Father Mother Sister Brother, il film di Jim Jarmusch, si presenta in forma di trittico. Ogni capitolo esplora il rapporto tra figli adulti e genitori anziani o assenti, ambientato in epoche contemporanee e in contesti geografici distinti.
Nel primo episodio del film Father Mother Sister Brother, ambientato nel New Jersey rurale, i fratelli Jeff ed Emily (Adam Driver e Mayim Bialik) fanno visita al loro padre solitario e ritirato (Tom Waits), confrontandosi con il tempo trascorso e le distanze affettive.
Il secondo capitolo si svolge a Dublino, dove le sorelle Lilith e Timothea (Vicky Krieps e Cate Blanchett) si riuniscono con la loro madre (Charlotte Rampling), scrittrice riservata, per un incontro che riporta a galla fratture mai sanate.
Nel terzo episodio, i gemelli Skye e Billy (Indya Moore e Luka Sabbat) fanno ritorno al loro appartamento di Parigi per affrontare le conseguenze di una tragedia familiare recente.
Il film Father Mother Sister Brother si sviluppa attraverso una narrazione che il regista ha voluto minimale, attenta a costruire atmosfere più che azioni, lasciando che piccoli gesti e dettagli assumano un peso narrativo centrale. Alla regia di Jarmusch si affiancano le immagini dei direttori della fotografia Frederick Elmes e Yorick Le Saux, e il montaggio di Affonso Gonçalves.
Father Mother Sister Brother è una riflessione sull'identità familiare, il silenzio, il tempo e il modo in cui la memoria plasma i rapporti.
Jarmusch riflette sulla famiglia ed esprime una visione pessimistica ma intrisa di humor (a denti stretti). Non siamo di fronte a un capolavoro, ma è comunque un film intelligente e di grande maestria tecnica che, facendo un paragone musicale, dietro la parvenza di una musica da camera, nasconde la forza di un'opera sinfonica.
VENEZIA 82 - CONCORSO - LEONE D'ORO
Quattro elementi base di una famiglia, per un trittico sulla famiglia e sulla solitudine ad essa legata, ambientato negli USA, a Dublino e a Parigi.
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82ma MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2025) - IN CONCORSO - LEONE D'ORO.
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Jarmusch riflette sulla famiglia ed esprime una visione pessimistica ma intrisa di humor (a denti stretti). Non siamo di fronte a un capolavoro, ma è comunque un film intelligente e di grande maestria tecnica che, facendo un paragone musicale, dietro la parvenza di una musica da camera, nasconde la forza di un'opera sinfonica.
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