Alcuni uomini nella vita di Jean Seberg, l’attrice americana celebre per alcune pellicole realizzate soprattutto in gioventù, divenuta icona della nouvelle vague per il suo ruolo film di Godard Fino all’ultimo respiro, morta suicida a 40 anni.

Otto Preminger, l’orco

Quando Otto Preminger cercava l’attrice che avrebbe dovuto interpretare Giovanna d’Arco nel suo film del 1957 Santa Giovanna, fece una furbata: creò un concorso. Arrivarono una valanga di foto da ben 18 mila aspiranti. Il metodo serviva anche a fare una pubblicità preventiva al film. La scelta andò sul bel faccino della diciannovenne Jean Seberg, una studentessa dello Iowa, di origini svedesi e tedesche. Non le aveva mandate nemmeno lei le sue foto, ma un vicino di casa. 

Per la giovane debuttante il film fu un calvario: mandata al rogo tanto dal regista quanto dalla critica. Il primo - che le fece tagliare i capelli cortissimi, cosa che sarebbe poi stata un po’ il marchio di fabbrica della Seberg - la teneva letteralmente segregata in albergo per calarla nel giusto stato d’animo. L’ebreo nazista, lo chiamava Joan Crawford. E del resto Billy Wilder in Stalag 17 gli fece fare proprio la parte del kapò. Nelle celebre scena del rogo della santa, la giovane non simulava dolore e urla: rimase ustionata davvero, con una cicatrice perenne sul ventre. Lui gridò felice “Abbiamo tutto su pellicola!”. 

Jean Seberg
Santa Giovanna (1957) Jean Seberg

Hakim Jamal, l’approfittatore

Il suo primo nome era Allen Donaldson ed era un parente di Malcolm X. Hakim Jamal era il nome che prese quando entro a far parte del movimento delle Black Panthers. A 10 anni beveva, a 14 si faceva di eroina. A 20 anni era già stato 4 anni in prigione. Era un violento e dopo due tentati omicidi fu rinchiuso in un ospedale psichiatrico. 

Jean Seberg lo conobbe nei primi anni Sessanta. L’attrice, che era a quel punto sposata in seconde nozze con lo scrittore Romain Gary, era sempre stata sensibile alle cause delle minoranze. E ora che aveva anche i mezzi, la sua generosità era diventata tangibile. Hakim Jamal lo aveva capito bene: quella bionda attrice era disponibile ad essere manipolata. La seduce, si fa finanziare con i suoi soldi, la picchia. Una relazione morbosa, violenta, ovviamente anche osteggiata da parte della comunità nera e soprattutto dalla moglie di Hakim (sì, era sposato anche lui), che la chiama white bitch, “cagna bianca”.  Lei si riempe di tranquillanti.

Jean-Paul Belmondo, Jean Seberg
Fino all'ultimo respiro (1960) Jean-Paul Belmondo, Jean Seberg
Clint Eastwood, Jean Seberg
La ballata della città senza nome (1969) Clint Eastwood, Jean Seberg

 Clint Eastwood, il seduttore

Nel 1969 Jean Seberg partecipò al western musicale La ballata della città senza nome (1969), un’operazione sghemba a partire dal casting, con Lee Marvin scritturato nonostante non sapesse affatto cantare.  Il film non piacque molto, ma a Clint piacque la Seberg. Del resto nonostante fosse sposato da dieci anni Clint era noto per le sue relazioni extraconiugali, anche simultanee, in particolare con le colleghe con cui divideva il set. Fu così anche con la Seberg (che venne subito tradita - a sua insaputa - con un’altra comparsa che lavorava a quello stesso film). Alla fine del film Eastwood fece come se nulla fosse accaduto tra di loro. Lei rimase molto delusa. 

Edgar J. Hoover, il persecutore

La relazione e il supporto alle Pantere Nere dato dalla Seberg non passò inosservata agli occhi del capo dell’FBI che si servì del famigerato programma illegale e sotto copertura chiamato COINTELPRO per gettare discredito su di lei. L’operazione, sporca, era tutta politica e motivata solo dalla volontà reiterata di Hoover di diffamare e colpire tutta una serie di soggetti e di organizzazioni marchiati come sovversivi: dai pacifisti alle femministe, dagli attivisti per i diritti civili agli ambientalisti ai sostenitori dei diritti dei nativi americani. Nella lista, ovviamente, non potevano mancare le Pantere Nere. 
Jean Seberg venne messa sotto stretta sorveglianza: costantemente intercettata, pedinata. Lei se ne accorse e iniziò a essere sospettosa e a stressarsi. 

Quando poi gli agenti FBI nel 1970 intercettarono una telefonata della Seberg a un’amica dove lei le diceva di essere incinta, sparsero la voce facendo pubblicare da alcune testate la notizia che insinuava che il figlio fosse stato concepito con un militante delle Pantere Nere anziché con il marito Romain Gary (che a questo punto, diciamolo, ne stava sopportando un bel po’). 

La diffamazione stressò oltremodo la Seberg che ingurgitò tranquillanti in eccesso, ebbe un parto prematuro e diede alla luce una bambina che morì dopo due giorni.

La Seberg fece causa ai giornali che avevano dato la notizia della falsa paternità. E per due giorni prima dei funerali fece letteralmente ostentare il corpicino della bambina, lasciando la bara aperta affinché tutti potessero vedere che era bianca. Non era comunque figlia di Gary, che tuttavia ne assunse la paternità, ma di uno studente messicano conosciuto sul set del film Macho Callaghan, uno dei tanti film di serie b che si era risolta a girare per meri motivi alimentari (e per finanziare le sue attività benefiche). 

Ahmed Hasni, lo sciacallo

Gli anni successivi alla perdita della figlia furono anni vissuti in tonalità minore per l’attrice americana. Aveva rinunciato ormai all’attivismo - che era stata una cifra costante della sua esistenza, quasi una raison d’être - e non tanto per quello che aveva subito ma perché si sentiva inutile, inadatta e quasi di peso. Diverse volte tentò il suicidio nell’anniversario della morte della bambina. Ci furono però ancora legami con uomini: il matrimonio con il regista Dennis Berry, durato dal 1972 al 1976, poi la relazione con l’algerino Ahmed Hasni. Lui era giovanissimo (dichiarava 29 anni, probabilmente ne aveva meno). Si incontrarono nell’aprile del 1979. A luglio Jean era già in fuga dalla loro storia fatta nuovamente di soprusi e violenza. Lui l’aveva persino portata a vendere il suo appartamento a Parigi, in Rue du Bac,  per finanziare l’acquisto di un ristorante. Ad agosto c’era stata poi una riappacificazione e la coppia era andata a vivere in un piccolo appartamento in affitto. 

La sera del 29 agosto 1979 Jean va al cinema. Poi di notte si alza, indossa scarpe e cappotto (nuda sotto) e scompare. Hasni allerta la polizia non vedendola tornare, di lei non si sa più nulla per 10 giorni. Il 9 settembre il suo corpo esanime viene ritrovato nella sua macchina parcheggiata in una strada del XVI arrondissment: morta per overdose di barbiturici e alcol. Come quasi ogni anno da dieci  anni, verso la fine di agosto - quando era morta la sua bambina - Jean Seberg provava a uccidersi. Questa volta ce l’aveva fatta. 

Hasni vendette tutto quel che apparteneva a Jean: i gioielli, i dipinti. Vendette anche le sue lettere e i suoi scritti, tenendo i soldi per sé. Poi sparì.

Jean Seberg
Scappamento aperto (1964) Jean Seberg

Romain Gary, il fedele

In tutta questa storia un solo uomo non sfigura. Era Romain Gary, il secondo marito, il diplomatico, lo scrittore e regista, più grande di lei di quasi 25 anni. Quello che le fu sempre accanto, che le diede il suo unico figlio, Diego. Che la protesse sempre anche quando lei lo tradiva. Che quando lei perse la testa per Clint Eastwood andò in America per sfidarlo a duello (ma il cowboy girò i tacchi). Che diede il suo cognome alla figlia morta avuta dalla Seberg fuori dal matrimonio.  Che dopo la sua morte tenne una conferenza stampa per denunciare come il suo suicidio fosse una diretta conseguenza di quanto fatto dall’FBI. 
La ammissioni dell’FBI sarebbero arrivate anni dopo. Ma Romain Gary non avrebbe potuto leggerle. Il 2 dicembre del 1980, cioè un anno e tre mesi dopo la morte di lei,  si sarebbe sparato un colpo in testa, lasciando un biglietto che diceva di non collegare la sua morte a quella della ex-moglie, ma al fatto che non riusciva più a scrivere.

Chissà come mai, viene da non credergli. 

Filmografia essenziale di Jean Seberg

locandina Santa Giovanna

Santa Giovanna

Drammatico - USA 1957 - durata 110’

Titolo originale: Saint Joan

Regia: Otto Preminger

Con Jean Seberg, Richard Widmark, Richard Todd, Anton Walbrook

locandina Bonjour tristesse!

Bonjour tristesse!

Drammatico - Gran Bretagna 1958 - durata 92’

Titolo originale: Bonjour tristesse!

Regia: Otto Preminger

Con Deborah Kerr, David Niven, Jean Seberg, Mylène Demongeot

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locandina Fino all'ultimo respiro

Fino all'ultimo respiro

Drammatico - Francia 1960 - durata 90’

Titolo originale: À bout de souffle

Regia: Jean-Luc Godard

Con Jean Seberg, Jean-Paul Belmondo, Henri Jacques Huet, Van Doude, Daniel Boulanger, Roger Hanin

Al cinema: Uscita in Italia il 30/11/-0001

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locandina Lilith - La dea dell'amore

Lilith - La dea dell'amore

Drammatico - USA 1964 - durata 114’

Titolo originale: Lilith

Regia: Robert Rossen

Con Warren Beatty, Jean Seberg, Peter Fonda, Kim Hunter, Gene Hackman

in streaming: su Apple TV Amazon Video

locandina Una splendida canaglia

Una splendida canaglia

Commedia - USA 1966 - durata 103’

Titolo originale: A Fine Madness

Regia: Irvin Kershner

Con Sean Connery, Joanne Woodward, Jean Seberg, Patrick O'Neal

in streaming: su Apple TV Amazon Video

locandina Criminal Story

Criminal Story

Spionaggio - Francia/Italia/Grecia 1967 - durata 86’

Titolo originale: La route de Corinthe

Regia: Claude Chabrol

Con Jean Seberg, Maurice Ronet, Christian Marquand, Michel Bouquet, Saro Urzì, Claude Chabrol

locandina L'attentato

L'attentato

Thriller - Francia, Italia, Germania 1972 - durata 113’

Titolo originale: L'attentat

Regia: Yves Boisset

Con Jean-Louis Trintignant, Michel Piccoli, Jean Seberg, Gian Maria Volonté, Michel Bouquet, Bruno Cremer

in streaming: su CineAutore Amazon Channel

locandina Seberg - Nel mirino

Seberg - Nel mirino

Drammatico - USA 2019 - durata 102’

Titolo originale: Seberg

Regia: Benedict Andrews

Con Kristen Stewart, Margaret Qualley, Zazie Beetz, Vince Vaughn, Anthony Mackie, Jack O'Connell

in streaming: su Apple TV Amazon Video Rakuten TV Microsoft Store