Espandi menu
cerca
La maschera del demonio

Regia di Mario Bava vedi scheda film

Recensioni

L'autore

cheftony

cheftony

Iscritto dal 2 marzo 2009 Vai al suo profilo
  • Seguaci 100
  • Post 6
  • Recensioni 471
  • Playlist 14
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su La maschera del demonio

di cheftony
8 stelle

"Copritele il volto con la maschera del demonio! Inchiodatela! E il fuoco purificatore la riduca in cenere, sì che il vento possa cancellarne ogni traccia."

La Sacra Inquisizione giustizia la strega Asa Vajda (Barbara Steele) e il suo amante Igor Javutic (Arturo Dominici), provocando la terribile minaccia di Asa di tornare e vendicarsi delle torture subite.
Due secoli dopo, un dottore (il fiorentino Andrea Checchi) e il suo giovane assistente Andrej (John M. Richardson) viaggiano in carrozza alla volta di Mosca, fermandosi per un piccolo incidente nel bel mezzo delle steppe caucasiche, andando per curiosità a scoperchiare la tomba di Asa, che si trova in una chiesa in rovina. I due hanno inconsciamente ridato linfa alla strega e a Javutic, che minano l'integrità dei discendenti stessi della famiglia Vajda, in particolare della pronipote Katia, la quale somiglia in modo impressionante all'ava. Dovrà essere il giovane Andrej, aiutato dal presbitero del villaggio, a fermare la maledizione e la conta dei morti...

Mario Bava faceva il suo esordio con un lungometraggio nel 1960 con questo La maschera del demonio, quando era già 46enne ed era stato a lungo direttore della fotografia, esperienza impossibile da non notare anche nelle innumerevoli opere di cui poi fu regista e factotum. Bava crea così quasi dal nulla l'horror gotico italiano dopo i primi prototipi di Riccardo Freda, ispirandosi ad un racconto di Nikolaj Gogol e girando un'opera bella e simbolica in poco più di un mese, con la quale ha ispirato molti autori a venire e fortemente contribuito a dare notorietà alla giovane e morbosamente seduttiva Barbara Steele.
La maschera del demonio rivisita il genere vampiresco e stregonesco, senza indugiare sulle soluzioni visive forti (la strega Asa, ad esempio, viene marchiata a fuoco e Bava non si fa problemi a zoomare sul macabro dettaglio) e avvalendosi di un uso massiccio di effetti sonori ad accompagnarle, sfruttando inoltre effetti speciali più che discreti, magari aiutati anche dalla bella gamma di sfumature offerta dal bianco e nero. La trama, come spesso capita con i film di questo genere, è poca cosa, così come i dialoghi possono cinquant'anni dopo suonare troppo ingenui, ma la vera forza del filone gotico consiste nella visionarietà, nella coraggiosa manipolazione di tematiche estrapolate dalla narrativa ottocentesca (il tema del doppelgänger, mica robetta), nell'inventiva per trovare idee suggestive in poco tempo e con pochi soldi. La maschera del demonio non è un capolavoro in sé e per sé, ma sancisce con fermezza la nascita di un piccolo genere troppo bistrattato.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati