Fabbrica, pub, cinema: i tre luoghi in cui si svolge la storia di Foglie al vento. Il Novecento, allora, non è finito. Il titolo, Foglie al vento, o meglio “cadute”, “morte”, è ispirato infatti ad alcuni classici versi di Jacques Prévert: «Le foglie morte cadono a mucchi.../Come i ricordi, e i rimpianti [...]/Ma il mio fedele e silenzioso amore/sorride ancora, dice grazie alla vita». Il ritmo del film è proprio questo. Foglie addensate nello spazio. Blocchi di inquadrature quali sculture ciondolanti nella luce tenue del nord Europa. Il Novecento oggi prosegue. La storia di affetto e tenerezza fra i due protagonisti, Ansa e Holappa, ricorda Primo amore di Pál Fejös, anno 1928, in cui lui e lei, ancora immersi nel caos della metropoli, si incontrano, si perdono e infine si ritrovano. Qui, a Helsinki, avviene lo stesso.

Alma Pöysti, Jussi Vatanen
Foglie al vento (2023) Alma Pöysti, Jussi Vatanen

Non c’è più il montaggio parallelo fra lui e lei in chiave ancora griffithiana: ogni singola immagine, ora, è dosata in parallelo sia alla precedente sia alla successiva. Non più sguardi di personaggi che si cercano nella confusione della folla, come nel cinema delle origini, ma occhi fissi su un punto impenetrabile, né fuori né dentro le cose. Fabbrica, pub, cinema. La fabbrica, ma pure il lavoro in generale, è ambiente ormai senza garanzie o prospettiva per chi vi opera. Il pub è spazio comunitario, in cui si sta insieme, però senza parlare, in karaoke o meno, solo cantando. Il cinema è ancora tessuto connettivo, di compagnia: le locandine e i manifesti dei film (Godard, Lean, Visconti...) fanno da sfondo ai personaggi, per sostenerli e guardar loro le spalle, infaticabili sentinelle. Il Novecento esibisce così il testo ancora da recitare, a cui ispirarsi, a cui fare riferimento: il lavoro, la musica, i film. Prima che tutto diventi repertorio, che trascorra lugubre nel prefisso post-, i personaggi di Kaurismäki, scultorei militanti, sfogliano, al vento o meno, i significanti e i simboli del XX secolo. E qualcosa accade.

Alma Pöysti
Foglie al vento (2023) Alma Pöysti

Lo sguardo né fuori né dentro le cose inizia a informare un intorno, come lo scultore lavora il marmo circondando l’immagine di modellature avvolgenti. Questo intorno, come ogni Novecento fatto di cinema vuole, è l’amore. Amore e anche guerra. La guerra incombe fuori campo. La radio non parla d’altro, e la protagonista, Ansa, all’improvviso esclama: «Maledetta guerra!». Che è quella di oggi, in Ucraina, ma sperimentata già nel Novecento, dal Vietnam in poi, ossia una guerra innanzitutto mediatica. Il secolo breve non intende insomma prendere congedo dal mondo. E con questo, per fortuna, il cinema. Kaurismäki realizza così un film epico, non sentimentale, ma di resistenza e di guerra, attraverso l’amore. Un amore secolare, lungo tutto il cinema, da Fejös, Chaplin, Lean, Visconti, Godard fino a questi Ansa e Holappa. E oltre. Il fedele direttore della fotografia, Timo Salminen, dopo aver sfogliato d’un fiato la sceneggiatura del film, telefona al suo regista, Aki Kaurismäki e, come accadeva proprio nel Novecento, non si trattiene: «È un capolavoro!».

Autore

Flavio De Bernardinis

Flavio De Bernardinis ha studiato alla Sapienza di Roma quando ancora il cinema non era inserito nei piani di studio. Quindi, è un inesorabile autodidatta. Lesse allora tutti i maggiori critici disponibili, Rondi, Grazzini, Biraghi, Kezich, Fofi, che ha assimilato e dimenticato. Ricorda con grande piacere Callisto Cosulich, l’unico dei critici “storici” che si fermava a parlare coi più giovani alle proiezioni per la stampa. Ama da sempre il cinema più dei film, trovandosi così in qualche difficoltà qui, tra le pagine di Film Tv.

Il film

locandina Foglie al vento

Foglie al vento

Commedia - Finlandia 2023 - durata 81’

Titolo originale: Kuolleet lehdet

Regia: Aki Kaurismäki

Con Alma Pöysti, Jussi Vatanen

Al cinema: Uscita in Italia il 21/12/2023

in streaming: su Apple TV Rakuten TV