Alice (Marion Cotillard) è un’attrice di teatro. Louis (Melvil Poupaud) è uno scrittore. Sono fratello e sorella. Di cognome fanno Vuillard, come la famiglia di Racconto di Natale o gli Ismaël di Amalric in I fantasmi d’Ismael I re e la regina. Terra natia: Roubaix, come sempre. Dopo una serie di adattamenti (Roubaix, une lumière - Roubaix, una luce da un doc e un fatto di cronaca, Angels in America da una pièce, En thérapie da una serie, Tromperie - Inganno da Philip Roth), Desplechin torna a se stesso, al suo piccolo mondo survoltato e massimalista, alla propria scomposta famiglia cinematografica. Torna a ridestare gli spettri biologici della psicanalisi, a rimestare tra sentimenti e risentimenti stretti nei legami di sangue. Fratello e sorella è una storia di odio. Un conflitto ai minimi termini, come un seguito del teatro ridotto di Tromperie.

Marion Cotillard
Fratello e sorella (2022) Marion Cotillard

Lei scopre di non sopportare lui il giorno in cui il fratellino riceve il primo riconoscimento letterario. Lui risponde con un’autofiction in cui la umilia. Si odiano, e basta. E sono quell’odio. È quello che li fa, che ne struttura l’esistere, come fossero l’uno il fuoricampo dell’altra, un codice binario, l’aut aut, il bianco e il nero. Lei santa, lui maudit. Lei in scena a Parigi, lui in esilio sui Pirenei. Lei madre, lui padre di un figlio di sei anni morto (e non esiste una parola che dica del suo stato, un termine prossimo a “vedovo”, a “orfano”). Quando i genitori sono coinvolti in un incidente, i protagonisti sono costretti a ritrovarsi negli stessi luoghi. E Fratello e sorella è il territorio di questo reincontro tra il giorno e la notte, un teatro di guerra, un’attesa in trincea, una strategia di attacco e difesa, fino allo scontro finale. Non si dice mai quale sia la causa del livore: il film è il sintomo di questo non detto, un’opera violenta, incontenibile proprio perché il suo centro, l’origine di tutto, è taciuto, rimosso, represso. Un tabù, come l’incesto.

Melvil Poupaud
Fratello e sorella (2022) Melvil Poupaud

Anche per questo non esistono - non sono mai esistite - parole che possano fare sintesi, concetti che riescano a contenere il cinema di questo autore fuori misura, mai inquadrabile in un programma, in un dispositivo, in un manifesto d’intenti. Un autore che, per cercare il vero, momento per momento, lavora sul massimo dell’artificio, prendendo quel che gli serve, che sia dall’autobiografia, dalla storia del cinema (qui per esempio l’Allen di Alice e Un’altra donna, un’ipotesi di La sera della prima) o dell’arte (le pose scomode degli attori, in contrappunto), ricorrendo a dialoghi impossibili se non in letteratura, ad a parte teatrali, giustapponendo scena madre dopo scena madre materiali eterogenei e discordi (la fuga drogata di Louis, l’apertura western, la chiusa africana). E anche se evidentemente qui vuole farla finita con l’idea di perdono cristiano non c’è nemmeno una morale: c’è solo la verità dei personaggi. Perché basta il primo piano finale di Alice (che sconfina in durata in quello di Cotillard), bastano le sue parole sentite, banali eppure giuste a Louis, a ribadire che per noi Desplechin è sempre e soltanto autore di quelli che chiamiamo capolavori.

Autore

Giulio Sangiorgio

Dirige Film Tv, co-dirige I mille occhi di Trieste, programma cinema, festival, rassegne, insegna (alla Iulm), sviluppa (progetti di film di giovani registi, per Milano Film Network), e, soprattutto, sopporta. Sopporta tantissimo.

Il film

locandina Fratello e sorella

Fratello e sorella

Drammatico - Francia 2022 - durata 108’

Titolo originale: Frère et soeur

Regia: Arnaud Desplechin

Con Melvil Poupaud, Marion Cotillard

Al cinema: Uscita in Italia il 03/08/2023

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