Con Un marito sospetto, in onda il 2 ottobre, Rai Premium propone un racconto televisivo che scava nel cuore stesso della fiducia coniugale, del sospetto sociale e dell’identità fittizia. Diretto da Christophe Lamotte, il tv movie porta in scena una storia ispirata a fatti reali ma completamente reinventata, tenendo lo spettatore in bilico tra la verità giudiziaria e il racconto psicologico. Non è una semplice rielaborazione di un caso giudiziario noto: è una domanda narrativa lanciata al pubblico. E se l’uomo accanto a voi fosse qualcun altro?
Il protagonista, Thomas Kertez (interpretato da Kad Merad), vive una vita tranquilla in Bretagna con la moglie Alice (Laurence Arné) e il loro bambino. Ma quando viene accusato di essere in realtà Antoine Durieux-Jelosse, un uomo scomparso dopo aver assassinato la sua prima famiglia quindici anni prima, l’intero equilibrio crolla. Sullo sfondo, la comandante Sophie Lancelle (Géraldine Pailhas), convinta da anni che Durieux-Jelosse sia ancora vivo, crede di aver finalmente trovato il colpevole.

Identità sotto assedio
Al centro del film di Rai Premium Un marito sospetto non c’è tanto la caccia all’uomo quanto il collasso interno di una famiglia. Thomas è accusato di essere qualcuno che ha compiuto l’irreparabile, ma non si tratta di prove concrete quanto di una somiglianza, di dettagli biografici compatibili, di una cronologia possibile. Non basta dichiararsi innocente quando ogni gesto viene reinterpretato alla luce del sospetto. Kad Merad, in un ruolo lontano dalla sua consueta comicità, costruisce un personaggio intrappolato tra ciò che dice di essere e ciò che gli altri credono che sia.
Laurence Arné, nei panni di Alice, è il vero centro emotivo del film. È attraverso i suoi occhi che viviamo l’angoscia dell’incertezza, il trauma dell’eventuale tradimento non solo coniugale, ma esistenziale. Il sospetto diventa un personaggio in sé, insinuandosi nei gesti quotidiani, nei ricordi, nella percezione stessa dell’altro.
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Due donne, una verità e un abisso
Il film di Rai Premium Un marito sospetto gioca sulla contrapposizione tra due figure femminili: Alice, la moglie che cerca di credere all’uomo che ama, e Sophie Lancelle, l’investigatrice che ha dedicato la sua vita a trovare un fantasma. La dinamica tra le due è sottile e mai caricaturale: non ci sono buoni o cattivi, solo prospettive diverse, ossessioni diverse, paure diverse. La verità non è mai dichiarata con forza, ma evocata. E il film lascia volutamente in sospeso alcune risposte, obbligando lo spettatore a interrogarsi.
La vera storia
Un marito sospetto trae ispirazione da una delle più inquietanti cronache degli ultimi decenni: l’affaire Xavier Dupont de Ligonnès. Scomparso dopo il massacro della moglie e dei quattro figli a Nantes nel 2011, il caso ha ossessionato la Francia e alimentato speculazioni senza fine. Ma il film si permette una deviazione creativa: non racconta l’assassinio, ma immagina un “e se...?”, ipotizzando una seconda vita per il killer, una nuova identità, una nuova famiglia, quindici anni dopo.
Tuttavia, l’origine più remota dell’ispirazione si trova negli Stati Uniti: John List, un uomo che nel 1971 uccise tutta la sua famiglia e riuscì a vivere sotto falsa identità per quasi vent’anni prima di essere scoperto. Il lavoro degli sceneggiatori Julien Messemackers e Clothilde Jamin prende queste basi reali e le trasforma in materiale drammatico, aprendo una finestra su ciò che la giustizia non ha mai potuto dimostrare e su ciò che l’opinione pubblica non ha mai smesso di temere.

Sotto la pelle del dubbio
Uno dei temi centrali del film di Rai Premium Un marito sospetto è il concetto di verità percepita. La verità giuridica, nel film, non arriva mai. Ciò che vediamo è una verità emotiva: il sospetto che corrode, la paura che cancella i ricordi, il bisogno disperato di credere in qualcuno che forse mente da sempre. Il sospetto è una lente deformante che altera tutto, persino l’amore. E nel caso di Thomas, la linea tra innocenza e colpevolezza non è tracciata da prove, ma dal volto della donna che dorme accanto a lui e inizia a non riconoscerlo più.
Il film affronta anche la questione della reinvenzione di sé: è davvero possibile cancellare un passato così orribile e costruire una nuova esistenza? E cosa accade quando questa costruzione entra in collisione con il passato irrisolto degli altri?
Un riflesso inquietante della realtà
Nel panorama delle fiction francesi contemporanee, il film di Rai Premium Un marito sospetto si distingue per l’ambizione narrativa e per il coraggio di affidare a un attore comico come Kad Merad un ruolo profondamente ambiguo. La regia di Christophe Lamotte sceglie una messa in scena sobria ma efficace, senza ricorrere a sensazionalismi, lasciando che sia la psicologia dei personaggi a fare da motore. Il fatto che lo spettatore non abbia mai certezze rafforza il senso di disagio, e tiene alta la tensione fino all’ultimo fotogramma.
Un marito sospetto non è un film su un assassino. È un film sulla possibilità che l’assassino sia l’uomo che ami, il padre di tuo figlio, il collega tranquillo del porto, il vicino gentile. È un film su quanto poco sappiamo davvero delle persone che ci circondano. Ma soprattutto è un’opera che ci costringe a riflettere su cosa succede quando la giustizia non trova il suo uomo ma crede comunque di averlo trovato. Non sempre la verità è necessaria per distruggere una vita. Basta un dubbio.
E quando il dubbio entra in casa, non se ne va più.
Filmografia
Un marito sospetto
Thriller - Francia 2019 - durata 90’
Titolo originale: La part du soupçon
Regia: Christophe Lamotte
Con Kad Merad, Laurence Arné, Géraldine Pailhas, Gaspard Pasquet, Aladin Reibel, Jean-Philippe Puymartin
in TV: 02/10/2025 - Rai Premium - Ore 21.20
in streaming: su Rai Play
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