Yann Gozlan firma con Burn Out, il film proposto da Cielo il 30 marzo in prima tv, un action-thriller ruvido, immersivo, e sorprendentemente sensoriale. Protagonista è Tony (François Civil), un ragazzo come tanti, con un talento bruciante per le corse in moto e un sogno: diventare pilota professionista. Ma quando la madre di suo figlio, Leyla (Manon Azem), si trova con un debito di 50.000 euro verso una gang del narcotraffico, Tony fa una scelta: sacrificare tutto - la carriera, il sonno, la coscienza - per diventare corriere della droga su due ruote. Una vita a pieno gas, tra prove di velocità e corse notturne clandestine, dove l’uscita di sicurezza sembra sempre più lontana.

François Civil
Burn Out (2017) François Civil

Tra corse e compromessi

La trama del film Cielo Burn Out è lineare: Tony lavora di giorno in un magazzino, si allena per entrare in un team ufficiale e fa il padre nel tempo che resta. Quando scopre che Leyla è nei guai per aver perso una partita di droga, si lancia nel mondo della criminalità per estinguere il debito. Accetta di fare consegne rapide – “go fast” – in moto per la gang. Inizia così una doppia vita frenetica e autodistruttiva, una corsa contro il tempo che lo logora fisicamente e mentalmente.


Il film non gioca con colpi di scena e svolte imprevedibili: l’andamento è tragico e in discesa, come una moto senza freni. Tony non ha superpoteri, non è un eroe: è un uomo normale, che fa ciò che ritiene giusto, anche se sbagliato. Questo è il cuore della narrazione.

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Archetipi in fuga

Tony è un personaggio classico: il “bravo ragazzo” costretto a fare il cattivo. Ma François Civil gli dona una fisicità intensa e un carisma taciturno che colpisce. Parla poco, agisce molto. Il regista lo mette costantemente in soggettiva o in primissimo piano, per farci sentire ogni respiro, ogni battito accelerato, ogni scelta sbagliata.


Leyla, interpretata con sobria dignità da Manon Azem, è una figura centrale ma poco esplorata. Il suo ruolo è più simbolico che attivo: è la miccia che innesca l’inferno. Tuttavia, Azem riesce a evitare la trappola della “vittima passiva”, portando in scena una madre disperata ma non sconfitta.


I villain del film Cielo Burn Out - Miguel (Olivier Rabourdin) e Jordan – mancano, però, di spessore. Sono figure minacciose ma generiche, boss criminali da manuale. Non spaventano, ma funzionano come comparse funzionali alla discesa agli inferi di Tony.

François Civil
Burn Out (2017) François Civil

L’adrenalina come dipendenza

Il film Cielo Burn Out parla esplicitamente di droga, ma implicitamente di un’altra forma di dipendenza: la velocità. Tony non corre solo per necessità, ma anche perché lo fa sentire vivo. La moto è il suo rifugio, la sua via d’uscita, la sua droga personale. Come ha raccontato lo stesso Gozlan, i motociclisti veri sono “gente particolare”: anche dopo incidenti gravi, vogliono solo risalire in sella.


La tensione tra istinto di sopravvivenza e pulsione autodistruttiva è il tema nascosto di Burn Out. Non è un film sulla redenzione, ma sul punto di rottura. Tony non si redime: si consuma. E lo fa a pieno regime.

Tra pulsazioni e synth

Gozlan costruisce un film visivamente affilato. La fotografia notturna di Antoine Roch è piena di neon, oscurità e riflessi, che ricordano Drive ma con meno estetica e più sporco. Il montaggio è serrato, soprattutto nella sequenza centrale dove Tony corre tra le prove per entrare nel team e le corse notturne per la gang: una sinfonia visiva di ansia, ritmo e declino.


Il sound design è uno dei punti forti. I motori ruggiscono, i silenzi pesano, il sintetizzatore anni ‘80 firmato Gregoire Auger crea un’atmosfera sospesa, retrò ma mai nostalgica. È un film che si ascolta con la pancia.


Nonostante il coinvolgimento sensoriale, il film Cielo Burn Out paga un prezzo per la sua semplicità. I personaggi sono poco approfonditi, il mondo criminale appare più decorativo che realmente minaccioso, e l’emozione resta spesso sotto la superficie. Il rapporto con il figlio e con Leyla, che dovrebbe essere il motore emotivo del film, è poco sviluppato. Alla fine, si rischia di dimenticare perché Tony corre così tanto.


L’epilogo - senza svelare troppo - cerca di chiudere il cerchio in modo quasi fiabesco, e questo stride con l’impostazione realistica del resto del film. Sembra più una via di fuga narrativa che una conclusione coerente. E anche se dimenticheremo forse la trama dopo 24 ore, il rumore del motore in piena notte, quello no, ci resterà dentro. Per chi ama le corse, i thriller urbani e il cinema che pulsa nei muscoli prima che nel cervello.

Filmografia

locandina Burn Out

Burn Out

Azione - Francia 2017 - durata 107’

Titolo originale: Burn Out

Regia: Yann Gozlan

Con Olivier Rabourdin, François Civil, Manon Azem, Samuel Jouy, Naël Rabia, Narcisse Mame

locandina Drive

Drive

Noir - USA 2011 - durata 95’

Titolo originale: Drive

Regia: Nicolas Winding Refn

Con Ryan Gosling, Carey Mulligan, Ron Perlman, Oscar Isaac, Christina Hendricks, Bryan Cranston

Al cinema: Uscita in Italia il 30/09/2011

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