderbergh, Altman, Schrader e molti altri) - decreterà il vincitore. Tanti i paesi in gara con film da Argentina, Austria, Belgio, Cambogia, Canada, Cile, Cina, Francia, Germania, Inghilterra, Italia, Messico, Serbia e Stati Uniti. Uno soltanto quest'anno il titolo italiano in gara (nel 2015 furono tre): I Figli della Notte, di Andrea De Sica. Per chi volesse approfondire tutti i titoli in lizza per il miglior film vi rimando a questo post della redazione, in cui troverete tutte le schede. E un altro grande direttore della fotografia come Christopher Doyle (8 film con Wong Kar-wai e con Jarmusch, Levinson, Kaige, Yimou, Shyamalan, Jodorowsky e altri) verrà insignito del Gran Premio Torino e omaggiato con la proiezione del documentario sulla sua movimentata e avventurosa vita, Wind, di Saw Tiong Guan e l'ultimo film a cui ha collaborato, il poliziesco hongkonghese Port of Call, di Philip Yung.

Ma non solo del concorso vivono i festival e il TFF non fa eccezione: la sezione Festa Mobile propone succose anteprime di film molto attesi e ancora inediti, oppure quelli ritenuti tra i migliori e più interessanti presentati nel corso dell'anno nei più importanti festival internazionali. Il festival di Torino apre le danze con Between Us di Rafael Palacio Illingworth, con Olivia Thirlby (Juno) e Ben Feldman (Mad Men), commedia drammatica su una coppia felice che va improvvisamente in crisi proprio quando è ormai prossima al matrimonio e si chiuderà con Free Fire, il nuovo film di Ben Wheatley, con Sharlto Copley, Brie Larson (fresca di Oscar per Room) e Cillian Murphy, che al TFF 2015 presentò High Rise, film interessante ma che alla proiezione divise molti utenti di FilmTV, (e anche qui sul sito: recensione positiva di munnyedwards, sufficiente per Alan Smithee e un po' meno per  maurizio73 e commento negativo di Marcello del Campo).

Ma si vedranno anche Sully, atteso film di Eastwood con Tom Hanks e Aaron Eckhart, sulla storia del pilota che nel 2009 salvò molte vite ammarando col suo aereo sull'Hudson, Free State of Jones di Gary Ross, con Matthew McCounaghey (recensione di Alan Smithee) Storia semi sconosciuta, ambientata alla fine della Guerra di Secessione, dove un disertore dei confederati creò uno stato autonomo ed antirazzista. Inoltre due film - uno nel concorso, Christine di Antonio Campos, mentre in questa sezione vedremo la docu-fiction Kate plays Christine di Robert Greene - che con stili diversi raccontano la stessa storia. Quella di Christine Chubbuck, la giornalista che nel 1974 si suicidò in diretta TV, ispirando poi quel grande film che è Quinto Potere di Sidney Lumet (qui recensione di GIMON 82, qui di kotrab).

Su un versante decisamente più leggero pare sia da non perdere la commedia demenziale francese La Loi de la Jungle, di Antonin Peretjatko, con Vincent Macaigne, Vimala Pons e Mathieu Amalric. Ma la vera star femminile del TFF sarà lei, anzi elle, la grande Isabelle Huppert che vedremo in ben due film da non perdere: Elle di Paul Verhoeven in concorso all'ultimo Festival di Cannes (che finora convince quasi tutti su FilmTV, con un buon commento di Marcello del Campo e uno negativo per giovenosta, che promuove solo l'attrice e le recensioni positive di Kurtisonic e di Alan Smithee) e in L'Avenir di Mia Hansen-Løve, che ha vinto l'Orso d'Argento per la regia all'ultimo festival di Berlino (recensione di Alan Smithee ).
E sempre da Cannes altro titolo da non mancare a Torino è L'économie du couple di Joachim Lafosse, con Bérénice Bejo e Cédric Khan nei panni di una coppia in crisi che affronta una convivenza forzata, costretta da problemi economici e per amore dei figli (recensione positiva del "solito" Alan Smithee, che beato lui non se ne perde uno). O l'atteso ritorno di Alain Guiradie, con Rester Vertical (recensione sufficiente di Alan Smithee, ancora lui) storia di paternità e amori passionali che non mancherà di far discutere come il suo precedente film, l'acclamato Lo sconosciuto del lago (qui sul sito piaciuto quasi a tutti: recensione positiva di EightAndHalf, e qui stroncatura di Miss Brown).

locandina

La loi de la jungle (2016): locandina

Ma ci saranno anche altri grandi nomi del cinema d'autore: Danis Tanovic (Oscar 2002 per No Man's Land, qui recensione positiva di yume e qui di degoffro) con Death in Sarajevo, Orso d'Argento - Gran Premio della Giuria a Berlino 2016, il nuovo film di Brillante Mendoza (premiato a Cannes 2009 per la regia di Kinatay, recensioni positive di bradipo68, di nickoftime e di supadany) , che torna a Torino con Ma' Rosa (recensione positiva di...sempre lui!), storia di quotidiani degradi e drammatico iperrealismo in quel di Manila, premio per la miglior interprete femminile a Cannes 2016. E per i tanti suoi fans che certo non si faranno spaventare dalla durata (ma è proposto anche diviso in due parti) il profluvio di immagini di ben 8 ore (nella norma per lui) di Lav Diaz (recente Leone d'Oro a Venezia con The Woman Who Left, recensioni più che positive di nickoftime, di EightAndHalf e di voi sapete chi...) con il suo film precedente, A Lullaby to the Sorrowful Mystery, premiato anche lui col terzo Orso d'Argento - Alfred Bauer all'ultima Berlinale.

Tra i titoli italiani di questa sezione citiamo Andrea Molaioli (La ragazza del lago, recensione positiva di LorCio e negativa di Dying Theatre) che adatta un romanzo di Nick Hornby trasferendolo però a Roma in Slam – Tutto per una ragazza, il mockumentary Sono Guido e non Guido di Alessandro Maria Buonomo, dedicato allo stralunato e (auto)ironico poeta Guido Catalano (una celebrità a Torino, ma ormai noto un po' ovunque) che si preannuncia molto divertente; Steve Della Casa che in Nessuno ci può giudicare riflette sul cambiamento che interessò gli anni '60 anche attraverso l'avvento del rock e del successo dei musicarelli, mentre Daniele Segre rievoca la Resistenza portandoci la testimonianza e il racconto di alcune anziane partigiane piemontesi in Nome di battaglia Donna.

Non solo anteprime al TFF, ma anche ottimo cinema del passato e film restaurati nel ricordo di anniversari importanti e grandi autori. Omaggio al Duca Bianco, David Bowie, fin dal manifesto del festival - che rielabora una scena di Absolute Beginners - con la proiezione di Furyo di Nagisa Oshima (qui l'ottima recensione di spopola e quelle di fixer e di yume)  e al grandissimo Michael Cimino con la proiezione restaurata di uno dei capisaldi della New Hollywood e del cinema di ogni tempo, Il cacciatore. Un film semplicemente magnifico, da vedere e rivedere, ancora di più su grande schermo (qui recensioni di steno79, di GianniSV66 e hallorann).

E ad un secolo esatto dalla sua uscita uno dei capolavori della settima arte, Intolerance di D. W. Griffith, anche qui in versione de luxe, nel restauro curato dal MoMA di New York (recensioni entusiaste di EightAndHalf, di panflo, di FABIO1971, di steno79 e di mm40) e un grande noir, seppure tra i suoi titoli meno noti, di Otto Preminger, Where the sidewalks ends (recensioni positive di teaestefano, di mmciak).  Tra gli italiani verranno ricordati Gillo Pontecorvo con Giovanna, mediometraggio a forte tematica sociale facente parte di un progetto a episodi sulle donne mai realizzato (La rosa dei venti) e il re dei melodrammi, Raffaello Matarazzo, con il restauro di Giuseppe Verdi (recensione positiva di luisasalvi) e il cult La nave delle donne maledette (promosso da LIBERTADiPAROLA75 e bocciato da alfatocoferolo). E tra gli attesi ospiti del festival uno dei suoi ex direttori, Nanni Moretti (anzi due, perché ci sarà anche Gianni Amelio) a presentare il restauro di uno dei suoi film più amati e profetici: Palombella rossa (recensioni positive di Ivs, di LorCio, di tafo, di barabbovich e di ligeti)

Spazio anche al Guest Director Gabriele Salvatores (di cui nella sezione della retrospettiva SF si vedrà il suo Nirvana, qui recensione positiva di hallorann e negativa di maurizio73) che nella rassegna da lui curata che cita Rafelson, Cinque pezzi facili (recensioni positive di chinaski, di Stuntman Miglio e di jonas) ci racconterà come a volte i film possano cambiare la vita. In questo caso la sua, ma non solo, che pareva ormai “segnata” da un destino avvocatizio e che grazie anche alla visione di questi (e altri) film ha preso tutta un'altra strada. Sarà un ottima occasione per (ri)vedere sul grande schermo cinque grandi film scelti dal regista milanese: Jules et Jim di François Truffaut (recensione di baliverna e di Carlo Ceruti), Blow-Up di Michelangelo Antonioni (recensioni positive di maso, di FABIO1971 e del "pentito" ed wood), If... di Lindsay Anderson (recensioni di bradipo68 e di kurtisonic), Alice's Restaurant di Arthur Penn (recensioni positive di spopola e di keith76) e The Strawberry Statement (Fragole e sangue) di Stuart Hagmann (recensione di degoffro e di EightAndHalf).

Largo ai film più strani, bizzarri, spaventosi e divertenti del festival con After Hours: dopo il grandissimo successo da tutto esaurito del 2015 torna anche quest'anno la Notte Horror (sabato 19) che al costo di un semplice biglietto offre ben tre film e tanto sano e pauroso divertimento, oltre a caffè e ottime brioche appena sfornate distribuite gratuitamente al pubblico tra un film e l'altro. Si comincia a mezzanotte circa con Sam was here di Christopher Deroo, un on the road ambientato nel deserto del Mojave tra atmosfere che ricordano alla lontana Duel di Spielberg (recensioni positive di George Smiley, di scapigliato e di cruising) e i film di Carpenter. Si prosegue con un vecchio cult anni '80 diretto dallo sceneggiatore di Alien di Scott (recensioni positive di port cros e di immorale) e Atto di Forza di Verhoeven (recensione di cinedelia), Dan O' Bannon col suo divertito e irriverente omaggio agli zombi di Romero in salsa punk horror comedy, The return of the living dead (recensione di Xoanon). E si chiude, speriamo in bellezza, con lo scontro che in molti, forse ma forse, aspettavano (io no, ma spero di ricredermi): Sadako Vs Kayako, di Koji Shiraishi. Una lotta all'ultimo sangue tra due delle icone horror femminili del cinema orientale degli ultimi anni, due cattivissime ragazze che mai vorreste incontrare sulla vostra strada, le protagoniste di Ringu/The Ring (recensioni positive di StefanoL e di OGM) e Ju-on/The Grudge (recensione sufficiente di degoffro).

Chi sopravviverà alla notte horror, ma soprattutto allla precedente giornata di sabato (si prevedono tanti caffè domenicali...), potrà nei giorni seguenti vedere forse altre chicche: il coreano The Wailing di Na Hong-Jin (recensione positiva di Alan Smithee e negativa di Mulligan71 ), #Screamers di Dean Matthew Ronalds che pare sfrutti in modo originale e accattivante (speriamo) il “solito” espediente del foundfootage, costruendo un mockumentary horror molto teso. Altri brividi potrebbero arrivare da Lavender, thriller gotico firmato da Ed Gass-Donnelly (già premiato al TFF 28 per Small Town Murder Songs, recensioni positive di bradipo68 e di OGM), mentre qualche paurosa risata potrebbe arrivare dalla commedia(ccia) horror Yoga Hosers, ritorno di Kevin Smith alle malate e un po assurde atmosfere di Tusk (recensione positiva di andry10k, sufficiente di ezio, negativa di cheftony), di cui questo è una sorta di spin-off in cui due adolescenti con la passione per lo yoga (sua figlia Harley Quinn Smith e Lily-Rose Depp, più un cameo di papà Johnny, tutti nel cast del film precedente) dovranno affrontare maligni nazisti a forma di... salsicce. Burp!

C'è poi Operation Avalanche di Matt Johnson, che forse ricorda un po' nella trama un divertentissimo grande successo del TFF 2015 (Moonwalkers, recensione positiva e divertita di supadany, che ancora oggi se la ride...), spy story in chiave (forse?) comica ambientata in piena guerra fredda, con la corsa per la conquista dello spazio sullo sfondo e ancora Kubrick come nume tutelare per un finto allunaggio. E se l'anno scorso fu amore totale e incondizionato per la tartaruga Pikadon di Sion Sono in Love & Peace (recensioni positivissime di supadany e di Alan Smithee) spero accada lo stesso con Animal Polìtico di Tião. C'è chi scommette diverrà presto oggetto di culto l'originale e divertente storia di questa mucca che dopo anni passati in perfetta integrazione tra gli esseri umani - cioè vivendo con e come loro -  va in crisi mistica e parte alla volta del deserto per ritrovare sé stessa, imbattendosi, tra le altre cose, nel monolito nero kubrickiano. Certo un film curioso e sicuramente da non perdere. Mal che vada, parafrasando un mio amico, potrete dire di aver visto una vaccata!

locandina

Operation Avalanche (2016): locandina

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Animal Político (2016): scena

Ma il festival diventa anche sexy: con The Love Witch di Anna Biller, storia di una procace strega in cerca d'amore e dell'uomo dei suoi sogni, tra pozioni magiche e ironica cinefilia pop. C'è poi la storia di Brent Corrigan, nota pornostar gay lanciata dalla Cobra Video, per raccontarci senza ipocrisie luci e ombre dell' ambiente del porno in King Cobra, di Justin Kelly, nel cast James Franco, Alicia Silverstone, Cristian Slater e Molly Ringwald. E torna uno dei registi più prolifici e amati qui al TFF e non solo: Sion Sono, con un titolo che è tutto un programma: Anti-Porno. Che non parlerà propriamente di pornografia ma di pinku eiga, cioè il soft core giapponese. Genere ormai demodé che la casa di produzione Nikkatsu vuole rilanciare alla grande coinvolgendo vari cineasti di punta del cinema giapponese, tra cui Hideo Nakata e altri, nel progetto collettivo Roman Porno Reboot, di cui questo sarà solo uno dei film. Sapendo quanto Sono si rinnovi sempre ad ogni film - il già citato Love & Peace ma anche Tag, molto più che un semplice horror (recensioni entusiaste di Vinny87 , Alan Smithee e Cappiodelsole, positiva ma più misurata di supadany e sufficiente e piena di spoiler di Barone Cefalu) - sarà lecito aspettarsi qualcosa che vada oltre le convenzioni del genere, che saprà plasmare al suo originale estro. Sarà certo uno degli eventi più attesi e un appuntamento da non mancare che è facilissimo prevedere andrà tutto esaurito.

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The Love Witch (2016): locandina

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King Cobra (2016): locandina

C'è anche un nuovo omaggio al grande Mario Bava (l'anno scorso Nicolas Winding Refn presentò la copia restaurata di Terrore nello Spazio, se volete saperne di più su quella serata potete leggere qui) con la proiezione di uno dei cult assoluti dell'horror gotico italiano: La maschera del demonio (recensioni positive di maghella, di cheftony, di scapigliato e di FABIO1971 e se volete scoprire altri film leggete la playlist di lino99). Mario Bava è stato un grande del nostro cinema, ma forse viene ricordato più spesso all'estero che non da noi. Ben vengano quindi simli occasioni per rivedere i suoi film al cinema e ravvivare il ricordo di questo grande artista anche ai giovani. E voi siete pronti ad essere ammaliati dalla più sensuale ed ipnotica di tutte le scream queen, Barbara Steele? (Intanto leggete questa bella playlist a lei dedicata da elle driver).

Altra ricchissima sezione è TFFdoc, dedicata ai documentari: tantissimi gli interessanti argomenti trattati e quest'anno focalizzata sull'amore, nelle sue infinite declinazioni. Qui segnalo almeno Ta'ang di Wang Bing su una minoranza etnica del Myanmar coinvolta da anni in una sanguinosa guerra civile, Donna Haraway, Story Telling for Earthly Survival di Fabrizio Terranova, storia della scienziata femminista molto fuori dagli schemi e filosofa appassionata di fantascienza che fu autrice del Cyborg Manifesto e Author: the JT Leroy Story di Jeff Feuerzeig, sullo scrittore (scrittrice) best seller dei primi anni 2000 (Ingannevole è il cuore più di ogni cosa recensione di ) che finse un passato tragico fino allo svelamento della sua vera identità e della realtà delle cose, ingannando i suoi fans, tra cui molti nomi dello star system hollywoodiano.

Donna Haraway

Donna Haraway: Story Telling for Earthly Survival (2016): Donna Haraway

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Author: The JT LeRoy Story (2016): locandina

Arricchiscono l'offerta del festival le sezioni Italiana.Corti, con un concorso di 13 cortometraggi inediti che ci promettono ricerca e originalità stilistica e Onde. In quest'ultima sezione altri 18 film di cui cito giusto pochi titoli rimandandovi al sito ufficiale per gli approfondimenti: Daguerrotype di Kiyoshi Kurosawa su un fotografo ossessionato dall'antica tecnica fotografica che pare desse vita eterna alle anime così ritratte, Sara Winchester, opéra fantôme cortometraggio di Bertrand Bonello (il cui ultimo film pare sia da non perdere, recensione entusiasta di Alan Smithee) sulla folle moglie dell'armaiolo che credeva di essere perseguitata dagli spiriti delle vittime del noto fucile, e Le Fils de Joseph, di Eugène Green, un “veterano” del TFF, storia di paternità negata alla ricerca del misterioso genitore e delle sue strane conseguenze. Inoltre una retrospettiva con 11 suoi lavori dedicata allo scomparso videoartista filmaker berlinese, critico cinematografico e scrittore, Harun Farocki.

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Daguerrotype (2016): locandina

Marie-Agnès Gillot

Sarah Winchester, opéra fantôme (2016): Marie-Agnès Gillot

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Le fils de Joseph (2016): locandina

Prosegue e si conclude la retrospettiva sulla fantascienza distopica, e non solo, iniziata lo scorso anno: Cose che verranno. La terra vista dal cinema. Un'occasione unica per recuperare o vedere piccoli grandi classici SF e riflettere su quello che siamo diventati, nella visione profetica di filmaker o scrittori che ci avevano visto giusto già molti anni fa. Titoli forse a prima vista meno accattivanti di quelli del 2015, ma certo altrettanto validi o meritori di essere riscoperti. Tra due episodi brevi di Godard, film più noti come A.I. Di Spielberg e classici d'annata come 1984, di Michael Radford dal romanzo di George Orwell,  Rollerball di Norman Jewison (recensione di ), La mort en direct, di Bertrand Tavernier, Le dernier combat, di Luc Besson, La Jetée di Chris Marker (che ispirò Gilliam per 12 Monkeys) o più recenti come Last Night di Don McKellar (che è anche tra i giurati del TFF) e Battle Royale, di Kinji Fukasaku, troviamo anche gioiellini come Demon Seed (Generazione Proteus), di Donald Cammell o titoli misconosciuti ai più, come la satira pop e supereroistica di Mr. Freedom, di William Klein, con Serge Gainsbourg, Philippe Noiret e Donald Pleasance o come Glen and Randa di Jim McBride e molti altri .
Vi segnalo infine il raro film cecoslovacco del 1963 in versione restaurata Ikarie XB 1, di Jindrich Polàk tratto da un racconto di Stanislaw Lem, che precorse i suoi tempi e ispirò tra gli altri anche Star Trek, Kubrick e Lucas. E ancora un cult assoluto per Quentin Tarantino: A boy and his dog, di L.Q. Jones. tratto da un romanzo breve di Harlan Ellison, è la curiosa storia di un ragazzo (un giovanissimo Don Johnson) e del suo cane con poteri telepatici e della loro lotta per la sopravvivenza in un mondo ostile e post-apocalittico.

locandina

Battle Royale (2000): locandina

 

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A Boy and His Dog (1975): locandina

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Ikarie XB 1 (1963): locandina

E per festeggiare i 40 anni del punk – Anarchy in the UK dei Sex Pistols che viene preso a simbolo della sua nascita usciva proprio a fine novembre del 1976 – c'è I did it my way - Essere punk, una breve rassegna di 7 film che lo celebrano ai suoi esordi. Potremo vedere film come Jubilee di Derek Jarman, The blank generation di Ivan Kral e Amos Poe, o il classico Sid and Nancy, di Alex Cox, ma soprattutto ascoltare voci come quelle dei Sex Pistols, Talking Heads, Ramones, Blondie, Iggy Pop, Patti Smith e tanti altri.

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Jubilee (1978): locandina

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The Blank Generation (1976): locandina

E chiudiamo questa rapida carrellata assolutamente non esaustiva spendendo due parole sul TorinoFilmLab. Una realtà ormai consolidata che attraverso una diversificata attività di formazione e sostegno attraverso tutte le varie fasi della produzione, realizzazione e distribuzione di un film aiuta e favorisce l'esordio di giovani filmaker emergenti in ogni parte del mondo: un successo sempre maggiore che solo quest'anno ha visto realizzare ben 25 film poi presentati nei più grandi festival internazionali. Qui a Torino ci saranno ben 14 film, tra cui vi segnalo almeno Jesùs di Fernando Guzzoni (nel concorso principale Torino 34), The Happiest Day in the Life of Olli Mäki, di Juho Kuosmanen - vincitore di Un Certain Regard a Cannes 2016, lo si vedrà in Festa Mobile - e Godless, di Ralitza Petrova, che ha vinto il Pardo d'Oro a Locarno 2016 e si vedrà in questa sezione assieme ai restanti 11 film che la compongono.

Nicolás Durán

Jesús (2016): Nicolás Durán

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The Happiest Day in the Life of Olli Mäki (2016): locandina

locandina

Godless (2016): locandina

Termina qui questa mia piccolissima ricognizione di una parte di ciò che si vedrà a Torino tra pochi giorni.Nella speranza di rivedere presto tante facce ormai note, dopo averle prima lette e conosciute anni fa proprio qui su FilmTV, a questo gruppo ormai storico e consolidato di amici mi farebbe molto piacere aggiungere anche volti nuovi, tra i tanti strani nickname che popolano questo sito: persone con cui condividere visioni, discussioni post film e risate, bevendoci poi tutti assieme una birra o qualche caffè tra un film e l'altro. E' proprio per tutti voi che ancora non conosco che un paio di mesi fa, che assieme agli amici appena citati - a quelli che torneranno e a quelli che purtroppo quest'anno non potranno venire, ma cui simbolicamente dedico questo post e dico grazie per i bei momenti vissuti nei TFF passati e un arrivederci ai prossimi -  ho scritto e ideato quest'altro post sul TFF 34, che però ha tutto un'altro significato e se vi fosse sfuggito vi invito cordialmente a leggere. Torino, città spesso considerata a torto fredda, sa essere invece molto calorosa e accogliente in tanti periodi dell'anno. Questo del TFF è uno dei migliori, anche perché riguarda una delle nostre principali passioni, il cinema. Quindi che aspettate ancora? Se avete la fortuna di poter staccare la spina per qualche giorno raggiungeteci a Torino e fatevi sentire, non ve ne pentirete assolutamente, parola mia!

P.S. Per ragioni dovute esclusivamente a sfighe varie (tecnologiche e non solo) pubblico con molti giorni di ritardo questo post, che è in forma ancora incompleta rispetto a come avrei voluto farlo. Lo noterete soprattutto nel finale dove ho per ora omesso molte vostre recensioni dei film che ho citato e che mi ha fatto molto piacere inserire, collegandole ai film che citavo. Tempo permettendo, inserirò le mancanti nelle prossime ore per uniformarlo alla parte precedente. Lo metto così com'è, anche se su queste cose sono un tipo parecchio pignolo, solo perché il tempo stringe e venerdi inizia il festival. Spero davvero che leggerlo susciti in voi quella curiosità che potrete togliervi solo vivendolo dal di dentro. Ci vediamo a Torino!



 

 

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