Nel cuore della Lapponia finlandese, dove la terra è dura, il vento tagliente e la storia intrisa di sangue e silenzio, prende vita una leggenda: Sisu - L’immortale, in onda su Rai 4 il 23 maggio, non è solo un film d’azione. È un’ode brutale e visionaria alla resilienza, una parabola muta di vendetta e sopravvivenza, un western nevrotico travestito da epopea bellica. Firmato da Jalmari Helander, è il colpo di fucile che scuote il cinema finlandese e che merita tutta l’attenzione di chi crede ancora che l’azione possa raccontare molto più delle parole.

Una linea retta carica di polvere da sparo
Il film di Rai 4 Sisu – L’immortale ci porta nel 1944 quando la Seconda Guerra Mondiale volge al termine. In una Finlandia martoriata, un cercatore d’oro solitario di nome Aatami Korpi (interpretato con intensità granitica da Jorma Tommila) trova una vena d’oro. Ma non c’è banca all’orizzonte, solo una distesa di nulla e una colonna nazista pronta a fargli la pelle. I soldati tedeschi, guidati dal gelido Bruno Helldorf (Aksel Hennie), vogliono l’oro. Aatami vuole vivere. E così comincia la caccia.
La storia è essenziale, quasi scheletrica. Ma la sua potenza sta nella sintesi: un uomo, un obiettivo, un esercito di ostacoli. Ogni scontro è un capitolo, ogni ferita una medaglia. La semplicità non è povertà narrativa, ma decisione stilistica: Sisu - L’immortale non si perde in sottotrame, punta dritto al cuore del mito.
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Aatami, la carne viva del silenzio
Nel film di Rai 4 Sisu - L’immortale,Aatami Korpi è l’incarnazione stessa del concetto di “sisu”, un termine finlandese intraducibile che racchiude determinazione, tenacia, resistenza oltre ogni limite. Ex soldato, diventato leggenda, non parla quasi mai. La sua voce è quella della terra scavata, delle fiamme attraversate, delle ossa spezzate e rimesse in piedi con le proprie mani. Quando gira l’anello al dito, non c’è bisogno di spiegare. L’amore perduto, il passato bruciato: tutto sta lì.
Il corpo di Aatami è un paesaggio: cicatrici, ustioni, ferite cucite con filo di fortuna. È la Finlandia distrutta eppure ancora viva. È la natura che non si arrende. Helander, regista, lo mostra con rispetto e ferocia, inquadrandone ogni smorfia come in un duello da spaghetti western.
Nazisti in fuga, uomini senza futuro
Bruno, il comandante nazista interpretato da Aksel Hennie, è il volto dell’avidità disperata. Il suo sogno non è più la vittoria, ma la fuga. L’oro di Aatami rappresenta l’unica uscita da un inferno che sa già di sconfitta. Intorno a lui, un manipolo di soldati codardi, cinici o semplicemente persi – tra cui spicca Wolf, un autentico psicopatico in divisa.
La costruzione dei villain è deliberatamente sopra le righe. Sono l’archetipo del male, ma anche uomini alla deriva. Il film di Rai 4 Sisu – L’immortale non li umanizza, ma li fa collassare sotto il peso della loro stessa brutalità. E quando le donne prigioniere, tra cui la coraggiosa Aino (Mimosa Willamo), decidono di reagire, la narrazione prende una piega ancora più esplosiva.

Tra mito, guerra e resistenza
Helander ha dichiarato di non voler fare un film storico. E infatti il film Rai 4 Sisu – L’immortale è un western travestito da war movie, un racconto mitico che usa la guerra come sfondo, non come soggetto. Il punto non è la verità, ma la leggenda. Il protagonista è un eroe epico in un mondo post-apocalittico. Più che con Rambo, il paragone andrebbe fatto con Mad Max, o meglio ancora, con la mitologia nordica.
Il cane di Aatami, salvo e fedele, è più che un espediente emotivo: è la speranza che resiste. Il silenzio dei personaggi è la lingua della guerra vera. La Lapponia, con i suoi paesaggi spogli e le sue luci brevi, è un personaggio essa stessa: muta, severa, inospitale, ma eternamente viva.
Violenza estetica e ritmo tarantiniano
Helander gira il film di Rai 4 Sisu – L’immortale come un fumetto pulp esploso su pellicola. Ogni scena d’azione è una coreografia macabra, dove la logica è piegata all’immaginazione. Un uomo lanciato in aria da una mina? Una mina usata come torta in faccia? Un corpo che respira sott’acqua? Tutto assurdo, ma tutto perfettamente coerente con l’universo narrativo creato.
Lo stile è dichiaratamente tarantiniano, ma con una voce propria. Helander non cerca di imitare, bensì di declinare il genere alla sua maniera. Il film è diviso in capitoli, come un romanzo pulp. L’umorismo nero s’insinua dove meno te lo aspetti. L’iperbole è la regola.
Sisu – L’immortale non è un film che cerca di piacere a tutti. È un’opera di genere, dura e sfacciata, che si prende il rischio di essere troppo per molti e giusta per pochi. Non racconta una guerra, ma un uomo che ha deciso di sopravvivere a qualunque costo. È una dichiarazione d’amore al cinema d’azione “fatto in casa”, con pochi mezzi ma idee chiarissime. È cinema che non si scusa per essere eccessivo. Ed è proprio questo il suo valore.
Un film che lascia cicatrici, come il suo protagonista. Un western bellico nordico dove l’oro vale meno del coraggio. Dove la vendetta si mescola alla poesia del paesaggio. Dove il silenzio dice tutto. E dove, alla fine, resta solo una parola: Sisu. In attesa di Sisu 2, sul set.
Filmografia
Sisu - L'immortale
Guerra - Finlandia 2022 - durata 91’
Titolo originale: Sisu
Regia: Jalmari Helander
Con Aksel Hennie, Jorma Tommila, Jack Doolan, Onni Tommila, Mimosa Willamo
in streaming: su Apple TV Microsoft Store Google Play Movies Rakuten TV Amazon Video
Sisu 2
Azione - Finlandia, USA 2025 - durata 0’
Titolo originale: Sisu 2
Regia: Jalmari Helander
Con Stephen Lang, Richard Brake, Jorma Tommila, Einar Haraldsson, Jaakko Hutchings, Ergo Küppas
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