C’è un ruolo - nella codifica “classica” dei ruoli del teatro francese - che si definisce “jeune premier”: il bel ragazzo innamorato. Jean-Pierre Aumont sembrava fatto per quella parte: biondo, sorridente, atletico, sognante. Cocteau non ebbe dubbi a scegliere lui per il ruolo di Edipo, nel 1934, quando mise in scena alla Comédie des Champs-Élysées la sua pièce La machine infernale. In quello stesso anno per il bel Jean-Pierre arrivò anche il primo vero successo al cinema, con Il lago delle vergini, dove interpretava un maestro di nuoto di cui tutte le ragazze si innamorano.

Pochi anni dopo le cose avrebbero preso un’altra piega: il suo vero cognome non era Aumont, ma Salomons, ed era ebreo. Fu costretto a fuggire a New York all’inizio della guerra e là riuscì anche subito a lavorare, pur non parlando ancora l’inglese. Ma nel 1943 si arruolò per combattere nel movimento Francia Libera. Venne ferito due volte e alla fine della guerra gli venne conferita la Legion d’Onore. Poi riprese a recitare in Europa e a Hollywood. E molti lo ricordano soprattutto per la sua parte in un film indimenticabile: Effetto notte (1973)

 

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