In Non così vicino, il film in onda su Rai 1 il 23 novembre, Marc Forster mette in scena una storia che sembra piccola, quasi domestica, ma che in realtà lavora su un terreno più ampio: il modo in cui l’età, il lutto e la trasformazione sociale scavano nelle persone e nelle comunità.
Remake americano di Mr. Ove, non punta sulla sorpresa ma punta sull’osservazione. Otto Anderson, interpretato da Tom Hanks, vive in un quartiere di case gemelle che potrebbe essere dovunque negli Stati Uniti. È un luogo ordinario, e proprio per questo utile: un laboratorio sociale dove le crepe dell’individualismo si aprono ogni giorno, mentre il bisogno di legami tenta di compensarle. Il film si muove in questo spazio stretto tra irritazione e solidarietà, routine e trauma, rigidità e possibilità di imprevisto. E dentro questo spazio mette un uomo che ha smesso di credere nella continuità del mondo.
L’intreccio si sviluppa come un controcanto tra presente e passato. Nel presente, Otto vive con una disciplina che è più autodifesa che organizzazione. Nel passato, intravisto attraverso flashback che ricostruiscono l’inizio della sua vita adulta, c’è Sonya, l’unica figura capace di dargli un senso di direzione. Da quando lei non c’è più, Otto tenta di lasciare quel mondo che gli appare svuotato.
Eppure, ogni suo intento viene interrotto: da vicini invadenti, da problemi che capitano nel quartiere, da un’umanità che non sa smettere di bussare alla sua porta. È proprio nel conflitto tra il suo desiderio di isolamento e le continue intrusioni della comunità che il film costruisce la sua tensione narrativa.

Otto, la solitudine strutturale
Otto, nel film di Rai 1 Non così vicino, non è solo un anziano irritabile. È un uomo che vive la vecchiaia come un terreno instabile in cui i confini identitari si sfaldano. La sua mania per l’ordine, le regole, la precisione (dalla misura esatta della corda da acquistare al corretto posizionamento dei bidoni della spazzatura) segnala molto più di un carattere difficile. È il suo modo di reagire alla perdita di significato.
Otto ha costruito se stesso come ingegnere, marito, custode della normalità, e quando queste coordinate spariscono rimane solo la struttura vuota. I suoi tentativi di suicidio, spesso interrotti in modo goffo o imbarazzante, non diventano una gag, ma una forma disperata di gestione del proprio tempo: voler abbandonare il presente perché il presente non offre appigli.
Nei flashback lo vediamo giovane, timido, desideroso di capire come funzionano le cose più che di navigare i rapporti umani. L’incontro con Sonya gli offre la prima vera grammatica relazionale. Lei introduce calore, possibilità, futuro. Per questo la sua morte non rappresenta solo un lutto affettivo ma una frattura ontologica. Otto non ha più un linguaggio con cui leggere il mondo, e ogni sua scorbutica reazione nel presente è il segno di un’identità privata del suo centro.
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Marisol e gli altri, la comunità che resiste
A far implodere la corazza di Otto nel film di Rai 1 Non così vicino è l’arrivo di Marisol, incarnata da Mariana Treviño con un’energia che non ha nulla di caricaturale. Marisol non è una figura salvifica nel senso classico, né una vicina invadente a scopo comico. È una donna che conosce bene il peso del lavoro di cura: quello domestico, quello emotivo, quello richiesto quando si cresce una famiglia in un nuovo paese. La sua insistenza nel coinvolgere Otto non nasce da ingenuità ma da un senso di responsabilità verso il contesto in cui vive. Marisol rappresenta la forza collettiva che spesso migra nella periferia delle narrazioni americane contemporanee: una solidarietà quotidiana, più pratica che ideologica.
Accanto a lei si muovono figure che ampliano la lettura sociologica del film. Malcolm, il giovane transgender allontanato da casa, mostra come la comunità possa diventare un dispositivo di protezione quando la famiglia biologica fallisce. Rueben e Anita, gli ex amici con cui Otto ha rotto i rapporti, testimoniano cosa accade quando la chiusura emotiva interrompe i legami ma non cancella la memoria condivisa.
La presenza della società immobiliare “Dye & Merica” introduce la tensione tra vicinato e poteri anonimi che erodono gli spazi collettivi. In questo senso, il film non è solo la storia di un uomo difficile, ma di un ecosistema che tenta di rimanere vivo in un ambiente segnato da pressioni economiche e diseguaglianze.

Il quartiere come corpo sociale
Il quartiere non è un semplice scenario. Funziona come un personaggio collettivo. Le sue regole non scritte, i conflitti banali, gli incontri forzati diventano il tessuto che permette ai singoli di ridefinirsi. Otto, che inizialmente vede ogni deviazione dalla norma come un’offesa personale, finisce per riconoscere che quelle deviazioni sono la prova che le persone esistono ancora. Ogni gesto compiuto per il bene di qualcun altro – insegnare a guidare, salvare un uomo sui binari, difendere i vicini dagli speculatori – ridisegna il suo posto nel mondo. In termini sociologici, Otto ritrova agency: non perché qualcuno lo “guarisca”, ma perché il contesto lo obbliga a rientrare in circolo.
Il film di Rai 1 Non così vicino suggerisce che la comunità non è un rifugio innocuo. È una struttura che chiede tempo, presenza e responsabilità. Ed è proprio questa richiesta a rimettere Otto in movimento. La sua trasformazione non è moralistica. È il risultato di un’interazione continua tra vulnerabilità personale e bisogni collettivi. Il quartiere, con tutte le sue imperfezioni, diventa l’unico spazio dove il dolore può essere condiviso senza retorica.
Le ferite, il tempo, la possibilità
Il tema del tempo attraversa l’intera narrazione del film di Rai 1 Non così vicino. Otto ha vissuto la sua esistenza come una sequenza di compiti precisi, senza mai considerare che il tempo non risponde ai manuali d’ingegneria. La perdita di Sonya gli mostra che il futuro non è programmabile. Ma vivere non significa recuperare il passato: significa negoziare continuamente con ciò che resta. Il film riconosce la difficoltà di questo processo. Mostra la malinconia dei ricordi, la fatica di adattarsi, l’imbarazzo di chi prova a ricominciare troppo tardi. Eppure, non si limita a questo. Offre anche l’idea che l’età non sia un residuo, ma una fase in cui diventa possibile ridefinire il proprio ruolo sociale con una lucidità nuova.
(SPOILER) Otto non diventa un uomo diverso. Diventa un uomo finalmente leggibile a se stesso. La sua morte finale, nel suo letto, dopo aver ritrovato un gruppo che lo considera parte della propria vita, non è una chiusura melodrammatica. È una restituzione: lui ha dato alla comunità quanto la comunità ha dato a lui.
L’universale che si nasconde nel quotidiano
Non così vicino non è un film che vuole stupire. Vuole, semmai, ricordare. Ricordare che la trama di una vita è fatta di rapporti ordinari, di conflitti minimi, di vicinati che ci sopportano e che sopportiamo. Intorno a Otto si compone un mosaico di persone che non cercano di migliorarlo ma di includerlo, e questa differenza cambia tutto. Nel mostrare come un uomo apparentemente impermeabile riesca a tornare parte del mondo, il lungometraggio parla di una condizione che riguarda molti: la paura di essere superflui, il bisogno di sentirsi necessari, la forza dei legami quando l’individualismo sembra prevalere.
Alla fine, la vicenda di Otto non è una parabola morale. È un invito a osservare ciò che ci sta accanto con meno cinismo e più precisione. A riconoscere che il senso non si trova nei grandi eventi ma nelle relazioni che resistono. A capire che nessuno è davvero così vicino, o così lontano, come sembra.
Filmografia
Non così vicino
Commedia - Svezia, USA 2022 - durata 126’
Titolo originale: A Man Called Otto
Regia: Marc Forster
Con Tom Hanks, Rachel Keller, Manuel Garcia-Rulfo, Cameron Britton, Kailey Hyman, Lavel Schley
Al cinema: Uscita in Italia il 16/02/2023
in TV: 23/11/2025 - Rai 1 - Ore 21.30
in streaming: su Amazon Video Google Play Movies Rakuten TV Timvision Apple TV
Mr. Ove
Commedia - Svezia 2015 - durata 105’
Titolo originale: En man som heter Ove
Regia: Hannes Holm
Con Rolf Lassgård, Bahar Pars, Filip Berg, Ida Engvoll, Tobias Almborg, Anna-Lena Bergelin
Al cinema: Uscita in Italia il 31/10/2017
in streaming: su MUBI Prime Video Google Play Movies Apple TV Chili



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