Nel panorama dei film di sopravvivenza, pochi riescono a incarnare con tanta forza e veridicità la lotta dell’uomo contro la natura come il film Arctic, proposto da Cielo la sera del 12 marzo. Esordio alla regia di Joe Penna, Arctic (presentato al Festival di Cannes 2018) è un’opera essenziale e intensa, che si regge quasi interamente sulla performance straordinaria di Mads Mikkelsen nei panni di Overgård, un uomo qualunque bloccato nelle terre desolate dell’Artico.

Un silenzioso urlo di resistenza

La storia del film Cielo Arctic si apre senza fronzoli: Overgård è già da tempo naufragato nel gelo artico dopo un incidente aereo. Il suo rifugio è la carcassa dell’aereo stesso, la sua routine è meticolosa e metodica: pescare nel ghiaccio, mantenere un enorme SOS scavato nella neve e inviare segnali radio nella speranza di essere salvato. La sua lotta è quella di un uomo che non si concede alla disperazione, ma che si aggrappa alla vita con ostinazione e ingegno.


Tutto cambia con l’arrivo di un elicottero di soccorso, che invece di salvarlo precipita a sua volta. Il pilota muore nell’impatto, mentre la co-pilota, una donna di origine russa, sopravvive gravemente ferita. Questa nuova responsabilità costringe Overgård a prendere una decisione difficile: abbandonare la sicurezza relativa del suo campo per intraprendere un viaggio quasi suicida verso una presunta stazione di soccorso.


L’uomo si carica sulle spalle, letteralmente, la vita della donna, trascinandola su una slitta attraverso un territorio ostile e inospitale. In questo viaggio, scandito da sofferenze, pericoli e momenti di speranza tradita, Arctic si trasforma in una dolorosa riflessione sulla resilienza e sulla natura umana.

Un uomo senza passato

Uno degli elementi più audaci della narrazione del film Cielo Arctic è l’assenza totale di backstory per Overgård. Non sappiamo chi sia, da dove venga, se abbia una famiglia che lo aspetta. Nessuna fotografia, nessun oggetto personale a suggerire una vita precedente. L’unico modo in cui il personaggio si definisce è attraverso le sue azioni nel presente. Ogni decisione, ogni gesto, ogni resistenza al gelo e alla disperazione ci dicono chi è veramente. Tale minimalismo narrativo, che richiama opere come All Is Lost con Robert Redford, spinge lo spettatore a un livello di coinvolgimento intimo e primordiale.


A contrapporsi a Overgård c’è la giovane co-pilota ferita, interpretata da Maria Smáradóttir. La sua funzione nel film è principalmente narrativa: un catalizzatore che spinge il protagonista a intraprendere il viaggio e a scontrarsi con il dilemma morale della sopravvivenza altrui. Il suo stato comatoso, che la relega quasi a oggetto da trasportare, ha sollevato critiche sulla mancanza di un vero ruolo femminile attivo, ma d’altra parte il film si colloca nel filone del silent survival movie, dove il vero protagonista è l’uomo contro la natura.

Mads Mikkelsen
Arctic (2018) Mads Mikkelsen

Sopravvivenza e altruismo nell’estremo Nord

Il film Cielo Arctic non è solo una storia di resistenza fisica, ma anche un’indagine sulla persistenza dell’altruismo in condizioni estreme. Overgård avrebbe potuto lasciare la donna al suo destino e aumentare le proprie possibilità di sopravvivere. Ma non lo fa. Il film esplora il concetto di etica in un contesto di sopravvivenza pura, in cui ogni decisione può significare la vita o la morte.


Nonostante l’apparente crudezza del film, Arctic non si abbandona mai al sensazionalismo. Gli ostacoli che Overgård affronta non sono esasperati per creare un effetto drammatico artificiale, ma restano realistici e inesorabili. La natura non è qui un nemico consapevole, ma una presenza indifferente, bellissima e spietata.

L’Artico come sfondo

La fotografia di Tómas Örn Tómasson gioca un ruolo essenziale nella narrazione. Girato nelle desolate montagne islandesi con cineprese ArriMini e lenti anamorfotiche Cookes, il film Cielo Arctic cattura la vastità e l’ostilità del paesaggio senza estetizzarlo troppo. La neve, il vento, il ghiaccio: tutto diventa un personaggio vivo, onnipresente e opprimente.


La scelta di un’ambientazione reale, invece che effetti digitali o set ricostruiti, conferisce un’autenticità palpabile. La troupe ha dovuto affrontare condizioni climatiche estreme, con tempeste di neve e venti che hanno reso il set un inferno logistico. E tutto questo si riflette sullo schermo, amplificando il senso di isolamento e precarietà vissuto dal protagonista.

Mads Mikkelsen
Arctic (2018) Mads Mikkelsen

In sottrazione

Con film Cielo Arctic, Joe Penna realizza un’opera che sfida le convenzioni del cinema contemporaneo, affidandosi al potere del silenzio e dell’azione piuttosto che a dialoghi esplicativi e retroscena forzati. Mads Mikkelsen, con un’interpretazione fisica e intensa, regge l’intero film sulle proprie spalle, confermando ancora una volta il suo straordinario talento.


Senza mai scivolare nel sentimentalismo facile, Arctic lascia lo spettatore con una domanda profonda: cosa ci rende umani quando tutto il superfluo è stato strappato via? La risposta, forse, sta nel coraggio silenzioso di un uomo che, nonostante tutto, continua a camminare.

Filmografia

locandina Arctic

Arctic

Drammatico - USA 2018 - durata 110’

Titolo originale: Arctic

Regia: Joe Penna

Con Mads Mikkelsen, Maria Thelma Smáradóttir

in streaming: su Prime Video Apple TV Google Play Movies Timvision Amazon Video

locandina All Is Lost

All Is Lost

Azione - USA 2013 - durata 105’

Titolo originale: All Is Lost

Regia: J.C. Chandor

Con Robert Redford

Al cinema: Uscita in Italia il 06/02/2014

in streaming: su Apple TV Amazon Video Google Play Movies Rakuten TV