Nel mondo sempre più saturo dei revenge thriller e dell’action da piattaforma on demand, il film Section 8 (Sezione 8) in onda su Rai 4 il 28 marzo in prima tv si presenta con una promessa ambiziosa: unire il pathos del dramma familiare alla brutalità delle operazioni black-ops. Diretto da Christian Sesma, scritto da Chad Law e Josh Ridgway, e interpretato da un cast ricco di nomi noti come Ryan Kwanten, Scott Adkins, Mickey Rourke, Dermot Mulroney e Dolph Lundgren, il film sembra inizialmente voler rispettare ogni cliché del genere, salvo poi tentare una deviazione.

Scott Adkins
Sezione 8 (2022) Scott Adkins

Da vittima a carnefice, e ritorno

Jake Atherton (Kwanten), il protagonista del film di Rai 4 Section 8 (Sezione 8), è un ex marine che cerca di lasciarsi la guerra alle spalle, riparando motori nell’officina dello zio Earl (Rourke) e cercando di vivere una vita normale con moglie e figlio. Ma quando una gang minaccia Earl e Jake reagisce, la rappresaglia è brutale: sua moglie e suo figlio vengono assassinati. Jake, fuori di sé, compie una strage per vendetta e finisce condannato all’ergastolo.


Fin qui, tutto già visto. Ma è qui che Section 8 (Sezione 8) cambia marcia: il carcere diventa solo un ponte verso qualcosa di più oscuro. Jake viene reclutato da una misteriosa agenzia governativa — la Sezione 8, appunto — guidata da Sam Ramsey (Mulroney). La loro missione? Uccidere “nemici dello Stato”, spesso su base arbitraria e senza prove. Jake, riluttante ma intrappolato, accetta. Ma più va a fondo, più scopre che la sua vendetta iniziale era solo una pedina in un gioco molto più grande.

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Archetipi che provano a respirare

Jake Atherton è il fulcro morale del film di Rai 4 Section 8 (Sezione 8), ma è anche il più prevedibile. È l’uomo distrutto, che passa dalla furia cieca alla ricerca di senso. Kwanten non ha il fisico dell’eroe action classico e questo è un bene: porta un’umanità più accessibile, seppure soffocata da una sceneggiatura che spesso forza la mano sull’emotività. Le sue reazioni sono sincere, ma il film non gli lascia lo spazio per farle brillare davvero.


Sam Ramsey, interpretato da Mulroney, è un antagonista in guanti bianchi, ambiguo finché non rivela il suo volto cinico. Il suo carisma è uno dei punti forti del film, anche se tende spesso al manierismo da villain da manuale.


Scott Adkins, nel ruolo del killer Locke, è la vera attrazione action: brutale, elegante, letale. La sua scena nel casinò è un mini-film nel film, e il duello finale con Jake regge tutto il terzo atto.


Mickey Rourke, nel ruolo del mentore Earl, offre un’interpretazione bizzarra e stranamente intensa, fatta di gesti, pause e un senso di decadenza reale. Dolph Lundgren invece resta più marginale: la sua presenza aggiunge valore iconico, ma non trova una vera funzione narrativa fino alla parte finale, dove rivela un doppio gioco prevedibile ma efficace.

Mickey Rourke
Sezione 8 (2022) Mickey Rourke

Giustizia, manipolazione e moralità grigia

Il film di Rai 4 Section 8 (Sezione 8) gioca con alcuni temi interessanti, anche se spesso li tratta in modo superficiale. La vendetta è solo il punto di partenza; ciò che il film realmente vuole esplorare è l’idea del potere senza controllo. La Sezione 8 rappresenta un’autorità parallela, che agisce nell’ombra e manipola il trauma altrui per i propri fini. Jake è il classico “strumento rotto” nelle mani dello Stato profondo, e il film prova a riflettere su quanto facilmente il dolore personale possa essere usato per giustificare atrocità.


C’è anche una critica implicita alle narrazioni patriottiche che glorificano l’eroismo cieco: Jake è il soldato perfetto proprio perché distrutto, senza più nulla da perdere. Quando recupera una coscienza - rifiutandosi di uccidere un senatore populista per il solo fatto di essere scomodo - diventa un bersaglio.


Tuttavia, il film non spinge davvero a fondo queste riflessioni. Le accenna, le insinua, ma poi ritorna all’azione pura, agli scontri corpo a corpo, ai proiettili che volano. Il cuore del film è spezzato tra l’ambizione tematica e la sua natura di prodotto d’intrattenimento.

Muscoli e stile

Sul piano dell’azione, il film di Rai 4 Section 8 (Sezione 8) non delude. Le scene sono coreografate con cura, grazie alla regia di Sesma e alla mano esperta del coordinatore stunt Luke LaFontaine. Gli scontri sono leggibili, fisici, a tratti brutali. La scena nel casinò con Adkins, e il duello finale nell’appartamento di Jake, sono il meglio che il lungometraggio offre in termini di tensione e spettacolarità.


La fotografia e il montaggio, però, oscillano. Alcune sequenze ricordano i direct-to-DVD degli anni ’90, con luci piatte e tagli troppo rapidi. Altre mostrano sprazzi di eleganza visiva, specialmente nelle scene domestiche e nei momenti di lutto. Questo contrasto evidenzia il dualismo interno al film: tra il voler essere un action adrenalinico e l’ambizione di raccontare qualcosa di più profondo.

Un’identità divisa

Section 8 (Sezione 8), titolo inedito di Rai 4, è un film che cambia pelle più volte: da revenge movie a prison drama, da thriller politico a action puro. In ognuna di queste incarnazioni, ha qualcosa da offrire, ma anche qualcosa che manca. I personaggi secondari spesso risultano abbozzati, i dialoghi a tratti meccanici. Eppure, il film non è mai noioso. Si muove con un ritmo serrato, non si perde in sottotrame inutili e arriva al punto in meno di 100 minuti.


La scelta di concludere con l’idea di una “Sezione 9” è allo stesso tempo una trovata ironica e una promessa (o minaccia) di sequel. Non tanto un finale, quanto una ripartenza. E forse una critica implicita al sistema stesso che il film racconta: elimini una struttura corrotta e ne crei un’altra identica con un nome nuovo.


Section 8
(Sezione 8) non è un film perfetto, ma è onesto. Non reinventa il genere, ma ci prova. Il suo problema più grande è l’equilibrio: vuole essere un action old-school, un dramma sul trauma, una denuncia delle black ops, ma finisce per sfiorare tutto senza affondare davvero. Eppure, grazie a un cast efficace (soprattutto Adkins), a momenti di azione ben realizzati e a un protagonista non convenzionale, riesce comunque a farsi guardare.


In un panorama affollato di cloni senz’anima, Section 8 (Sezione 8) è un film che almeno prova ad avere un cuore. Magari è un cuore sporco, segnato, poco originale. Ma batte ancora. E per certi spettatori, questo potrebbe bastare.

Filmografia

locandina Sezione 8

Sezione 8

Thriller - Usa 2022 - durata 98’

Titolo originale: Section 8

Regia: Christian Sesma

Con Ryan Kwanten, Dolph Lundgren, Dermot Mulroney, Mickey Rourke, Scott Adkins

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