Nel vasto universo delle commedie natalizie Hallmark, il film I miei pasticci di Natale in onda su Rai Premium la sera dell’11 novembre si distingue per un approccio che mescola la tradizione delle atmosfere familiari con una tensione più personale: quella dell’identità. Non è la storia di un amore impossibile o di una nevicata miracolosa, ma di un’eredità professionale, di una protagonista fuori posto, e di un segreto in grado di far saltare tutto. Al centro: Candace Livingstone, figlia di una leggenda del lifestyle natalizio, chiamata a impersonare un ruolo che non le appartiene.


Il tv movie usa il linguaggio dei buoni sentimenti per interrogarsi, tra una ghirlanda e un biscotto malriuscito, su cosa significhi davvero “essere all’altezza”.

Jodie Sweetin, Brendan Fehr
I miei pasticci di Natale (2018) Jodie Sweetin, Brendan Fehr

Una bugia sotto l’albero

Il film di Rai Premium I miei pasticci di Natale si apre con un conflitto già in atto: Candace Livingstone, figlia della celebre Liz Livingstone – guru della cucina, del cucito e dell’arte del ricevere – viene indicata come erede del brand materno. Ma Candace non sa cucinare, né cucire, né tanto meno costruire una casa di pan di zenzero senza uccidere simbolicamente un omino di zucchero. Il passaggio di consegne non è frutto di un vero percorso, ma di una decisione unilaterale, rivelata in diretta a un evento pubblico.


Quando una bambina pubblica un video in cui chiede a Liz di aiutare a organizzare il ritorno a casa del padre, un militare di stanza all’estero, l’azienda fiuta l’opportunità mediatica. Ma Liz è impegnata, e la missione ricade su Candace. Così la giovane parte per Cedar Falls, cittadina innevata e piena di aspettative, con un solo obiettivo: fingere di essere sua madre e convincere tutti, consiglio d’amministrazione incluso, di meritarsi il ruolo di nuovo volto del marchio.


Ma la bugia non regge. In un crescendo di situazioni grottesche e goffe (gare di pan di zenzero, cucito forzato, cene da preparare), Candace si trova a fronteggiare non solo la verità su sé stessa, ma anche lo sguardo indagatore di John, giornalista e zio della bambina, sospettoso e affascinato. La commedia si regge su questo equilibrio precario: la recita che Candace porta avanti e la minaccia costante che qualcuno o qualcosa la smascheri.


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Il peso del cognome

Candace è una protagonista fuori schema per gli standard Hallmark. Non è una pasticcera in carriera né una manager stressata in cerca di un senso nuovo alla vita. È figlia di un marchio che porta il suo stesso nome e vive all’ombra di una madre idealizzata da tutti. Il suo conflitto è interno: non si tratta di trovare l’amore o di scegliere tra città e campagna, ma di dimostrare a se stessa più che agli altri di valere qualcosa al di là del suo cognome.


Il personaggio di Liz, seppur presente per poco tempo, funziona come archetipo ingombrante: è l’autorità silenziosa che detta standard irraggiungibili. John, il giornalista, è invece l’elemento destabilizzante. All’apparenza secondario, è in realtà lo specchio attraverso cui Candace si confronta con la realtà. La sua indagine giornalistica ha il tono di un giallo natalizio in miniatura, e il suo occhio da reporter diventa quello dello spettatore: sospetta, osserva, si fa domande.


Accanto a loro, nel film di Rai Premium I miei pasticci di Natale, ruotano personaggi secondari caricaturali, volutamente esagerati – dalla sindaca invadente al membro del consiglio d’amministrazione che pretende la perfezione in cambio di un piatto caldo. Sono figure che servono da cornice grottesca al percorso della protagonista, che si muove come in una serie di prove mitologiche natalizie, tra sfide culinarie e tradizioni imposte.

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I miei pasticci di Natale (2018) scena

L’identità non si cucina

Il film di Rai Premium I miei pasticci di Natale non parla ovviamente di biscotti o decorazioni. Il tema centrale è l’identità: quella che si eredita, quella che si costruisce, e quella che si finge. Candace si confronta con il peso di aspettative irrealistiche, di una narrazione familiare che non le appartiene e che deve comunque difendere pubblicamente. La commedia si regge sul paradosso: per dimostrare di essere la persona giusta, Candace deve mentire. Solo quando sceglie di dire la verità, ammettendo di non saper cucinare o cucire, ottiene davvero fiducia e riconoscimento.


Il film mette anche in discussione il concetto stesso di “competenza” nei ruoli pubblici: può una persona rappresentare un marchio costruito su abilità che non possiede? La risposta sembra stare più nella sincerità che nella performance. Candace, con tutti i suoi limiti, è autentica. E in un mondo mediatico fatto di filtri, “stories” e immagini patinate, l’autenticità è il valore che salva.


Altro tema, meno esplicitato ma presente, è quello del controllo: il controllo delle immagini, delle aspettative, delle narrazioni. Tutto nel film è una rappresentazione (una diretta social, un’intervista, una cena pubblica). E Candace, maldestra attrice di una parte che non le è mai stata cucita addosso, deve imparare a riscrivere il copione.

La verità in tavola

Il finale del film di Rai Premium I miei pasticci di Natale si consuma alla vigilia di Natale, durante la tanto attesa cena in onore del ritorno del padre. Dopo una serie di incidenti e fraintendimenti – incluso quello con John, che sembra pronto a “smascherarla” con un articolo – Candace compie l’unico gesto possibile: confessa tutto. Ammette di non essere la donna perfetta che tutti si aspettano. Ammette di avere finto. E in un ribaltamento coerente con la logica narrativa Hallmark, è proprio quella confessione a guadagnarle l’approvazione del consiglio.


Il romanticismo con John si consuma in una scena finale più contenuta del solito. Nessuna dichiarazione eclatante, ma una promessa implicita: vedremo cosa succede. Anche qui, il film sceglie una strada più misurata, più realistica. E questo rende il finale meno zuccheroso e più coerente con il percorso della protagonista.

Non è (solo) un altro Natale

I miei pasticci di Natale non reinventa il genere, ma lo piega a una riflessione più sottile: non è il talento a definire chi sei, ma il coraggio di mostrarti per ciò che sei. In un universo televisivo dove spesso la risoluzione di un film natalizio è legata all’innamoramento lampo e alla magia della neve, qui il vero miracolo è una bugia rivelata. La crescita personale sostituisce il colpo di scena romantico, e l’autenticità diventa il regalo più credibile da mettere sotto l’albero.


Nel catalogo Hallmark, questo film si posiziona come una piccola variazione sul tema, imperfetta ma interessante. Un pasticcio, sì, ma di quelli che, alla fine, raccontano qualcosa di vero.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina I miei pasticci di Natale

I miei pasticci di Natale

Sentimentale - USA 2018 - durata 90’

Titolo originale: Entertaining Christmas

Regia: Robin Dunne

Con Jodie Sweetin, Brendan Fehr, Jane Moffat, Tamara Almeida, Marcia Bennett, Howard Hoover

in TV: 11/11/2025 - Rai Premium - Ore 21.20