La maledizione di Shadyside non ha mai davvero smesso di pulsare sotto la superficie: il film Netflix Fear Street: Prom Queen, nuovo capitolo dell’universo horror ispirato ai romanzi di R.L. Stine disponibile dal 23 maggio, non è solo un ritorno ma è una dichiarazione di intenti.
Ambientato nel 1988, nel pieno dell’era dei lustrini, delle acconciature gonfiate e dei walkman, il film firmato da Matt Palmer si presenta come un omaggio sanguinolento agli slasher dell’epoca, ma con la consapevolezza narrativa del presente.

Shadyside High va al ballo… all’inferno
Nel film Netflix Fear Street: Prom Queen, la classe dell’88 si prepara al grande evento: il ballo scolastico. Come da tradizione, la corsa alla corona di reginetta è spietata, orchestrata da un manipolo di “ragazzacce” ben determinate a dominare. Ma il gioco prende una piega mortale quando Lizzy, un’outsider coraggiosa e ostinata, si ritrova candidata suo malgrado. Una dopo l’altra, le altre ragazze iniziano a scomparire o, meglio, a essere massacrate.
Mentre l’ansia sale, tra prove dei vestiti e party segreti, la tensione si taglia con il coltello. Letteralmente. Il mistero si infittisce e il numero di cadaveri aumenta. In questa corsa contro il tempo, tra neon e sangue, una nuova Shadyside prende forma, risvegliando il male che, forse, non aveva mai lasciato la città.
Oltre gli stereotipi
Il film Netflix Fear Street: Prom Queen gioca inizialmente con archetipi classici ma li sfuma abilmente in ritratti più umani. India Fowler dà vita a Lizzy con una performance misurata e intensa: non la classica eroina “final girl”, ma una giovane donna che affronta isolamento, pressione sociale e violenza con determinazione e vulnerabilità.
A fianco a lei, Suzanna Son e Fina Strazza incarnano la superficialità e il cinismo delle “ragazze popolari”, ma con sprazzi di profondità psicologica. E Chris Klein e Katherine Waterston, nei ruoli adulti, offrono uno sguardo sul peso generazionale della maledizione, legando le paure adolescenziali a un contesto più ampio e cupo.

Il ballo come campo di battaglia sociale
Il film Netflix Fear Street: Prom Queen non è solo un omaggio al cinema horror anni ’80. È un’esplorazione feroce dell’identità, delle dinamiche di potere al liceo e dell’ansia da conformismo. L’ambientazione scolastica, con le sue gerarchie non scritte, diventa metafora della società: chi controlla l’immagine, controlla la narrazione.
Matt Palmer scava nelle tensioni familiari e sociali che animano la cittadina operaia di Shadyside, mostrandoci come il vero orrore spesso non venga dal soprannaturale, ma dall’ordinario. Il ballo di fine anno è così teatro di invidie, esclusioni e vendette: una guerra combattuta con tacchi alti e coltelli affilati.
Esteticamente, Fear Street: Prom Queen si diverte. La fotografia ha il sapore retro del saturo, i costumi sono una lettera d’amore all’eccesso anni ’80, e la colonna sonora (piena di synth-pop, chitarre elettriche e ballad strappacuore) è il cuore pulsante del lungometraggio.
Il killer incappucciato, “con un grande senso dello stile”, come dice ironicamente Palmer, uccide con brutalità scenica, in sequenze coreografate con gusto e una certa dose di umorismo nero. Ogni morte diventa uno spettacolo, eppure nessuna è gratuita. Il sangue ha un peso, e ogni vittima ha una storia.
Il libro: R.L. Stine e il terrore in copertina rigida
A differenza dei primi tre film della saga disponibili sempre su Netflix, Fear Street: Prom Queen è il primo a prendere spunto diretto da un singolo libro della serie “La strada della paura”: L’ultimo ballo, pubblicato nel 1992. Il romanzo, rivolto a un pubblico young adult, raccontava una trama simile, dove le candidate alla corona di reginetta del ballo venivano eliminate una ad una.
Il film attualizza e amplia i contenuti del libro, conservandone però l’impianto classico. L’adattamento non cerca di sovvertire il materiale originale, ma di espanderlo, costruendo un ponte tra la nostalgia per l’horror letterario anni ’90 e le esigenze narrative di un pubblico moderno.
In definitiva, Fear Street: Prom Queen è più di un capitolo in una saga di successo: è un affondo nella psiche adolescenziale, un balletto sanguinoso che racconta quanto può far male crescere. Con il suo mix riuscito di estetica vintage, personaggi solidi e un sottotesto malinconico, Palmer firma un horror capace di intrattenere, inquietare e, in alcuni momenti, anche commuovere.
Shadyside è tornata. E il male, ancora una volta, indossa il suo vestito migliore.
Filmografia
Fear Street: Prom Queen
Horror - USA 2025 - durata 90’
Titolo originale: Fear Street: Prom Queen
Regia: Matt Palmer
Con Katherine Waterston, Ariana Greenblatt, Lili Taylor, Chris Klein, Suzanna Son, Ella Rubin
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Fear Street: 1666
Horror - USA 2021 - durata 113’
Titolo originale: Fear Street: 1666
Regia: Leigh Janiak
Con Gillian Jacobs, Ashley Zukerman, Charlene Amoia, Kiana Madeira, Ryan Simpkins, Benjamin Flores Jr.
in streaming: su Netflix Netflix Basic Ads
Fear Street: 1978
Horror - USA 2021 - durata 109’
Titolo originale: Fear Street: 1978
Regia: Leigh Janiak
Con Chiara Aurelia, Gillian Jacobs, Sadie Sink, Drew Scheid, Ashley Zukerman, Kiana Madeira
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Fear Street: 1994
Horror - USA 2021 - durata 105’
Titolo originale: Fear Street: 1994
Regia: Leigh Janiak
Con Gillian Jacobs, Sadie Sink, Darrell Britt-Gibson, Ashley Zukerman, Charlene Amoia, Kiana Madeira
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