Con La notte del 12, su Rai 3 la sera del 24 luglio, Dominik Moll firma un film d’indagine che sembra promettere la verità ma finisce per scavare altrove. Più che su un colpevole, l’attenzione si concentra su ciò che resta quando la verità sfugge: le crepe nella giustizia, le fratture tra uomini e donne, la corrosione silenziosa del lavoro investigativo.
Tratto dal libro 18.3 – Une année à la PJ di Pauline Guéna, il film prende un caso di cronaca realmente irrisolto e lo trasforma in una riflessione cupa e necessaria sul nostro modo di guardare al crimine, e a chi lo subisce.

Il caso: Clara Royer
Clara Royer ha 21 anni. Una sera, tornando a casa dall’amica Nanie, viene aggredita da un uomo mascherato che la cosparge di benzina e le dà fuoco. Muore bruciata viva. Non ci sono testimoni, non ci sono telecamere. Da qui parte l’indagine guidata da Yohan Vivès (Bastien Bouillon), un giovane comandante appena promosso nella brigata di polizia giudiziaria di Grenoble.
Il film di Rai 3 La notte del 12 segue l’indagine dal punto di vista della squadra tutta maschile di Yohan, affiancato in particolare da Marceau (Bouli Lanners), collega più anziano e disilluso. I sospettati sono molti, quasi tutti ex partner di Clara. Nessuno confessa. Nessuno viene incriminato.
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Uomini che cercano, donne che illuminano
Il cuore del film di Rai 3 La notte del 12 sta nel modo in cui tratta i personaggi, non come semplici pezzi della trama, ma come persone intrappolate in dinamiche più grandi. Yohan è un investigatore meticoloso, ma non immune all’inerzia del maschilismo che lo circonda. Silenzioso, introverso, è più ricettivo degli altri, ma non meno smarrito. Il film lo mostra spesso in sella a una bici nel velodromo: una metafora potente, un uomo che pedala in tondo, senza avanzare, chiuso in un meccanismo che non produce progresso.
Il confronto centrale arriva quando interroga Nanie (Pauline Serieys), la migliore amica di Clara. Nanie si ribella all’approccio inquisitorio degli agenti: “Perché vi interessa con quanti uomini è andata a letto Clara? Che cosa cambia?”. Le sue parole aprono una frattura: da quel momento il film cambia tono. È il punto di rottura, anche per Yohan. Capisce che stanno cercando nel posto sbagliato, o con lo sguardo sbagliato.
Due altre figure femminili rompono l’equilibrio: la giudice (Anouk Grinberg) e Nadia (Mouna Soualem), giovane investigatrice che subentra dopo un’ellissi temporale di tre anni. Entrambe spingono Yohan a riaprire il caso, nonostante lo scetticismo dei colleghi. La giudice lo provoca con una domanda disarmante: “Cosa non va tra uomini e donne?”. Nadia, invece, smonta con ironia il sistema: “Un mondo di uomini…” dice, quasi sorridendo, ma il suo è un verdetto senza appello.
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Il fallimento del maschile
La notte del 12 su Rai 3 parla di un caso irrisolto, ma in realtà è un film sull’incapacità maschile di guardare, ascoltare, capire. La squadra di investigatori è permeata da una cultura goliardica, fatalista, cinica. Le battute tra colleghi, le battaglie d’ego, la sottovalutazione sistematica delle donne. Nulla di eclatante, ma costante.
Moll non cerca il colpo di scena. Si interessa a come certi crimini, specie quelli contro le donne, vengono normalizzati, resi invisibili, archiviati nella routine. La domanda di fondo non è “chi è stato?”, ma “perché così spesso non troviamo risposta?”. E ancora: “Cosa rimane dentro chi indaga, quando la giustizia fallisce?”.
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Il finale spiegato
Il film di Rai 3 La notte del 12 si chiude senza colpevole. Il nuovo sospetto, Mats, si rivela un malato psichiatrico ossessionato da Clara, ma impossibilitato a essere l’assassino. Nulla torna. Nessuna pista regge. Dopo anni, Yohan ammette a se stesso che il caso potrebbe non trovare mai una soluzione. Ma non lo fa con amarezza. Lo fa con consapevolezza.
Nel finale, scrive una lettera a Marceau, ormai lontano, per condividere questa accettazione. Ma la presenza di Nadia, e della giudice, suggerisce che una nuova generazione, meno intrappolata nei meccanismi patriarcali, potrà forse cambiare qualcosa. La scena conclusiva mostra Yohan non più nel velodromo, ma in mezzo alle montagne, libero, in salita. È ancora solo, ma va verso l’alto.
La notte del 12 non è un film che chiude un caso. È un film che apre domande. Non offre risposte facili, e forse non ne cerca. Piuttosto, mostra come il crimine di Clara e la sua impunità sia meno un’eccezione che il sintomo di un male diffuso, profondo, strutturale. Il colpevole non si trova perché non è uno solo. È un sistema. È una cultura. Ed è un modo di guardare le donne, e di raccontare la violenza, che deve cambiare.
Se alla fine si rimane con una sensazione di inquietudine esistenziale, è perché Moll voleva proprio questo: lasciare aperto qualcosa dentro lo spettatore. Far sentire, almeno per un attimo, il peso che resta quando la verità non arriva.
Filmografia
La notte del 12
Giallo - Francia/Belgio 2022 - durata 115’
Titolo originale: La nuit du 12
Regia: Dominik Moll
Con Bastien Bouillon, Bouli Lanners, Théo Cholbi, Johann Dionnet, Thibaut Evrard
Al cinema: Uscita in Italia il 29/09/2022
in streaming: su Apple TV Google Play Movies Amazon Video Rakuten TV
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