Nel labirinto emotivo della maternità surrogata, il film Mamma a tutti i costi su Tv8 il 17 aprile gioca la sua partita più disturbante: quella tra amore materno, controllo e identità rubate. Dietro una trama che a prima vista sembra un semplice thriller domestico, si nasconde una riflessione inquietante sul concetto di maternità biologica e acquisita, sulle crepe della legge e sui traumi tramandati come un’eredità tossica.

Da sogno a incubo in nove mesi
All’inizio del film di Tv8 Mamma a tutti i costi, Josh e Danielle sono una giovane coppia benestante, esteticamente perfetta e determinata ad avere un figlio nonostante le difficoltà a concepire. Scartata l’adozione, scelgono la via della maternità surrogata, affidandosi a un’agenzia guidata dalla rassicurante ma ambigua Carol. La scelta ricade su Kailee, una giovane donna che sembra l’ideale: dolce, empatica, con un passato da adottata che la rende emotivamente vicina al concetto di “famiglia scelta”.
Ma fin dal parto, qualcosa si incrina. Kailee, che sembrava una pedina perfetta nel piano dei Thompson, si trasforma. Dopo aver dato alla luce la piccola Sophie, sviluppa un attaccamento morboso e inizia a presentarsi senza invito, insinuandosi sempre più nella vita della coppia. Da quel momento, il film si trasforma: non più una storia di nascita, ma un thriller psicologico sull’invasione, l’ossessione e i segreti che si nascondono dietro le buone intenzioni.
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Personaggi: maschere che cadono
Danielle è il fulcro razionale del film di Tv8 Mamma a tutti i costi. La sua trasformazione da futura madre entusiasta a donna pronta a tutto per proteggere sua figlia è la più credibile e coinvolgente. È lei a intuire che c’è qualcosa di sbagliato in Kailee prima di Josh, ed è anche lei a rispondere con fermezza al pericolo.
Josh, affascinante ma più ingenuo, incarna lo stereotipo del marito moderno ma a tratti distratto. La sua connessione ambigua con l’amico hacker Tyler, mai del tutto esplorata, lascia spazio a sottotesti interessanti ma non sviluppati.
Kailee è la figura più complessa. Apparentemente instabile e pericolosa, si rivela invece vittima di un destino che non ha scelto: non è adottata, ma rapita da una donna che le ha mentito per tutta la vita. Il suo crollo psicologico è il frutto di una maternità negata, vissuta per procura e poi tolta di nuovo.
Carol, infine, è la vera antagonista. Dietro la maschera della mediatrice materna, si cela una figura inquietante: una donna che ha perso suo figlio e ha passato la vita a compensare quel vuoto con la manipolazione, arrivando a usare sua “figlia” Kailee come mezzo per impossessarsi di un altro bambino.

Maternità, identità, controllo
Il film di Tv8 Mamma a tutti i costi mette in discussione l’idea di maternità come diritto naturale. La surrogazione viene mostrata non come un contratto, ma come un campo minato emotivo e legale. La domanda centrale è: chi è davvero una madre? Chi partorisce o chi cresce? Chi ama in modo sano o chi ama fino a distruggere?
Il film esplora anche la fragilità delle istituzioni. La polizia è spesso inutile, la legge è cieca davanti all’ossessione, la psicoterapia è usata come scudo e non come cura. Il mondo intorno ai protagonisti è complice, o perlomeno inadeguato.
Il finale spiegato
L’apice del film di Tv8 Mamma a tutti i costi arriva quando si scopre che Carol è in realtà la donna dell’incipit: la stessa che anni prima ha perso un figlio durante il parto e ha rapito Kailee. La surrogazione di Sophie è parte di un piano lungo decenni, in cui Kailee è stata plasmata come strumento e non come persona.
Ma proprio nel momento in cui il piano sembra giunto al suo culmine (Carol entra in casa per portare via Sophie, dopo aver ucciso la terapeuta di Kailee e pugnalato Josh) accade l’inaspettato: Kailee, ormai spezzata ma lucida, uccide Carol per salvare Danielle e la bambina. Il suo gesto è disperato, ma finalmente libero. Non per vendetta, ma per affermare un’identità che per tutta la vita le è stata negata.
La scena finale, con Kailee portata via dalla polizia e Danielle e Josh sotto la pioggia con la loro bambina, chiude il cerchio: nessuno esce davvero vincitore, ma almeno il ciclo di controllo e violenza si interrompe.
Mamma a tutti i costi non è un capolavoro tecnico né un film raffinato. La regia è funzionale, la sceneggiatura a volte troppo esplicita, i colpi di scena telefonati. Ma la sua forza sta nell’impatto emotivo e nel messaggio disturbante: il desiderio di essere madre può diventare una gabbia, una follia, un’arma. Non basta volere un figlio “a tutti i costi”: bisogna sapere dove finisce l’amore e dove inizia il possesso.
Per un pubblico abituato ai thriller “soft”, potrebbe risultare eccessivo. Ma per chi è disposto a guardare oltre le apparenze, Mamma a tutti i costi è un racconto disturbante sulla maternità come ossessione. E lascia un dubbio potente: e se il vero pericolo non fosse chi appare fragile e instabile, ma chi è convinto di avere diritto su un altro essere umano?
Filmografia
Mamma a tutti i costi
Thriller - USA 2018 - durata 90’
Titolo originale: The Surrogate
Regia: Isak Borg, Dena Hysell-Cornejo
Con Kelly Thiebaud, Brian Ames, Jaclyn Hales, Maeve Quinlan, Jim Meskimen, Kit Williamson
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