Con il film Mountainhead, su su Sky il 12 settembre, Jesse Armstrong - già ideatore di Succession, capolavoro seriale sul potere e la degenerazione morale - fa il salto al grande schermo e si conferma come uno degli osservatori più spietati e lucidi dell’élite contemporanea. Ma stavolta, l’oggetto della sua satira non sono più i magnati dei media, bensì un gruppo di potentissimi “tech bros” chiusi in un rifugio di lusso mentre il mondo fuori va letteralmente in fiamme.

Cory Michael Smith, Ramy Youssef, Jason Schwartzman, Steve Carell
Mountainhead (2025) Cory Michael Smith, Ramy Youssef, Jason Schwartzman, Steve Carell

Poker, apocalisse e disinformazione

Nel film Sky Mountainhead, siamo in un lussuoso chalet in cima a una montagna nello Utah. Quattro amici, che si fanno chiamare i Brewsters, si ritrovano per il loro solito weekend di poker e autocelebrazione. Sono Randall (Steve Carell), Souper (Jason Schwartzman), Venis (Cory Michael Smith) e Jeff (Ramy Youssef): quattro giganti della tecnologia, uomini che non si limitano a creare prodotti, ma che modellano la realtà. Tutto cambia quando scoprono che l’ultimo aggiornamento dell’app di Venis, Traam, ha scatenato il caos globale.


Il nuovo strumento di generative AI permette a chiunque di produrre contenuti ultrarealistici: fake news, propaganda, immagini manipolate. Risultato? Crolli economici, impennata nei crimini d’odio, crisi politiche. Ma invece di uscire e affrontare la situazione, i Brewsters restano in cima alla montagna. Discutono, si accusano, bluffano. L’intero film si svolge come una partita di poker, psicologica prima che fisica, dove il piatto in gioco è niente meno che l’equilibrio del mondo.


Come dice Armstrong: «Le persone ricche di oggi non si misurano solo in denaro, ma in potere. E il potere che detengono, grazie alla tecnologia, può ridefinire il modo in cui il mondo riceve e percepisce l’informazione».

Archetipi corrotti del nostro tempo

Ogni Brewster nel film Sky Mountainhead rappresenta un aspetto diverso dell’ecosistema tech e delle sue contraddizioni.


Venis (Cory Michael Smith) è il visionario miliardario che ha lanciato il caos. Vive nel rifiuto delle proprie responsabilità, incarnando il classico profilo del creatore geniale ma irresponsabile. «Venis è il motivo per cui il mondo è nel panico, ma lui si comporta come se nulla fosse accaduto», sottolinea Smith.


Randall (Steve Carell) è il secondo più ricco, ma malato terminale. Il suo destino lo rende cinico e in qualche modo più diretto, come se la morte imminente lo liberasse dalle convenzioni. È un uomo che guarda il disastro senza più fingere compassione.


Souper (Jason Schwartzman) è l’unico milionario (non miliardario), soprannominato ironicamente “Souper” per la sua distanza economica dagli altri. È un outsider tra gli insider, più umano, ma non per questo meno complice.


Jeff (Ramy Youssef) è forse il personaggio più inquietante. È consapevole del male, ne comprende la portata, ma resta diviso. Ha sviluppato un filtro per bloccare immagini AI, eppure continua a puntare al profitto. «Jeff capisce il costo del progresso, ma continua a scegliere il proprio tornaconto. È il più pericoloso proprio perché è il più lucido», evidenzia Youssef.

Steve Carell, Ramy Youssef
Mountainhead (2025) Steve Carell, Ramy Youssef

Etica, responsabilità e l’equilibrio tra profitto e catastrofe

Mountainhead, esclusiva targata Sky, è un film sul potere senza limiti e sull’assenza di responsabilità. Il titolo stesso è un doppio simbolo: la cima della montagna come luogo fisico da cui osservare (e ignorare) il mondo, ma anche come metafora dell’ego, dell’isolamento e della disconnessione morale.


Il tema dell’AI non è affrontato come feticcio futuristico, ma come problema reale e attuale: cosa succede quando la tecnologia scappa di mano ai suoi creatori? Chi risponde per i danni? E cosa succede quando chi ha il potere di “riparare” preferisce proteggere il proprio status?


Il tono del film è quello della dark comedy, ma con una vena profondamente inquietante. C’è tensione, ironia tagliente, ma anche un senso crescente di impotenza. I dialoghi, scritti con chirurgica precisione, sono affilati come bisturi. Il pubblico ride, ma spesso con il fiato sospeso.

Minimalismo claustrofobico

Per il film Sky Mountainhead, Armstrong opta per un setting unico e ristretto, trasformando il rifugio montano in una sorta di prigione dorata. Il montaggio serrato e l’uso della luce naturale ricordano lo stile quasi documentaristico di Succession, ma qui l’azione è più teatrale, più intensa. L’unità di luogo aumenta la sensazione di claustrofobia e pressione.


Mountainhead
è una riflessione cinica e potentissima sull’epoca in cui viviamo. Non è un film sull’AI, ma sul vuoto morale di chi la crea. È un ritratto corrosivo dell’élite tech, di un’aristocrazia digitale che gioca a carte con il destino del mondo. Jesse Armstrong firma un debutto cinematografico all’altezza delle aspettative: scomodo, intelligente, feroce.


Siamo al cospetto di un film da discutere, da analizzare. Perché in fondo, mentre ridiamo dei Brewsters, potremmo essere noi quelli che scrollano su Traam. “Il mondo sta bruciando, e loro discutono su chi ha più follower: una battuta che riassume perfettamente Mountainhead. Una commedia sull’orrore, un horror sulla commedia del potere.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina Mountainhead

Mountainhead

Drammatico - Usa 2025 - durata 108’

Titolo originale: Mountainhead

Regia: Jesse Armstrong

Con Steve Carell, Jason Schwartzman, Cory Michael Smith, Ramy Youssef

in TV: 12/09/2025 - Sky Cinema Uno - Ore 21.15

locandina Succession

Succession

Drammatico - USA 2018 - durata 59’

Titolo originale: Succession

Creato da: Jesse Armstrong

Con Brian Cox, Iván Amaro Bullón, Karen Goeller, Jesse Armstrong, Gina Jun, Nicholas Braun

in streaming: su Now TV Amazon Video