In un futuro appena percettibile, dove la tecnologia è riuscita a rendere scientifico perfino l’amore, il film All of You si muove su un terreno emotivo profondamente umano. Diretto da William Bridges e scritto a quattro mani con Brett Goldstein, parte da un’idea ad alto potenziale (un test che trova l’anima gemella) per poi smontarla quasi del tutto, concentrandosi invece su ciò che accade quando la scienza promette certezze e il cuore continua a navigare nell’ambiguità.
La storia segue Simon (Goldstein) e Laura (Imogen Poots), migliori amici da sempre, uniti da una complicità che va oltre ogni definizione. Quando Laura decide di sottoporsi al test e scopre che la sua anima gemella è un altro uomo (Lukas, impersonato da Steven Cree, con cui poi si sposerà e avrà una figlia), Simon rimane al suo fianco, apparentemente come amico. Ma l’equilibrio si spezza lentamente, fino a crollare del tutto in una lunga e clandestina relazione extraconiugale. Il film li segue per dodici anni, tra incontri rubati, silenzi sospesi, promesse mai dette e scelte rimandate.
All of You non cerca soluzioni semplici, né giustificazioni. È una storia d’amore imperfetta raccontata con uno sguardo adulto, onesto e crudo.

Due amici, un test e mille nodi irrisolti
Simon e Laura non si confessano mai apertamente il proprio amore e proprio per questo diventano protagonisti di una storia che sfugge alla retorica romantica. Il loro rapporto non ha un punto di partenza definito né una fine netta. Si trasforma nel tempo, scivolando da un’amicizia intima a una dipendenza emotiva.
Simon, giornalista dallo sguardo ferito, è da sempre innamorato di Laura, ma resta fermo, in attesa, alimentando la speranza con gesti silenziosi e presenze costanti. Laura, invece, è una figura più ambigua. Decide, sceglie, si sposa, costruisce una famiglia. Ma torna sempre da Simon, come se nessuna scelta potesse davvero chiudere la porta su di lui.
Imogen Poots punta a dare profondità a un personaggio che in altri contesti sarebbe stato giudicato con severità. Laura è contraddittoria, incoerente, ma mai banale. Brett Goldstein, nel ruolo di Simon, offre invece nel film All of You una performance che vive di sguardi più che di parole, di sospiri trattenuti e frasi non dette. È un uomo che ama senza misura, ma senza mai chiedere davvero nulla in cambio. È proprio questo a renderlo così disperatamente umano.
Il tempo, il vero nemico dell’amore
Il film All of You procede con salti temporali improvvisi. Non ci sono indicazioni esplicite su quanti anni siano passati tra una scena e l’altra. Gli eventi (una nascita, una separazione, un cambiamento di lavoro) vengono suggeriti più che mostrati. È una scelta narrativa coerente con la sostanza del film: non è il “cosa” che conta, ma il “quando”. L’amore, qui, non è lineare. Non è una storia da seguire dall’inizio alla fine, ma una costellazione di momenti in cui due persone si incontrano nel tempo sbagliato.
Questi momenti sono ambientati spesso in spazi isolati, lontani dalla città: weekend in campagna, passeggiate tra boschi, case silenziose. Quando Simon e Laura sono insieme, il mondo si ferma. Quando si separano, tutto torna grigio, freddo, urbano. È un contrasto visivo che accompagna perfettamente il senso del film: la felicità come eccezione, non come regola.

Il test dell’anima
Il cosiddetto “Soul Connex”, il test che promette di identificare scientificamente il tuo partner ideale, è l’innesco della storia, ma non ne diventa mai il fulcro. Una scelta consapevole, forse anche coraggiosa. Bridges e Goldstein non sono interessati alla tecnologia quanto alle sue conseguenze psicologiche e sociali. Il test è solo una scusa per mettere in moto la macchina narrativa, per rendere più doloroso il distacco iniziale tra Simon e Laura.
Ma l’idea resta in sospeso. Non viene mai messa davvero in discussione. Il film All of You non indaga se la corrispondenza tra Laura e Lukas sia una verità assoluta o una forzatura. Eppure, è proprio questa ambiguità a rendere la narrazione così densa: il test può anche avere ragione, ma cosa succede quando i sentimenti raccontano un’altra storia?
Amare qualcuno non basta
Uno dei meriti principali del film All of You è quello di evitare ogni facile idealizzazione dell’amore. Laura e Simon si amano, sì. Ma quell’amore non basta a giustificare le loro azioni. Il tradimento, il dolore inflitto a terzi, le occasioni mancate: tutto resta sullo sfondo, mai pienamente affrontato, ma sempre percepibile. Il film non cerca di redimere i suoi protagonisti né di condannarli. Li osserva. Li segue nel tempo, lasciando che siano le loro scelte a raccontare chi sono.
In questo, All of You riesce a parlare di amore con una lucidità rara: l’amore non è un destino, è una responsabilità. E per quanto si possa desiderare qualcuno, non è detto che si sia pronti a costruire qualcosa insieme. A volte si resta aggrappati a ciò che non può essere, solo perché non si ha il coraggio di lasciarlo andare.
La verità, non il conforto
All of You non è una storia che consola. Non regala finali catartici, né rassicura sul fatto che l’amore troverà sempre la sua strada. È un film fatto di scelte dolorose, di desideri repressi, di parole che arrivano troppo tardi. Eppure, proprio per questo, risulta sorprendentemente autentico.
Bridges e Goldstein firmano un racconto adulto, maturo, imperfetto. Il test dell’anima serve solo a ricordarci una cosa che già sappiamo: non esistono garanzie quando si tratta di amare. E forse, proprio per questo, vale ancora la pena rischiare. Anche quando fa male. Anche quando è troppo tardi.
Dal 26 settembre su Apple Tv+.
Filmografia
All of You
Sentimentale - Regno Unito 2024 - durata 98’
Titolo originale: All of You
Regia: William Bridges
Con Imogen Poots, Steven Cree, Éva Magyar, Jamie Langlands, Alara-Star Khan, Tariq Rasheed
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta