I cineasti “irritanti” sono “quasi” sempre interessanti (virgolette obbligatorie al netto delle eccezioni). All’inizio degli anni Zero, Kinetta di Yorgos Lanthimos si abbatté violentemente con la sua ossessione formalista sul cinema europeo. I film successivi del regista greco diedero vita a un’orribile etichetta, “weird wave”, caduta poi senza troppi rimpianti nel dimenticatoio. Eppure, come se i suoi primi film fossero stati soltanto delle prove generali, Lanthimos comincia a fare sul serio dopo avere chiuso quel capitolo, conservando provocatoriamente solo gli aspetti denotativi dei suoi lavori precedenti (quelli “bizzarri”). Come a voler smentire l’adagio critico del “fa sempre lo stesso film”, lavora nella discontinuità dichiarata - produttiva, formale e linguistica - per consegnarsi al più vituperato dei generi: il cinema d’autore d’esportazione.

Emma Stone, Mark Ruffalo
Povere creature! (2023) Emma Stone, Mark Ruffalo

In questo senso, Povere creature! è l’apogeo della fase inaugurata con The Lobster, e manifesta uno spudorato piacere per il cinema. Tratto dal romanzo di Alasdair Gray, il film reinventa il mito di Frankenstein. Bella (la mirabolante Emma Stone), suicidatasi mentre era in stato di gravidanza, viene riportata in vita dal dottor Baxter (un divertito e attento Willem Dafoe), che innesta nella donna il cervello del feto che lei portava in grembo. Per assistere i primi, maldestri passi di Bella, lo scienziato chiama lo studente Max McCandless (Ramy Youssef) a supervisionarne i progressi cognitivi. Reinventando una sorta di retrofuturismo steampunk come se stesse ibridando le visioni più sincretiche di un Tarsem Singh con la precisione architettonica di un Anton Furst, e attualizzando al contempo le forme del melodramma classico (la crociera, l’emancipazione femminile, il conflitto di classe...), Lanthimos immagina un’archeologia industriale del sapere.

Emma Stone, Mark Ruffalo
Povere creature! (2023) Emma Stone, Mark Ruffalo

Collocando la vicenda in un futuro anteriore della rivoluzione industriale, riattualizza l’eterno presente dei suoi valori come una giocosa distopia che nella liberazione della libido di Bella trova il proprio riscatto. Il piacere - evidente - del racconto si manifesta nella cura del dettaglio, nell’invenzione oltraggiosa e nella partecipazione devota degli interpreti che assecondano la visione del regista. Il presente è come un’escrescenza rococò (barocca, liberty...) sulla pelle della (nostra) immagine del passato. Il tempo - con i racconti che contiene - è il terreno dello scontro. Lanthimos riesce a conferire una dimensione visibile, spaziale alla contrazione della presunta percezione lineare della Storia. Ed è in questo non luogo che l’emancipazione si offre (apparentemente) attraverso la reinvenzione del vedere e la messa in relazione del corpo (principio di realtà e di individuazione) con le forme depositate delle immagini della Storia. In questa necrosi dell’immaginario, solo l’imprendibilità del sapere del corpo - e dei misteri dell’orga(ni)smo - offre, per il momento, una possibilità di scampo. Che tutto ciò sia targato Disney è solo un altro dei paradossi di un film gioiosamente dentro il sistema che lo ha prodotto e, al tempo stesso, allegramente fuori, ideologicamente parlando, da queste medesime coordinate.

Autore

Giona A. Nazzaro

Direttore artistico del Festival del Film di Locarno. Programmatore Visions du Réel di Nyon (Svizzera). Autore di libri e saggi. Dischi, libri, gatti, i piaceri. Il resto, in divenire.

Il film

locandina Povere creature!

Povere creature!

Fantascienza - USA, Irlanda 2023 - durata 141’

Titolo originale: Poor Things

Regia: Yorgos Lanthimos

Con Willem Dafoe, Margaret Qualley, Emma Stone, Christopher Abbott, Mark Ruffalo, Kathryn Hunter

Al cinema: Uscita in Italia il 25/01/2024

in streaming: su Apple TV Amazon Video Rakuten TV Disney Plus