Nel cinema italiano recente, il film C’è ancora domani, in onda su Rai 1 il 25 novembre in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ha scavalcato ogni previsione. Non solo ha superato Barbie e Oppenheimer al botteghino nazionale, ma è diventato un caso culturale in tutto il mondo.


Un film in bianco e nero, in dialetto romano, senza effetti speciali, e con un tema apparentemente datato: la condizione femminile nel dopoguerra. Eppure, ha fatto breccia nel cuore di milioni di spettatori. Perché, come ha dichiarato la stessa Paola Cortellesi, «volevo far capire alle ragazze di oggi che i loro diritti non sono scontati. Solo perché li abbiamo ottenuti, non vuol dire che dureranno per sempre». Questa non è una storia del passato: è una lezione sul presente.

Paola Cortellesi, Valerio Mastandrea, Giorgio Colangeli, Romana Maggiora Vergano
C'è ancora domani (2023) Paola Cortellesi, Valerio Mastandrea, Giorgio Colangeli, Romana Maggiora Vergano

Roma, 1946. Una donna, un foglio, un’urna

Nel film di Rai 1 C’è ancora domani, Delia è la protagonista silenziosa di una rivoluzione domestica. Vive in un sottoscala nel quartiere popolare di Testaccio, fa mille lavori, accudisce il suocero paralizzato, cresce i figli, subisce le percosse e i comandi del marito Ivano. Ma qualcosa si muove. Arriva una lettera. Tutti pensano sia una fuga d’amore. Invece è la tessera elettorale. È la possibilità – concreta, legale, civica – di dire “no” a tutto questo. Di votare per se stessa. Di scegliere. E di esistere.


Cortellesi costruisce questo passaggio con un’intelligenza narrativa rara: «Non volevo fare un film nostalgico. Ma volevo usare quel linguaggio per raccontare qualcosa di attuale. È la contemporaneità che ho cercato nel passato». Il bianco e nero non è finzione: è lente d’ingrandimento. E il gesto di Delia, apparentemente minimo, diventa gigantesco.

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Delia: resistere per esistere

Delia, interpretata nel film di Rai 1 C’è ancora domani, dalla stessa Cortellesi, è un personaggio che si imprime sulla pelle dello spettatore. È una donna qualunque, ma di quelle che non si dimenticano. Rappresenta milioni di italiane che hanno taciuto, sofferto, tenuto insieme case sfasciate da uomini e da guerre. Ma è anche un simbolo attualissimo della fatica femminile di affermare la propria soggettività in un contesto ancora profondamente patriarcale.


Il suo arco narrativo è potente perché è silenzioso. Delia non urla, non esplode. Ma a un certo punto guarda. E nel guardare – la figlia, l’uomo che ama (Vinicio Machioni), il marito che la annulla – decide. Non di fuggire, ma di rimanere. Di rompere il ciclo. Di votare. «Delia è la mia dichiarazione d’amore a tutte quelle donne che ci hanno permesso di essere qui oggi», dice Cortellesi. E il suo volto, ferito ma fiero, è il manifesto di una dignità ritrovata.

Paola Cortellesi, Valerio Mastandrea, Romana Maggiora Vergano
C'è ancora domani (2023) Paola Cortellesi, Valerio Mastandrea, Romana Maggiora Vergano

Ivano: la legge del più forte (e del più fragile)

Ivano è l’ombra lunga del patriarcato. Un uomo che crede che la sua autorità sia naturale, che il suo potere sia un diritto. Picchia, insulta, controlla. Ma soprattutto teme. Teme il cambiamento. Teme l’autonomia. E teme che Delia possa non aver più paura.


Valerio Mastandrea lo interpreta con una glaciale efficacia, ma senza caricatura. Ivano non è un mostro. È la regola. È la normalità tossica di un’epoca – e forse non solo – dove l’uomo comanda e la donna esegue. Non cambia mai, ed è proprio questo che lo condanna. Alla fine del film di Rai 1 C’è ancora domani, quando capisce che Delia ha scelto di votare, resta disarmato. È lo sguardo di un mondo che non capisce più il presente.

Marcella: l’inizio del futuro

Marcella (Romana Maggiora Vergano) è il ponte tra due generazioni. È figlia di Delia, ma sogna una vita diversa. Sogna la fuga, il matrimonio con un ragazzo ricco. Non si accorge – o forse sì – che Giulio (Francesco Centorame) ha già in sé le stesse dinamiche di controllo che vede nel padre. Il suo disprezzo iniziale verso la madre è la rabbia dell’adolescenza che non capisce i sacrifici. Ma anche lei cambia.


Quando, alla fine, trova la tessera elettorale e la consegna a Delia, diventa complice. È in quel passaggio di mano che si consuma la vera eredità del film: non la libertà individuale, ma la libertà condivisa. «Volevo passare il testimone, dice Cortellesi. E in quella scena, il testimone passa davvero».

Marisa: il coraggio dell’ironia

Marisa (Emanuela Fanelli) è l’amica, la sorella simbolica, la voce fuori campo che Delia non riesce ad avere. È sarcastica, concreta, libera. Non cambia, ma incita al cambiamento. È il volto di una solidarietà femminile che non si ostenta, ma si offre. È lei a spronare Delia, a tenerla sveglia, a farle capire che “c’è ancora domani” non è solo un sogno, ma una possibilità.


Marisa è anche la prova che il femminismo non nasce nei libri, ma nei mercati, nei vicoli, nei rapporti tra donne che si tendono la mano. È il femminismo della pratica, dell’esperienza quotidiana, non delle teorie astratte.

Paola Cortellesi
C'è ancora domani (2023) Paola Cortellesi

Il seggio come altare laico

Quando Delia arriva al seggio, portata in macchina da chi crede la stia aiutando a scappare, il film di Rai 1 C’è ancora domani compie il suo rovesciamento finale. Non è un addio romantico, ma un ingresso nella Storia. La cabina elettorale diventa lo spazio sacro della soggettività. Non ci sono voti d’amore, ma di consapevolezza.


Paola Cortellesi ha dichiarato: «Quando ho visto che mia figlia non sapeva che le donne non avevano sempre potuto votare, ho capito che dovevamo raccontarlo. Perché non possiamo dare nulla per scontato». Ecco il senso ultimo del film: la memoria come strumento di battaglia, la cultura come atto politico, la scelta come forma d’amore.

Il domani è già iniziato

C’è ancora domani non è un film sul passato. È un film sull’urgenza del presente. Parla di diritti conquistati e da difendere, di donne che non vogliono più essere eroine silenziose, ma protagoniste della propria storia. Paola Cortellesi, con una regia che mescola commedia all’italiana, neorealismo e anacronismi musicali, costruisce un racconto popolare, ma rigoroso. Coinvolgente, ma mai retorico. E soprattutto, urgente.


Non cambia il mondo, ma lo guarda negli occhi. E ci chiede: cosa farai tu, oggi, per costruire il tuo domani?

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina C'è ancora domani

C'è ancora domani

Drammatico - Italia 2023 - durata 118’

Regia: Paola Cortellesi

Con Paola Cortellesi, Valerio Mastandrea, Romana Maggiora Vergano, Emanuela Fanelli, Vinicio Marchioni

Al cinema: Uscita in Italia il 26/10/2023

in TV: 25/11/2025 - Rai 1 - Ore 21.30

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