Nel panorama cinematografico francese, pochi film riescono a giocare con i codici narrativi senza caderne vittima: con Bianca come la neve, su Cielo la sera del 19 settembre, Anne Fontaine porta a termine un’opera che si appropria del modello fiabesco (Biancaneve) per destrutturarlo, provocarlo e riformularlo con libertà. Il risultato è un racconto in tre atti che parte da una premessa familiare, ma presto deraglia in una traiettoria radicale, profondamente contemporanea.

Lou de Laâge
Bianca come la neve (2019) Lou de Laâge

La favola al contrario

Claire, interpretata nel film Cielo Bianca come la neve da Lou de Laâge, è una giovane donna bella, ingenua e relegata in una vita grigia, accanto alla figura opprimente della matrigna Maud (Isabelle Huppert). Quando Maud, accecata dalla gelosia, tenta di ucciderla, Claire si rifugia in un villaggio montano dove viene accolta in una grande casa abitata da sette uomini. La similitudine con il racconto dei fratelli Grimm è dichiarata, ma solo come punto di partenza: Claire non viene salvata, si salva da sola. Non viene nascosta, si mostra. Non resta immobile, si trasforma.


Il soggiorno nella casa diventa occasione per Claire di riscoprire sé stessa e il proprio corpo, attraverso incontri con uomini molto diversi tra loro. Ognuno rappresenta un’esperienza, una possibilità, un’ombra o un riflesso della sua evoluzione. Quello che nasce è un viaggio, non tanto verso l’amore, quanto verso un’identità nuova, libera da giudizi e da ruoli imposti.


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Claire, la ribelle inconsapevole

Claire, nel film Cielo Bianca come la neve, è un personaggio che non chiede il permesso di esistere: semplicemente vive. Non porta rancore, non cerca vendetta, non si pone domande morali. È pura apertura. Il suo modo di amare (spesso fisico, a volte platonico) è privo di strategia o calcolo. Ogni uomo che incontra è un piccolo specchio nel quale si osserva e si reinventa. È proprio questa disponibilità, priva di retorica o di senso di colpa, a renderla rivoluzionaria.


In lei non c’è volontà di provocazione, né desiderio di manipolare. L’erotismo, presente ma mai invasivo, è uno strumento di scoperta, un linguaggio con cui stabilisce connessioni. Non si tratta di una donna fatale, ma di una donna che si riappropria del proprio corpo e della propria storia senza doverlo giustificare.

Lou de Laâge, Isabelle Huppert
Bianca come la neve (2019) Lou de Laâge, Isabelle Huppert

Maud, l’ambiguità del potere che sfiorisce

Se Claire è il cuore del film Cielo Bianca come la neve, Maud ne è la controparte speculare. Il personaggio della matrigna, portato in scena da una Huppert inquieta e calibratissima, si muove tra desiderio, invidia e disorientamento. Non è una “cattiva” da fiaba, ma una donna in crisi, che vede scivolare via il proprio potere, la propria giovinezza, il proprio amante. La sua crudeltà non è gratuita: nasce dalla frustrazione di chi non sa più dove stare.


Nella danza con Claire, letterale e metaforica, Maud oscilla tra attrazione e distruzione. È una figura che incarna il conflitto fra due generazioni, due modelli di femminilità, due visioni del mondo. Non è solo una matrigna gelosa: è una donna che non accetta di essere diventata invisibile.

I “sette” uomini e le mille facce del desiderio

Non ci sono nani nel film Cielo Bianca come la neve, ma uomini comuni, imperfetti, sfuggenti. Ognuno di loro ha una funzione narrativa e simbolica. Dal libraio malinconico al curato anticonformista, dal gemello impulsivo al musicista incapace di toccare, Claire si relaziona a ciascuno in modo diverso. Ogni relazione ha il suo linguaggio, il suo ritmo, la sua tenerezza o goffaggine. La regia evita stereotipi: non ci sono principi azzurri, solo uomini persi, dubbiosi, a volte ridicoli. E Claire, invece di cercare l’uomo giusto, accoglie le loro fragilità, si lascia contaminare.


Attraverso queste relazioni multiple, il film decostruisce l’idea dell’amore come salvezza o possesso. Il piacere non è un fine, ma un mezzo per conoscere. Claire offre qualcosa a ciascuno di loro, e riceve qualcosa in cambio. La leggerezza dei toni comici convive con momenti di intensità emotiva sincera.

Lou de Laâge
Bianca come la neve (2019) Lou de Laâge

Un corpo che respira la natura

L’ambiente, nel film Cielo Bianca come la neve, non è solo sfondo. La natura, con i suoi boschi, i suoi animali, i suoi silenzi, accompagna la trasformazione della protagonista. Ogni incontro ha una coreografia diversa, spesso immersa in paesaggi che sembrano risuonare con ciò che avviene tra i corpi. Il violoncello, la neve, gli scoiattoli, gli alberi in ombra: tutto è evocazione, mai decorazione.


Il corpo di Claire, ripreso con rispetto e mai con feticismo, si fonde con questi spazi. Non si tratta di voyeurismo, ma di restituzione. Il sesso non è mai brutale o performativo, ma danza, contatto, gioco. In alcuni casi è assente, sostituito da altre forme di vicinanza. In altri, è puro divertimento. La regista costruisce così un erotismo liberato, non ideologico, in cui la donna non è oggetto, ma soggetto.

Il racconto come atto politico

Dietro l’apparente leggerezza, il film Cielo Bianca come la neve affonda colpi precisi contro i modelli di rappresentazione femminile tradizionali. Claire non è salvata da nessuno, non deve scegliere, non deve redimersi. Il film non impone una morale: propone una possibilità. In un’epoca in cui i rapporti tra uomini e donne sono spesso ingabbiati da discorsi binari, il film rifiuta tanto il vittimismo quanto la demonizzazione. E questo vale anche per la religione, rappresentata da un sacerdote che accompagna senza giudicare, lontano da ogni dogma.


Claire non insegna, non predica, non teorizza. Ma il suo percorso, fondato sull’ascolto e sull’intuizione, assume una valenza liberatoria. Per lei, per gli uomini che incontra, e per lo spettatore.


Bianca come la neve
è un film che sfugge alle etichette. Non è una commedia romantica, non è un dramma psicologico, non è un’opera erotica. È un racconto di formazione adulto, una fiaba ironica e corporea che parla di desiderio, di tempo che passa, di emancipazione individuale. Anne Fontaine firma forse la sua opera più personale, mescolando leggerezza e profondità con uno stile disinvolto.


In un mondo narrativo dove le donne spesso vengono raccontate attraverso lo sguardo maschile, Claire scrive la propria storia. Senza pentimenti, senza eroismi. E questo, oggi, è forse il messaggio più radicale di tutti.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina Bianca come la neve

Bianca come la neve

Commedia - Francia 2019 - durata 112’

Titolo originale: Blanche comme neige

Regia: Anne Fontaine

Con Lou de Laâge, Isabelle Huppert, Charles Berling, Damien Bonnard, Jonathan Cohen, Richard Fréchette