Nel panorama sempre più affollato dei thriller psicologici per la tv, il film Ambigua ossessione su Rai 2 l’11 luglio in seconda serata riesce a distinguersi con una storia che, sotto la superficie patinata, nasconde un’indagine disturbante sull’ossessione per il successo, l’identità e la fragilità emotiva che si cela dietro le apparenze impeccabili. Diretto da Rob Malenfant e interpretato da Lauralee Bell nei panni della brillante e compassionevole dottoressa Carol Allen, il film si sviluppa come un crescendo di tensione domestica, manipolazione psicologica e ambiguità morale.

Lauralee Bell, Virginia Tucker
Ambigua ossessione (2018) Lauralee Bell, Virginia Tucker

Quando meritocrazia equivale a vendetta

La storia del film di Rai 2 Ambigua ossessione ruota attorno alla dottoressa Carol Allen, medico stimato, madre affettuosa e simbolo di perfezione borghese. Quando sua figlia Lacey viene ammessa a Vanderten, prestigiosa università dell’élite, Carol si ritrova improvvisamente sola. Per colmare il vuoto, accetta di ospitare Melissa Waters, una giovane apparentemente sfortunata con un passato traumatico e un futuro incerto.


Quello che Carol non sa è che Melissa non esiste: è un’identità fittizia dietro cui si nasconde Nikki, una studentessa frustrata e brillante, rimasta esclusa dalla stessa università, una decisione che attribuisce all’“ingiustizia del sistema” e, soprattutto, a Lacey, privilegiata bionda e figlia di un medico. Il suo piano è metodico e folle: infiltrarsi nella vita della madre di Lacey, guadagnarne la fiducia, distruggerne la reputazione, e costringere Lacey a tornare a casa. Tutto, sotto il segno di una vendetta lucida e glaciale.


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Fessure di follia

Nel film di Rai 2 Ambigua ossessione, Carol Allen (Lauralee Bell) è il ritratto della donna moderna “di successo”: colta, empatica, devota alla figlia e apparentemente in controllo. Ma sotto la facciata si nasconde un vuoto emotivo profondo, che la rende vulnerabile alla manipolazione.


Nikki/Melissa (Virginia Tucker), interpretata con inquietante compostezza, è la vera protagonista. È un archetipo del “nerd invisibile” che implode. Occhiali, medie perfette, aspettative genitoriali soffocanti e una delusione cocente: tutto concorre a scatenare la sua trasformazione in stalker. Non è solo una “pazza”, ma un prodotto distorto di un sistema che premia l’apparenza più della sostanza.


Lacey (Heather Hopkins), la figlia “perfetta”, è più uno specchio che un personaggio: lo specchio in cui Nikki vede riflessa tutto ciò che le è stato negato. E proprio per questo, vuole distruggerla.


Tom (Jon Briddell), il fidanzato medico di Carol, è un personaggio secondario ma funzionale: rappresenta la mascolinità pacata ma anche la voce del dubbio. Il suo rifiuto delle avances di Nikki e la sua successiva aggressione sono lo spartiacque che fa crollare l’equilibrio precario.

Lauralee Bell, Heather Hopkins
Ambigua ossessione (2018) Lauralee Bell, Heather Hopkins

Identità, successo e collasso psicologico

Nel cuore del film di Rai 2 Ambigua ossessione pulsa una critica sottile ma intensa alla meritocrazia: la protagonista Nikki è cresciuta con la convinzione che, se ti impegni, tutto ti sarà dovuto; quando la realtà la smentisce, anziché accettare il fallimento, risponde con un’ossessione distruttiva.


Il film gioca inoltre con il tema dell’identità come costruzione: Nikki abbandona gli occhiali, cambia nome, adotta un’immagine curata e inventa traumi dolorosi, mostrando quanto la società tenda a giudicare in fretta e in base alla superficie.


Ecco emergere anche la tensione tra famiglia e disfunzione: mentre la famiglia di Carol appare perfetta dietro una facciata rassicurante, quella di Nikki, seppure (paradossalmente) sopravvivente e affettuosa, cela un vuoto emotivo così profondo da spingerla sull’orlo del baratro.


In questo contesto, la solitudine femminile diventa un filo rosso: Carol, pur di sentire ancora il legame con la figlia, finisce per mitigare la propria solitudine aggrappandosi a gesti infantili come dormire nel letto di Lacey, mentre Nikki, disperata, cucina, piange, rende ogni gesto un tentativo di creare una rassicurazione che non riesce a trovare altrove.


In sintesi, il film non nasconde il suo cuore: racconta di due donne incompiute, entrambe fragili, entrambe in cerca di un riconoscimento che il mondo non è disposto a dar loro – e in questo risiede la sua carica tragica.

Il finale spiegato

Lo scontro finale nel film di Rai 2 Ambigua ossessione avviene nel salotto di casa Allen, trasformato in teatro dell’orrore. Nikki tiene Lacey legata e armata, confessa omicidio e motivazioni con un monologo da super villain: tutto “per compiacere papà”. Un delirio che mostra come il fallimento di un sistema affettivo può portare alla distruzione psicologica totale.


Il colpo di scena non è tanto nella violenza, ormai attesa, ma nella freddezza con cui, una volta ferita e arrestata, Nikki riceve la visita del padre che, invece di offrirle supporto, le dice di averla delusa ancora. È questo il colpo mortale. Non la pallottola, ma la conferma che non era mai abbastanza.


Il film si chiude bruscamente con Carol che chiede a Tom di trasferirsi da lei. Un gesto che suona più come bisogno disperato di stabilità che come lieto fine.


Ambigua ossessione
è melodramma, soap, thriller e commentario sociale in un’unica confezione volutamente esagerata. Non è realistico, e nemmeno pretende di esserlo. Ma nella sua teatralità riesce a parlare di qualcosa di reale: il bisogno disperato di riconoscimento, e cosa succede quando quel bisogno viene ignorato.


Ed è un atto d’accusa verso il culto del merito e l’indifferenza genitoriale mascherata da aspettativa. Un’esplosione controllata che, pur con le sue incongruenze, lascia il segno.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina Ambigua ossessione

Ambigua ossessione

Thriller - Usa 2018 - durata 90’

Titolo originale: Nightmare Tenant

Regia: Robert Malenfant

Con Lauralee Bell, Heather Hopkins, Virginia Tucker, Jon Briddell, Maahra Hill, John J. Jordan