Nel cuore del cinema d’azione contemporaneo, il film Farang in onda su Rai 4 il 7 novembre appare come un oggetto raro: un film francese che non chiede il permesso, non cerca paragoni, e non ha paura di sporcarsi le mani. Diretto da Xavier Gens, già regista di Gangs of London e Hitman, Farang porta in scena un racconto brutale di fuga, violenza e vendetta che sfida le convenzioni del genere nazionale e si misura con i modelli internazionali. Ma sotto la superficie muscolare e coreografata si muove una storia di seconde occasioni, padri in fuga e identità che si ricostruiscono a colpi di pugni e scelte impossibili.

Fuggire per rinascere
Il protagonista del film di Rai 4 Farang è Sam, ex detenuto a un passo dalla libertà condizionale, deciso a lasciarsi alle spalle un passato criminale. Durante una breve uscita dal carcere, un imprevisto lo spinge a fuggire: la sua unica via d’uscita è l’esilio. Sam sparisce.
Lo ritroviamo cinque anni dopo in Thailandia, dove ha costruito una nuova vita e una nuova famiglia. Ma il prezzo della pace è alto: per sopravvivere, Sam ha dovuto piegarsi alla criminalità locale sotto il controllo di Narong, un padrino spietato.
Quando prova a spezzare quel giogo, Narong risponde colpendo dove fa più male: la famiglia. Da quel momento, la fuga lascia spazio alla vendetta. Sam attraversa la Thailandia come un’onda d’urto, pronto a distruggere tutto ciò che lo ha costretto di nuovo alla violenza.
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Sam: un corpo in trappola
Sam, interpretato nel film di Rai 4 Farang da Nassim Lyes, non è solo un ex galeotto né un eroe d’azione convenzionale. È un uomo che ha costruito un equilibrio fragile, lontano da casa, e che si vede costretto a tornare a essere ciò che voleva dimenticare. Lyes, ex campione di kickboxing, porta fisicità estrema al personaggio, ma anche vulnerabilità. Il suo corpo, scolpito e segnato, diventa la mappa di un percorso emotivo fatto di cadute e ritorni. Sam non combatte per gloria o potere: combatte per proteggere. E ogni colpo che riceve o infligge è carico di conseguenze personali.

Narong, la minaccia silenziosa
Olivier Gourmet, volto del cinema d’autore europeo, veste i panni di Narong, antagonista carismatico e inquietante. Niente macchiette da cartolina: Narong è un uomo che controlla con calma, domina senza alzare la voce, incarna una minaccia che viene da dentro, più che da fuori. La sua figura rompe gli stereotipi del “boss asiatico” e porta sullo schermo un nemico che non cerca di essere spettacolare, ma inevitabile. Il vero pericolo, nel film di Rai 4 Farang, è sistemico, strutturale, non personale. Ed è questo che lo rende più efficace.
Rabbia, identità e sangue: cosa c’è sotto l’azione
Farang non è solo una corsa a perdifiato tra combattimenti mozzafiato e piani sequenza millimetrici. È anche un film che parla, senza retorica, di cosa significhi reinventarsi. Il protagonista è francese, di origine algerina, ma questo non è mai il centro del racconto: è un dato di fatto, non un problema da risolvere. E proprio in questo sta la forza politica del film. La rappresentazione non passa per la denuncia, ma per la normalizzazione. Sam è ciò che è, e non ha bisogno di spiegazioni.
Altro tema dominante è la famiglia: costruita, difesa, distrutta. La famiglia non è rifugio, ma obiettivo. È ciò che rende Sam umano, ed è ciò che lo rende letale. La redenzione, se esiste, passa per la violenza, ma non la giustifica. Gens costruisce un mondo in cui la salvezza non è mai pulita.

L’azione come narrazione
A rendere il film di Rai 4 Farang un’esperienza unica nel panorama francese è il rigore con cui è stato pensato. Il regista ha importato il metodo di previsualizzazione usato in Gangs of London: ogni scena d’azione è stata girata, provata e montata in anticipo con stuntman, per poi essere replicata con precisione millimetrica sul set.
Questo permette una costruzione visiva fluida, precisa, ipercinetica, dove la macchina da presa danza insieme ai corpi e la coreografia non è mai fine a sé stessa. La scena dell’ascensore, già oggetto di culto, è esempio perfetto di come l’azione possa essere narrazione pura. Non c’è bisogno di parole: sono i corpi a parlare, a soffrire, a sopravvivere.
Un punto di rottura
Farang non è un film d’autore che si traveste da action movie, né un action movie che si vergogna del suo cuore emotivo. È un’opera che abbraccia il genere e lo usa per raccontare qualcosa di più grande. Xavier Gens ha trovato nel caos coreografato la forma ideale per parlare di seconde possibilità, identità frammentate, e confini morali. E lo ha fatto portando in primo piano un attore che, con questo ruolo, potrebbe aprirsi le porte del cinema internazionale.
In un panorama dove l’azione è spesso un accessorio, Farang la trasforma in linguaggio. Non per stupire, ma per colpire. In ogni senso.
Filmografia
Farang
Azione - Francia 2023 - durata 99’
Titolo originale: Farang
Regia: Xavier Gens
Con Nassim Lyes, Vithaya Pansringarm, Loryn Nounay, Olivier Gourmet, Mehdi Hadim, Kenneth Won
in TV: 07/11/2025 - Rai 4 - Ore 21.20


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