Con il film Boundless, in onda su Rai 4 il 28 settembre, il regista Ole Christian Madsen firma il sesto adattamento cinematografico tratto dai romanzi del danese Jussi Adler-Olsen, confermando la vitalità commerciale e narrativa della saga del Dipartimento Q. Ma più che rinnovarsi, questa nuova indagine preferisce aggrapparsi alle formule che hanno funzionato in passato, oscillando tra continuità e stanchezza creativa.


Il mistero, il trauma e la devianza restano le colonne portanti, ma il passo è meno incisivo, e il cast rinnovato fatica a occupare lo spazio lasciato dai predecessori. Boundless è un film che conosce bene la strada ma sembra percorrerla con il pilota automatico.

Ulrich Thomsen, Afshin Firouzi, Rasmus Bjerg
Boundless (2024) Ulrich Thomsen, Afshin Firouzi, Rasmus Bjerg

Tracce interrotte sull’isola di Bornholm

La trama del film di Rai 4 Boundless si apre con un suicidio che scombussola le certezze del Dipartimento Q. Christian Habersaat, un ex collega del detective Carl Mørck, si toglie la vita in pubblico, lasciando dietro di sé un mistero irrisolto: la morte di una ragazza trovata appesa a un albero, mai spiegata fino in fondo.


Mørck incarica Rose, sua collaboratrice, di indagare sull’isola di Bornholm, luogo che lui stesso conosce fin troppo bene. Lì, Rose si infiltra in una comunità di adoratori del sole guidata da una coppia sinistra, mentre Carl e Assad seguono altre piste legate a un artista fallito e a un passato che rifiuta di tacere.


Le indagini si moltiplicano, si sovrappongono, si contraddicono. Come spesso accade nei casi del Dipartimento Q, il presente dialoga in modo ossessivo con il passato. Le risposte emergono frammentate, affiorano lentamente, quasi con riluttanza. Ma quando si compone il puzzle, il disegno è più convenzionale di quanto ci si aspettasse.


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Tre solitudini in cerca di verità

Nel film di Rai 4 Boundless, è Rose a prendere l’iniziativa. Sofie Torp restituisce un personaggio diverso rispetto alle versioni precedenti: meno eccentrica, più fisica, più spinta verso l’azione. È una Rose che si confronta direttamente con i propri fantasmi, in un contesto (la setta) dove la manipolazione psicologica è la norma. La sua vulnerabilità si trasforma in un’arma, anche se la sceneggiatura eccede in alcuni momenti nel renderla caricaturale. La scena in cui sfiora la castrazione di un sospetto è un segnale: questo personaggio non è più quello della carta stampata, e forse nemmeno quello che serviva al film.


Carl Mørck, interpretato da Ulrich Thomsen, è l’uomo che osserva. La sua presenza è fredda, silenziosa, quasi inerte. Dove una volta c’era tensione emotiva e conflitto interiore, ora c’è una calma stanca, un distacco che appiattisce il personaggio. Gli interrogatori sono i momenti in cui la sua autorità si manifesta, ma restano isolati. La transizione da Nikolaj Lie Kaas a Thomsen si sente ancora tutta.


Infine, c’è Assad. Afshin Firouzi eredita un ruolo difficile e ne offre una versione più sobria, meno ironica, meno centrale. I tratti distintivi del personaggio (il senso dell’umorismo, il dualismo culturale, la lealtà feroce) restano in secondo piano. È una presenza funzionale più che narrativa, e questo indebolisce il trio che in passato era il cuore pulsante della saga.

Joachim Fjelstrup
Boundless (2024) Joachim Fjelstrup

Maternità, fede e ossessione

Uno dei fili conduttori dell’indagine del film di Rai 4 Boundless è il desiderio (o la negazione) della maternità. La vittima centrale del caso è coinvolta in un contesto in cui il corpo femminile viene idolatrato e strumentalizzato in nome di una spiritualità deviata. La setta che emerge dall’indagine è una caricatura new age dove la sessualità diventa controllo, e la fede si trasforma in strumento di potere. Non è la critica sociale più acuminata della saga, ma è un tema che tocca nervi scoperti.


Il film, come i romanzi da cui proviene, continua a denunciare le ipocrisie della società danese, ma in Boundless il bersaglio è fin troppo facile. Le degenerazioni settarie, il carisma pericoloso dei leader, l’obbedienza cieca: tutti elementi già visti, gestiti qui con un piglio quasi didattico. Mancano le sfumature. L’opacità morale che caratterizzava i capitoli precedenti è qui sostituita da una struttura narrativa più binaria, meno provocatoria.

Meccanismi che scricchiolano

Boundless è un film che rispetta il manuale del buon thriller nordico: paesaggi plumbei, silenzi pesanti, traumi sepolti, colpi di scena calibrati. Ma proprio questa fedeltà agli schemi rischia di diventare un limite. L’investigazione si sviluppa in modo prevedibile, senza veri scossoni. L’elemento di sorpresa è assente, e la tensione non trova mai una vera esplosione emotiva. Lo spettatore arriva alla fine più per inerzia che per urgenza.


Anche sul piano stilistico, Ole Christian Madsen non osa. La messa in scena è sobria, la fotografia fa il suo dovere, ma manca un guizzo, una firma. Il confronto con i primi film della saga, in particolare Paziente 64, mette in luce la differenza di intensità, ritmo e ambizione. Qui si fa “il lavoro”, ma senza scintille.

Una promessa (parzialmente) mantenuta

Boundless è un film prudente. Riprende in mano l’universo del Dipartimento Q senza tradirlo, ma nemmeno lo rilancia. I personaggi sono lì, i temi ci sono, l’atmosfera è coerente. Tuttavia, tutto appare come diluito, distante, meno necessario. È un’opera di transizione, forse. Un ponte verso un settimo film che potrebbe rimescolare le carte.


Per ora, questa sesta indagine è un esercizio di continuità più che un gesto creativo. Gli amanti della saga troveranno elementi familiari, ma difficilmente ne resteranno segnati. Chi cerca un’esperienza nuova, invece, potrebbe sentirsi come Carl Mørck davanti a un vecchio dossier: consapevole che dentro ci sono verità importanti, ma stanco di doverle cercare ancora.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina Boundless

Boundless

Thriller - Danimarca 2024 - durata 120’

Titolo originale: Den grænseløse

Regia: Ole Christian Madsen

Con Ulrich Thomsen, Hedda Stiernstedt, Søren Malling, Lisa Carlehed

in TV: 28/09/2025 - Rai 4 - Ore 21.20

locandina Paziente 64: Il giallo dell'isola dimenticata

Paziente 64: Il giallo dell'isola dimenticata

Giallo - Danimarca 2018 - durata 114’

Titolo originale: Journal 64

Regia: Christoffer Boe

Con Nikolaj Lie Kaas, Fares Fares, Nicolas Bro, Elliott Crosset Hove, Anders Hove, Søren Pilmark

in TV: 28/09/2025 - Rai 4 - Ore 23.30

in streaming: su Prime Video Apple TV Google Play Movies Timvision