Diciamolo subito: A Mistake, in onda su Sky Cinema Uno, non è un film che cerca di piacere a tutti i costi. Non rincorre la tensione del thriller, non indulge nel melodramma, non cerca lacrime facili. In un’epoca in cui spesso la complessità viene semplificata per il grande pubblico, Christine Jeffs sceglie la via opposta: raccontare l’ambiguità, l’errore umano, il peso della coscienza e le falle di un sistema sanitario che pretende infallibilità da chi lavora a contatto con la morte. Dopo sedici anni di silenzio cinematografico, Jeffs torna con un’opera matura, austera, e profondamente personale. Il risultato è un dramma etico chirurgicamente preciso.

Elizabeth Banks
A Mistake (2024) Elizabeth Banks

Una storia universale

Basato sull’omonimo romanzo di Carl Shuker, il film Sky A Mistake segue la parabola discendente della dottoressa Elizabeth “Liz” Taylor (interpretata da una sorprendente Elizabeth Banks), chirurga brillante di un ospedale di Auckland, la cui carriera subisce un brusco arresto a seguito della morte inaspettata di una paziente, Lisa, durante il post-operatorio.


Il fatto scatenante è semplice, quasi banale per chi lavora in sala operatoria: un giovane medico in formazione, Richard, inserisce maldestramente un trocar durante un’operazione d’emergenza. Liz lo corregge prontamente e la procedura sembra concludersi con successo. Ma la mattina dopo, Lisa muore in terapia intensiva. La domanda che attraversa il film - di chi è la colpa? - resta senza una risposta netta. Come spesso accade nella realtà.


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Una donna sotto il bisturi del sistema

Liz è l’epicentro di tutto il film Sky A Mistake. Jeffs la osserva da vicino, nel suo controllo apparente, nella sua compostezza che si sgretola progressivamente. Banks, qui in una delle sue interpretazioni più intense, costruisce una figura credibile di donna forte ma isolata, dedita al lavoro ma emotivamente inaccessibile, che tenta di tenere insieme la propria integrità mentre tutto intorno le crolla: la relazione con la sua compagna Robin (Mickey Sumner), la stima dei colleghi, il suo stesso senso di giustizia.


Questa chirurgia dell’identità avviene in parallelo con la chirurgia fisica mostrata sullo schermo. Le scene operatorie sono realistiche, invasive, disturbanti. Ma il vero cuore aperto del film è quello morale.

Elizabeth Banks
A Mistake (2024) Elizabeth Banks

Tra etica, responsabilità e trasparenza

A Mistake, prima visione assoluta targata Sky, è, soprattutto, un film sull’etica medica. Jeffs non semplifica, non giudica. Mette in scena le dinamiche interne di un ospedale dove la medicina si intreccia con la burocrazia, la paura legale, le politiche aziendali. L’idea, distopica ma non così lontana dalla realtà, che i risultati chirurgici debbano essere pubblicati online come recensioni di ristoranti, è una delle tante provocazioni lucide del film.


Liz si oppone con forza a questo modello, prefigurando un mondo in cui i chirurghi rifiuteranno di operare i pazienti più complessi pur di salvaguardare il proprio “punteggio”. Ma la sua protesta la isola ancora di più. Andrew (Simon McBurney), dirigente freddo e paternalista, incarna l’amministrazione pronta a sacrificare il singolo per salvare l’immagine dell’istituzione. Il confronto tra i due è feroce ma, purtroppo, narrativamente sbilanciato: McBurney è ridotto a un antagonista monodimensionale.

Un mondo di contorni sfumati

Jeffs costruisce l’intero film attorno a questa zona grigia tra colpa e responsabilità. Non si tratta di stabilire se Liz abbia fatto “un errore”, ma di capire cosa succede dopo: la pressione mediatica, il silenzio degli alleati, le voci che si moltiplicano nei corridoi. Richard, travolto dalla colpa, si sfalda. Robin prende le distanze. La casa stessa di Liz diventa ostile: un’infestazione di insetti, il cane della sorella da accudire, piccoli disagi che amplificano il senso di caos.


Non c’è mai una catarsi vera. Non c’è redenzione. Solo un lungo, doloroso confronto con le conseguenze. Fino all’ultima scena, in cui Liz si reca dai genitori di Lisa per raccontare, finalmente, tutta la verità. Ma anche lì, Jeffs evita il sentimentalismo. La chiusura è ambigua, malinconica, coerente.


La regia di Jeffs è sobria, controllata, quasi documentaristica. I toni freddi della fotografia di John Toon rispecchiano il grigiore morale della vicenda. Auckland, mai così spoglia e impersonale, diventa un personaggio silenzioso: traghetti che solcano le acque come metafora del passaggio da una sponda all’altra, palazzoni asettici, interni spogli dove ogni parola pesa.


Frank Ilfman firma una colonna sonora discreta, mai invadente, che accompagna il declino emotivo di Liz con archi misurati e pause cariche di tensione.

Un film chirurgico… forse troppo

A Mistake non è un film perfetto. I personaggi secondari sono spesso abbozzati. Alcuni temi (come il passato familiare di Liz o l’errore iniziale della diagnosi errata di Lisa) restano sullo sfondo, non sviluppati. Alcune scelte narrative, poi, sembrano più funzionali che autentiche.


Eppure, il film resta in mente. Non tanto per ciò che mostra, quanto per ciò che suggerisce: il peso schiacciante della responsabilità, il terrore di fallire, la solitudine dei professionisti che affrontano ogni giorno scelte irreversibili.


A Mistake
non emoziona ma scuote. Fa pensare, più che sentire. È un’opera che mette il bisturi nella carne viva dell’etica contemporanea, senza anestesia.


E Christine Jeffs, con la sua regia asciutta, dimostra che anche senza clamore si può fare un cinema che non ha paura del silenzio, dell’ambiguità, della complessità. In un mondo che grida alla colpa, A Mistake sussurra una verità scomoda: a volte l’errore non è ciò che accade, ma come decidiamo di reagire.

Filmografia

locandina A Mistake

A Mistake

Drammatico - Nuova Zelanda/Gb 2024 - durata 101’

Titolo originale: A Mistake

Regia: Christine Jeffs

Con Elizabeth Banks, Mickey Sumner, Simon McBurney, Fern Sutherland, Emmett Skilton

in TV: 17/06/2025 - Sky Cinema Uno - Ore 15.40

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