Nessuna concessione alla delicatezza: Cut Off, il film proposto da Rai 4 la sera dell’11 maggio, è una corsa a perdifiato nel buio della psiche umana, un thriller che affonda il bisturi nel corpo e nell’anima senza anestesia. Tratto dal bestseller di Sebastian Fitzek e Michael Tsokos, e diretto da Christian Alvart, è insieme un esercizio di tensione, un’orgia visiva e una riflessione (per quanto rozza) sul dolore, la vendetta e il trauma.

Una caccia al tesoro tra i morti
Il film di Rai 4 Cut Off comincia con un cadavere. Paul Herzfeld (Moritz Bleibtreu), brillante medico legale di Berlino, trova durante un’autopsia una capsula nascosta nel cranio di una donna. Dentro, un messaggio agghiacciante: sua figlia Hannah è stata rapita. Per salvarla, dovrà seguire una serie di indizi disseminati… nei corpi delle vittime.
Ma il gioco si fa ancora più crudele: la prossima tappa della macabra caccia al tesoro si trova sull’isola di Helgoland, tagliata fuori dal mondo da una tempesta. Qui entra in scena Linda (Jasna Fritzi Bauer), una fumettista che si è rifugiata sull’isola per sfuggire al suo passato. Senza alcuna preparazione medica, sarà lei, guidata da Herzfeld via telefono, a dover sezionare i cadaveri alla ricerca di nuovi indizi. Il tutto mentre un assassino si aggira, forse proprio sull’isola.
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Carne e psiche
Nel film di Rai 4 Cut Off, i personaggi si muovono come tessere di un puzzle macabro, ciascuno con le proprie ferite e ossessioni. Paul Herzfeld, interpretato da Moritz Bleibtreu, è il classico eroe tragico: competente, tormentato, pronto a tutto per la figlia. La sua determinazione a salvarla lo spinge oltre i limiti della razionalità, trasformandolo in un uomo disposto a tutto pur di riportarla a casa.
Parallelamente, Linda, la giovane fumettista interpretata da Jasna Fritzi Bauer, è la sorpresa del film. Vittima e improvvisata eroina, è l’anello debole che diventa indispensabile. Bauer le dona un’umanità ruvida, oscillante tra panico, black humor e determinazione.
Jan Erik Sadler, interpretato da Lars Eidinger, è l’antagonista principale: sadico, disturbato, grottesco. Il suo ghigno da cartoon e le motivazioni da revenge fantasy lo rendono più un archetipo che una minaccia reale, ma Eidinger lo interpreta con un eccesso teatrale che, se non altro, colpisce.
Ender Müller, il custode della clinica sull’isola, e Ingolf von Appen, un giovane assistente di Herzfeld, completano il quadro. Ender offre supporto logistico e morale, mentre Ingolf, nonostante la sua goffaggine, si rivela utile in momenti cruciali.

Trauma, isolamento, violenza
Il film di Rai 4 Cut Off si muove su un doppio binario: da un lato l’analisi della sofferenza, dell’abuso e del senso di colpa; dall’altro, un thriller grottesco che trasforma i cadaveri in enigmi da risolvere. Il film tocca temi pesanti: la vendetta come unica forma di giustizia, l’eredità del dolore, la banalità del male. Ma lo fa senza sottigliezza. Più che riflettere, il film urla.
L’isolamento geografico di Helgoland diventa specchio di quello emotivo: Linda è sola con i suoi fantasmi, Herzfeld è tagliato fuori dal mondo e da sua figlia, l’assassino si nasconde nell’ombra come un trauma mai affrontato. La dissezione dei corpi diventa metafora di un tentativo disperato di ricomporre ciò che è stato rotto: relazioni, identità, verità.
Alvart non gira un film: lo orchestra come uno shock visivo continuo. Il montaggio serrato, il sonoro martellante, l’uso esasperato della luce (come nelle sequenze con il faro o i bagliori stroboscopici) creano un’esperienza sensoriale opprimente. La regia cerca il pathos ma trova spesso l’eccesso.
Le scene d’autopsia sono il cuore (putrescente) di Cut Off. Sono morbose, dettagliate, visivamente disturbanti. Eppure, in quel sadico sezionare c’è anche un’innegabile fascinazione estetica: la carne diventa set, i cadaveri enigmi estetici da svelare. È qui che si vede la mano dello sceneggiatore Michael Tsokos, patologo nella vita reale.
Una tensione strutturale
Il film di Rai 4 Cut Off è “pop” nel senso più esplicito del termine. Non vuole essere arte, vuole essere intrattenimento. Ma qui sorge il problema: ciò che funziona su carta - le teorie, i colpi di scena verbali, la costruzione a puzzle - risulta faticoso e verboso su schermo. Le spiegazioni soffocano l’azione, le rivelazioni si accumulano senza respiro. E la tensione emotiva si diluisce in un crescendo che rischia il ridicolo.
Ragione per cui Cut Off è un film che divide. Per alcuni sarà un thriller ansiogeno, cupo e avvincente, per altri una baracconata iperbolica senza logica. Ma è anche un raro esempio di cinema di genere tedesco che osa, che spinge sull’acceleratore visivo ed emotivo. Un film che si sporca le mani. Letteralmente.
Chi è pronto a sospendere l’incredulità e accettare un racconto iperbolico, violento e a tratti assurdo, troverà in Cut Off una corsa allucinata tra patologie e passioni umane. Chi cerca coerenza, introspezione o sobrietà… farebbe meglio a scegliere un altro titolo.
Filmografia
Cut Off
Thriller - Germania 2018 - durata 132’
Titolo originale: Abgeschnitten
Regia: Christian Alvart
Con Moritz Bleibtreu, Jasna Fritzi Bauer, Lars Eidinger, Fahri Yardim, Enno Hesse, Christian Kuchenbuch
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