Buster Keaton, gli anni del vaudeville

La storia e il percorso artistico di Joseph Frank Keaton sono assolutamente inscindibili dalla sua nascita e dalla sua infanzia. Keaton era infatti figlio di due artisti del vaudeville, la forma di varietà nata in Francia e poi divenuta la più popolare forma d’intrattenimento nel Nord America per molti decenni a cavallo tra l’800 e il 900. Il vaudeville era una sorta di teatro itinerante che comprendeva artisti di vario tipo: acrobati, cantanti, ballerini, comici e fu questo l’ambiente in cui crebbe il piccolo Keaton. Il padre aveva infatti una sua compagnia - La Mohawk Indian Medicine Company - in partnership con il mago Harry Houdini, che fu un po’ il padrino di Keaton.

Si dice addirittura che il soprannome “Buster” (poco traducibile: potrebbe essere reso con distruttore, anche se si perde il senso gergale e colloquiale del termine) gli sia stato dato proprio da Houdini quando una volta a 18 mesi Keaton rovinò giù per le scale e si rialzò come nulla fosse senza riportare alcun danno.

Il suo ingresso nel mondo dello spettacolo fu più che precoce: a tre anni era già sul palco insieme alla madre, che suonava il sassofono, e al padre. I numeri che lo vedevano coinvolto erano brutali agli occhi di un pubblico contemporaneo: sketch comici nei quali il piccolo veniva lanciato in giro dal padre, producendosi in cadute rovinose. Come fosse fatto di gomma Buster riusciva a non farsi mai male (non seriamente almeno), grazie anche all’apprendimento di tecniche di caduta che gli consentivano di rotolare via senza farsi male. La cosa però portò anche a delle conseguenze legali e il padre incappò in accuse di abusi e violenze, arrivando persino a essere arrestato, ma il tutto si risolse sempre dimostrando come Buster uscisse sempre indenne dopo ogni spettacolo. 

Il piccolo Buster Keaton con il padre e la madre nel 1901 durante uno dei loro spettacoli di vaudeville
Il piccolo Buster Keaton con il padre e la madre nel 1901 durante uno dei loro spettacoli di vaudeville

Il cinema: gli anni d’oro

All’età di 21, dopo aver assolto il servizio militare durante la Ia guerra mondiale, Keaton e la madre lasciarono il padre, il cui alcolismo impenitente aveva rovinato la reputazione del loro trio, e si diressero a New York. Nel febbraio del 1917 Keaton incontrò Roscoe Fatto Arbuckle: al comico già in carriera nel mondo del cinema bastò assistere a un paio di numeri di Buster Keaton per capire che il ragazzo aveva la stoffa e lo scritturò subito. Fu l’inizio di Keaton nel cinema e quello di una collaborazione (a di un’amicizia) destinata a durare negli anni e che produsse ben 14 film. In quegli anni Keaton non aveva ancora sviluppato il suo stile impassibile - in inglese “deadpan” - che lo avrebbe reso famoso. La faccia scolpita nella pietra che avrebbe poi caratterizzato la sua recitazione, imperturbabile di fronte a qualsiasi situazione - anche la più estrema -, sarebbe divenuta la sua caratteristica a partire dal 1920, quando Keaton si mise in proprio. La produzione degli anni dal 1920 al 1929 è considerata unanimemente dalla critica quella di maggior pregio: titoli come La legge dell’ospitalità, Il navigatore, Go West, Il generale, Io e il cicloneIl cameraman sono considerati ancora oggi caposaldi non solo del cinema comico ma del cinema tout-court.  Perché Keaton non fu solo attore, ma anche produttore e soprattutto regista dei suoi lavori, con un uso della macchina da presa studiato e consapevole tanto quanto lo erano le sue frenetiche acrobazie, nelle quali si esponeva in prima persona a ogni tipo di rischio  - forte della sua esperienza come cascatore derivatagli appunto dal vaudeville - pur di lasciare il suo pubblico a bocca aperta. Anche per questo il famoso critico Roger Ebert scrisse di lui: “Il più grande clown del cinema muto è stato Buster Keaton, non solo per ciò che ha fatto ma per come lo ha fatto. Harold Lloyd ci ha fatto ridere tanto quanto lui. Charlie Chaplin ci ha commosso, ma nessuno ha avuto più coraggio di Buster Keaton”.

“Nessuno ha avuto più coraggio di Buster Keaton”

La caduta più dura

Anche se l’imperturbabile comico sembrava resistere a ogni caduta, ce ne fu una che gli fece davvero male, rappresentando una svolta nella sua carriera. Non fu però una caduta fisica: fu il fiasco al botteghino di uno dei suoi film più epici e spettacolari:  Il generale. L’accoglienza riservata fu tiepida e si contestò soprattutto il fatto che il film avesse toni troppo drammatici. Inoltre il film era costato moltissimo: la sola scena della locomotiva che crolla in un fiume mentre passa su un ponte in fiamme fu la più costosa di tutto il cinema di allora. Keaton venne messo sotto tutela dalla United Artists, che distribuiva i suoi film: d’ora in poi i suoi budget sarebbero stati posti sotto controllo e così pure le sue scelte artistiche. Per il regista indipendente, abituato a pensare e fare tutto da solo, fu un affronto a cui non poteva sottostare. Ma la sua reazione lo portò dalla padella alla brace. Nonostante in  molti lo sconsigliassero, firmò con la MGM un contratto, senza capire che la major lo avrebbe controllato ancor di più. In seguito ebbe a dichiarare che quella fu la peggior decisione di tutta la sua vita. Le briglie creative e produttive impostegli da Irving Thalberg, il geniale produttore della MGM, gli andarono presto troppo strette e nonostante alcuni successi, dopo pochi anni il contratto fu sciolto.

Dopo il muto

Nel frattempo con l’avvento del sonoro si era avviata l’epoca dei talkies:  tutto nel cinema stava cambiando. Le disavventure con la MGM avevano lasciato il segno e Keaton iniziò a errare in una serie di collaborazioni e progetti minori. Furono anni molto duri che lo portarono all’alcolismo e Keaton si ritrovò addirittura a essere ospedalizzato. La prima moglie, sposata nel 1921, aveva divorziato da lui nel 1932. C’era poi stato un secondo matrimonio nel 1935 compiuto sotto i fumi dell’alcol (al punto che il giorno dopo Keaton nemmeno ricordava di essersi sposato). Per fortuna nel 1940 arrivo un altro matrimonio, questa volta salvifico, con Eleanor Ruth Norris, una ballerina di 23 anni più giovane di lui, che resterà la sua compagna fino alla morte e che lo aiutò a smettere di bere.

Verso i primi anni ‘50 avvenne la sua “riscoperta”, quando il cinema tutto si riappropriò degli anni del muto rivalutandone l’eredità e le star, molte delle quali, sebbene fossero passati solo 20-25 anni, erano cadute nell’oblio. Per Keaton questa renaissance fu importante. Fu soprattutto la televisione a riproporlo al grande pubblico e alcuni suoi vecchi titoli furono restaurati e ridistribuiti. Ritornò anche a girare, apparendo in una manciata di titoli. Nel 1964 fu scelto da Samuel Beckett per il suo cortometraggio Film, la sua prima e unica regia, che venne presentato a Venezia, ma già nel 1960 l’Academy gli aveva tributato il massimo riconoscimento: l’Oscar alla carriera. Malato di cancro ai polmoni - oltre che forte bevitore in vita era stato un accanito fumatore - si spense il 1° febbraio del 1966, all’età di 71 anni. 

Filmografia

locandina The Great Buster

The Great Buster

Documentario - USA 2018 - durata 102’

Titolo originale: The Great Buster

Regia: Peter Bogdanovich

Con Buster Keaton

Al cinema: Uscita in Italia il 14/11/2022