Con il film Limpia, dal 10 ottobre suNetflix, Dominga Sotomayor firma il suo progetto più rischioso e controverso: l’adozione (non semplice trasposizione) del romanzo omonimo di Alia Trabucco Zerán.


La regista cilena, già acclamata per Tarde para morir joven, non costruisce un thriller nel senso classico del termine, ma un dramma denso, silenzioso e progressivamente soffocante, che indaga il cuore delle relazioni affettive e lavorative tra classi sociali opposte, senza mai abbandonare l’ambiguità morale. Il risultato è un’opera che finge di camminare in punta di piedi, ma affonda con decisione nei dilemmi etici della cura, della dipendenza e del bisogno reciproco.

Rosa Puga Vittini, María Paz Grandjean
Limpia (2025) Rosa Puga Vittini, María Paz Grandjean

Una casa, due mondi

Il centro della storia del film Netflix Limpia è Estela, interpretata da María Paz Grandjean, collaboratrice domestica in una famiglia borghese. È lei a prendersi cura, giorno e notte, della piccola Julia, sei anni, figlia di un medico perennemente assente. Il rapporto tra Estela e Julia inizia come un vincolo affettivo professionale, ma ben presto si trasforma in qualcosa di più profondo, più totalizzante, più disturbante. Un microcosmo si chiude attorno a loro: la casa diventa rifugio e prigione, il gioco un rituale, l’affetto una dipendenza.


Estela ha una madre malata, lontana, per cui prova senso di colpa, ma non riesce mai davvero a lasciarsi alle spalle la bambina che accudisce. Ogni tentativo di distacco fallisce. Perfino quando un amore potenziale si affaccia nella sua vita (un uomo gentile, che pare offrire una via d’uscita), Estela resta invischiata in quella bolla domestica, dove il dovere si confonde con il desiderio, e l’amore con il bisogno.

Le crepe sotto la superficie

Julia, interpretata nel film Netflix Limpia con naturalezza da Rosa Puga Vittini, è molto più di un semplice contraltare infantile. È capricciosa, affettuosa, manipolatrice, tenera. È una bambina, ma è anche specchio delle dinamiche che la circondano: abituata alla presenza di Estela, abbandonata emotivamente dai genitori, coltiva con la donna un legame simbiotico che sfugge al controllo.


Non c’è antagonista nel film, e nemmeno un vero punto di svolta: tutto accade per accumulo, per piccoli segni che si stratificano: una carezza in più, una risposta in meno, uno sguardo che resta troppo a lungo.


Dominga Sotomayor rifiuta il melodramma e anche il realismo sociale più esplicito. La sua regia osserva, suggerisce, insinua. Ogni scena porta con sé una tensione sottile, alimentata da una messa in scena che non forza mai i tempi, ma che costruisce lentamente un’atmosfera instabile. La minaccia è sempre fuori campo, o meglio: sempre imminente, mai esplosiva. L’impianto visivo lavora contro le aspettative del genere thriller: più che incutere paura, Limpia incastra lo spettatore in una dimensione grigia, ambigua, inquieta.

Rosa Puga Vittini
Limpia (2025) Rosa Puga Vittini

Una questione di classe, ma non solo

Il cuore pulsante del film Netflix Limpia è il rapporto tra chi accudisce e chi viene accudito, ma sotto questa superficie si muove una riflessione sociale più ampia. La casa borghese dove Estela lavora è uno spazio privato che rivela tutte le contraddizioni del pubblico. La dedizione della donna non è ricambiata né retribuita in modo equo, ma è data per scontata, come se fosse un’estensione naturale del suo ruolo.


La disuguaglianza, in Limpia, non viene denunciata a gran voce, ma è mostrata nella sua quotidianità: nelle scuse del datore di lavoro per le assenze, nell’incapacità della famiglia di vedere Estela come persona a sé stante, nel modo in cui l’amore stesso, tra adulti o tra adulti e bambini, può diventare uno strumento di sfruttamento emotivo. Questo avvicina il film a opere come È arrivata mia figlia! di Anna Muylaert, ma con una cifra più rarefatta e meno dichiaratamente politica.


Sotomayor evita il cinema panfletario, ma non si tira indietro nel denunciare una realtà: quella di milioni di donne che vivono una vita interamente devota agli altri, sacrificando sé stesse e le proprie famiglie sull’altare del lavoro di cura. Il film, con la sua calma apparente, mette in scena un’esplosione silenziosa.

L’illusione dell’equilibrio

Nel film Netflix Limpia, ogni oggetto, ogni frase, ogni dettaglio visivo pare anticipare qualcosa. Ma l’effetto non è quello del giallo, bensì di una tragedia annunciata. La relazione tra Estela e Julia non è costruita per durare. Non può durare. È troppo intensa, troppo esclusiva, troppo sbilanciata. Quando la rottura arriva, è inevitabile, eppure mantiene intatto il senso di shock. Non perché sorprenda, ma perché conferma che quel fragile equilibrio era solo un’illusione.


Il finale, tanto discusso quanto divisivo, alza il tono senza cambiare la partitura. Non è una svolta di genere, né un colpo di scena, ma un atto coerente con la logica emotiva dei personaggi. La violenza, fisica o simbolica, non irrompe mai in modo gratuito: è il frutto di una lunga catena di dipendenze e omissioni.

Oltre lo schermo

Limpia non è un film facile. Non perché sia sperimentale o difficile da seguire, ma perché non offre scorciatoie emotive. Non c’è redenzione, né morale chiara, né un messaggio da incorniciare. Il lungometraggio ti lascia addosso una sensazione di disagio che resta. Come uno sguardo troppo lungo tra due persone che si amano per sbaglio.


Con questo lavoro, Dominga Sotomayor conferma di essere una delle voci più sottili e consapevoli del cinema latino-americano contemporaneo. La sua scelta di affrontare un tema già raccontato (il lavoro domestico, la maternità delegata, la disuguaglianza di classe) è coraggiosa proprio perché rifiuta ogni drammatizzazione facile. Invece di alzare la voce, Sotomayor abbassa il tono. Ma ciò che resta, alla fine, è un’eco fortissima.

Autore

Redazione

Questo è il luogo in cui si cucinano i servizi principali del sito filmtv.it come le nuove schede di film e serie tv che entrano nel database, i testi e i dati con cui si presentano i nuovi film della settimana, i risultati del box office del lunedì, i calendari del prossimamente e, naturalmente, gli articoli con cui presentiamo film e serie nelle nuove categorie "Film anteprima", "Pop Film" e "Tv Show". Redazione è, in sostanza, il centro operativo di filmtv.it e il punto di raccordo con il settimanale Film Tv.

Filmografia

locandina Limpia

Limpia

Drammatico - Cile 2025 - durata 102’

Titolo originale: Limpia

Regia: Dominga Sotomayor

Con María Paz Grandjean, Rosa Puga Vittini, Ignacia Baeza, Benjamín Westfall, Rodrigo Palacios

locandina È arrivata mia figlia

È arrivata mia figlia

Drammatico - Brasile 2015 - durata 114’

Titolo originale: Que Horas Ela Volta?

Regia: Anna Muylaert

Con Regina Case, Michel Joelsas, Karine Teles, Camila Márdila, Lourenço Mutarelli, Luis Miranda

Al cinema: Uscita in Italia il 04/06/2015

in streaming: su Prime Video Google Play Movies Amazon Video Timvision Rakuten TV Chili Apple TV