In un panorama saturo di investigatrici amatoriali, piccoli centri dove “succede sempre qualcosa” e misteri dal gusto vintage, il film Omicidi a Mystery Island su Rai 2 la sera del 27 settembre si ritaglia un proprio spazio grazie a un’ambientazione volutamente teatrale e a una costruzione narrativa che gioca con le regole stesse del genere.


Prodotto da Hallmark nel 2023 e primo di una serie, il tv movie unisce l’impianto classico del “whodunit” all’estetica e alle dinamiche del gioco da tavolo, aggiornandolo in chiave metanarrativa. Non è solo una storia di omicidio: è una storia su come costruiamo storie di omicidi. E, come capita nelle migliori costruzioni, qualcosa crolla. O, meglio, muore.

Elizabeth Henstridge, Charlie Weber
Omicidi a Mystery Island (2025) Elizabeth Henstridge, Charlie Weber

Il gioco si fa serio

La protagonista del film di Rai 2 Omicidi a Mystery Island, la dottoressa Emilia Priestly (Elizabeth Henstridge), è una psichiatra forense che collabora con la polizia londinese. Dopo aver ricevuto minacce da un pericoloso detenuto, decide di prendersi una pausa e accetta l’invito dell’amica Jane Walcott, baronessa e appassionata di gialli, a partecipare a un’esperienza immersiva sull’isola di Mystery Island. Qui, un gruppo selezionato di ospiti partecipa a un weekend all’insegna del delitto simulato: una sorta di resort-cluedo creato dallo scrittore di thriller John Murtaugh.


La finzione, però, cede subito il passo alla realtà quando il cadavere dello stesso Murtaugh viene trovato nel cuore della magione. Da quel momento in poi, la linea tra gioco e pericolo si spezza, e Emilia, affiancata dall’ispettore Jason Trent (Charlie Weber), si ritrova a dover risolvere un crimine vero, usando strumenti presi in prestito dalla psicologia, dalla logica e, inevitabilmente, dal teatro.


Ma le sorprese non finiscono lì: un secondo omicidio complica ulteriormente la rete di sospetti e moventi, spingendo Emilia a scavare oltre la superficie patinata del gioco per svelare una verità che nessuno aveva previsto.


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Il volto (multiplo) dell’inganno

Il cuore pulsante del film di Rai 2 Omicidi a Mystery Island è Emilia Priestly, figura a metà tra la razionalità scientifica e l’intuizione investigativa. La sua è una protagonista fuori dagli schemi Hallmark: non una dilettante col talento per i crimini, ma una professionista provata dal lavoro, con una personalità trattenuta e profondamente umana. Accanto a lei, la baronessa Jane Walcott funge da contrappunto: eccentrica, sopra le righe, ossessionata dal gioco più che dalla verità, è un personaggio ironico e volutamente eccessivo che incarna l’approccio romantico al mistero.


Il detective Jason Trent, ex collega di un agente ucciso in circostanze irrisolte, si rivela più complesso del previsto. Lontano dall’archetipo del poliziotto disilluso, è invece curioso, aperto alla collaborazione e dotato di un approccio pragmatico che ben si sposa con il metodo analitico di Emilia.


Attorno a loro ruota una galleria di personaggi volutamente caricaturali, quasi maschere teatrali: il miliardario impulsivo, la guru del fitness aggressiva, il veterano sospettoso, il giornalista in incognito. Non sono solo figure funzionali alla trama, ma riflessi distorti di ciò che accade quando le persone si immergono in una finzione che sfugge loro di mano. Ognuno di loro è sospetto, e proprio per questo funziona: più che costruire empatia, generano tensione, e questo basta.

Elizabeth Henstridge, Kezia Burrows, Henry Twohy
Omicidi a Mystery Island (2025) Elizabeth Henstridge, Kezia Burrows, Henry Twohy

Maschere, regole e realtà

Il tema centrale del film di Rai 2 Omicidi a Mystery Island è il cortocircuito tra realtà e rappresentazione. L’isola è un microcosmo in cui le regole della narrazione gialla (indizi, falsi moventi, rivelazioni) vengono usate come strumenti d’intrattenimento. Ma cosa accade quando quelle stesse regole vengono violate da un vero delitto? Il film non si limita a inscenare un mistero, ma interroga la struttura stessa del mistero narrativo, mettendo in discussione il confine tra ciò che crediamo di sapere (perché lo abbiamo “visto mille volte”) e ciò che accade davvero.


Un altro tema ricorrente è il peso della manipolazione: dei fatti, delle apparenze e delle persone. Murtaugh, l’ideatore del gioco, orchestra la propria morte come un finale perfetto, costruito con precisione maniacale per incastrare un rivale. È un autore che gioca a essere dio, e che paga il prezzo estremo del suo narcisismo narrativo. La morte, qui, è il frutto non dell’odio, ma dell’ossessione per il controllo.


Infine, c’è il tema della collaborazione e della fiducia. Emilia e Jason non risolvono il caso da soli: sono parte di un gioco collettivo dove ogni personaggio contribuisce – anche involontariamente – a svelare pezzi del puzzle. Ma è solo abbandonando le regole del gioco che riescono ad arrivare alla verità.

Quando il mistero si specchia in se stesso

Omicidi a Mystery Island è un film consapevole di sé. Conosce i codici del genere e li usa per costruire, ma anche per smontare. Non si prende mai troppo sul serio, e proprio in questo riesce a proporre una riflessione sul modo in cui consumiamo storie di crimini, e su quanto siamo disposti a sospendere l’incredulità pur di lasciarci intrattenere.


La narrazione si muove con ritmo incalzante, arricchita da ambientazioni curate (l’isola è un personaggio a sé), colpi di scena ben calibrati e una conclusione doppia – prima farsesca, poi risolutiva – che ribadisce il valore della logica sull’intuizione forzata. In un’epoca in cui i gialli si moltiplicano senza offrire nulla di nuovo, Mystery Island riesce a fare una cosa difficile: sorprendere, anche senza reinventare.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina Omicidi a Mystery Island

Omicidi a Mystery Island

Giallo - USA 2025 - durata 84’

Titolo originale: Mystery Island

Regia: Nicholas Humphries

Con Elizabeth Henstridge, Charlie Weber, Kezia Burrows, Matthew Chambers

in TV: 27/09/2025 - Rai 2 - Ore 21.20

in streaming: su Prime Video