Non sono stata io, il film per la tv trasmesso da Top Crime il 16 marzo, fonde il dramma relazionale con il mistero di un omicidio, portando sullo schermo una storia in cui niente è come sembra. Diretto con una tensione crescente e una narrazione piena di svolte inaspettate, il film affronta tematiche come l’infedeltà, la gelosia e la violenza nascosta dietro le maschere della rispettabilità borghese.

Un’indagine tra sospetti e tradimenti
La vicenda del film di Top Crime Non sono stata io ha inizio con Mary (Austin Highsmith), una donna sposata che cede alla tentazione di una notte di passione con Trevor (Luke Edwards), un amico di famiglia. Il mattino dopo, entrambi decidono di dimenticare l’accaduto e di non rivelarlo ai rispettivi coniugi. Tuttavia, il matrimonio di Mary con Charlie (Alan Powell), un uomo dal fascino ribelle e dai segreti pericolosi, è già in crisi. Quando Charlie torna a casa con evidenti segni di un altro incontro clandestino, la fiducia tra i due inizia a sgretolarsi.
Dopo una cena di coppia imbarazzante con Trevor e sua moglie Susan (Valerue Azlynn), Mary inizia a sospettare che Charlie la tradisca. Seguendolo fino alla casa che sta ristrutturando, scopre con orrore il suo cadavere, vittima di un omicidio brutale. L’indagine viene affidata all’affascinante detective Malone (J. Teddy Garces), che inizialmente si mostra empatico con Mary, ma col tempo inizia a sospettare di lei.
Con il diffondersi delle voci su un possibile coinvolgimento di Mary nell’omicidio del marito, la sua vita va in pezzi. Il rapporto con la cognata Crystal si complica ulteriormente: ossessionata dal fratello defunto, la donna accusa apertamente Mary di essere l’assassina. Nel frattempo, Trevor si fa sempre più insistente nel voler stare vicino a Mary, ma il suo comportamento oscilla tra il premuroso e l’inquietante, facendola dubitare delle sue vere intenzioni.
A peggiorare le cose, Mary subisce un’intrusione in casa e si rifugia da Trevor e Susan. È qui che le tensioni si intensificano e la verità comincia a emergere.
Personaggi complessi e ambiguità morali
Uno degli aspetti più intriganti film di Top Crime Non sono stata io è la caratterizzazione dei suoi protagonisti, tutti coinvolti in una rete di menzogne e relazioni tossiche. Mary è il centro emotivo della storia, una donna apparentemente vittima delle circostanze, ma che si rivela progressivamente più determinata e resiliente. Dopo aver perso il marito in circostanze misteriose, si ritrova al centro di un’indagine che la vede prima sospettata, poi preda di pericolosi giochi di potere. Il suo passato, segnato da un tradimento, la rende vulnerabile agli occhi degli altri, ma sarà proprio questa esperienza a spingerla a lottare per scoprire la verità.
Al suo fianco si muove Trevor, un uomo che inizialmente sembra solo un amante pentito e protettivo, ma che col tempo svela un’ossessione inquietante per Mary. La sua trasformazione da confidente a potenziale minaccia è uno degli snodi narrativi più interessanti del film, portando lo spettatore a domandarsi fino all’ultimo se sia davvero lui il colpevole.
A incarnare la perfidia nascosta dietro una facciata rassicurante è Susan, personaggio chiave del film e vero volto dell’inganno. Moglie devota e amica premurosa in apparenza, è in realtà un’abile manipolatrice, capace di mentire, tradire e uccidere pur di ottenere ciò che vuole. La sua evoluzione da personaggio di supporto a villain principale è uno dei momenti più sorprendenti della narrazione.
Intorno a loro si muovono figure secondarie altrettanto rilevanti, come Crystal (Lorna Street Dopson), la cognata di Mary, che si rivela invadente e ostile, ma che nel momento cruciale giocherà un ruolo decisivo per il destino della protagonista. Il detective Malone, invece, rappresenta la classica figura dell’uomo di legge affascinante e inflessibile, inizialmente scettico nei confronti di Mary, ma pronto a ricredersi quando la verità viene finalmente a galla.

Tematiche di inganni e ossessioni
Più di un semplice thriller, film di Top Crime Non sono stata io si addentra nei territori della psicologia umana, mettendo in scena un gioco al massacro in cui i confini tra amore e ossessione si fanno sempre più labili. Il film esplora il tema del tradimento non solo come atto fisico, ma come elemento scatenante di una spirale di bugie e sospetti che porta alla rovina tutti i personaggi coinvolti. Le relazioni extraconiugali di Mary, Trevor e Susan non sono solo scappatelle, ma veri e propri detonatori di eventi tragici, capaci di distruggere vite e alimentare rancori mortali.
Al cuore della storia c’è anche un ritratto inquietante dell’ossessione. Se Trevor incarna l’amore non corrisposto che si trasforma in desiderio di possesso, Susan rappresenta l’incapacità di accettare un rifiuto e la volontà di distruggere tutto ciò che ostacola i propri desideri. Il film suggerisce così che l’amore, quando contaminato da gelosia e vendetta, può diventare una forza distruttiva capace di trasformare chiunque in un potenziale assassino.
Un altro elemento sottile ma significativo è la percezione della colpevolezza basata sul genere. Mary, in quanto donna, viene immediatamente sospettata e giudicata per le sue scelte personali, mentre i veri colpevoli riescono per gran parte del film a nascondersi dietro il pregiudizio che vede la moglie tradita come un’inevitabile manipolatrice. Con questo ribaltamento, Non sono stata io gioca abilmente con le aspettative del pubblico, portando lo spettatore a mettere in discussione ogni certezza fino al colpo di scena finale.
Il finale spiegato
Il climax del film di Top Crime Non sono stata io si raggiunge quando Trevor cerca di avvicinarsi a Mary in modo sempre più insistente. Mary, ormai certa che sia lui l’assassino di Charlie, cerca di pugnalarlo, ma viene sopraffatta. Sarà Susan, con una mossa apparentemente eroica, a fermare Trevor con un colpo di pistola.
Ma ecco la rivelazione: è proprio Susan la vera assassina di Charlie. Il suo movente è la gelosia e il rifiuto. La relazione extraconiugale con Charlie si era trasformata in un’ossessione, e quando lui aveva deciso di porvi fine per restare con Mary, Susan aveva reagito con un omicidio a sangue freddo.
Dopo aver eliminato Trevor, Susan si prepara a sbarazzarsi anche di Mary, con l’intenzione di inscenare un omicidio-suicidio. Ma proprio mentre sta per compiere il suo ultimo atto criminale, Crystal e il detective Malone arrivano in tempo per fermarla. Mary si salva per un soffio, mentre Susan viene arrestata.
Il film si conclude con Mary che decide sorprendentemente di trasferirsi con la famiglia del marito defunto, una scelta che lascia spazio a molte interpretazioni. È una forma di redenzione? Un modo per ricostruire ciò che è stato distrutto? O semplicemente un altro capitolo di una vita segnata da scelte sbagliate?
Non sono stata io riesce a intrattenere con la sua trama intricata e i suoi personaggi ambigui, mantenendo alta la tensione fino all’ultimo minuto. Pur utilizzando alcuni cliché del genere, il film riesce a sorprendere con un finale ben costruito e una villain che resta impressa. Un’opera perfetta per gli amanti del mistero e dei drammi psicologici.
Filmografia
Non sono stata io
Thriller - USA 2017 - durata 90’
Titolo originale: A Deadly Affair
Regia: David Bush
Con Valerie Azlynn, Austin Highsmith, Luke Edwards, Alan Powell, Lorna Street Dopson, Jannette Sepwa
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