Il film La ragazza del mare, diretto da Joachim Rønning, interpretato da Daisy Ridley e in onda su Rai 1 il 17 settembre, non è soltanto un racconto di sport. È il recupero di una figura storica rimasta troppo a lungo ai margini della memoria collettiva: Gertrude “Trudy” Ederle.


Prima donna ad attraversare a nuoto la Manica nel 1926, in un’epoca in cui le donne faticavano ancora a essere accettate come atlete, Ederle non ha solo superato onde e meduse, ma anche pregiudizi sociali, strutture maschiliste e un mondo che non sapeva dove collocare una donna così forte. Il film racconta questo percorso in modo romanzato, ma fedele nella sostanza.

Kim Bodnia, Daisy Ridley
La ragazza del mare (2024) Kim Bodnia, Daisy Ridley

Nascita di una sfida

Il racconto del film di Rai 1 La ragazza del mare inizia nei sobborghi di Manhattan, tra le pareti umide di un appartamento popolare e l’odore del sangue del banco del padre macellaio. Trudy è una bambina debilitata dal morbillo, quasi sorda, apparentemente destinata a una vita segnata dalla fragilità. Ma è l’acqua e non la terra a chiamarla. Il mare, ostile e vasto, diventa il suo spazio di libertà.


Quando le piscine pubbliche rifiutano di ammetterla per timore del contagio, è il padre stesso a legarla con una corda e portarla nell’Atlantico. Da lì parte il percorso che la porta all’Olimpiade di Parigi del 1924, dove conquista un oro e due bronzi, e poi verso l’impresa più temeraria di tutte: attraversare il Canale della Manica.


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Trudy e Meg: la corsia delle sorelle

Nel cuore emotivo del film di Rai 1 La ragazza del mare batte il legame tra Trudy e la sorella maggiore Meg. All’inizio è Meg la nuotatrice più promettente, ma sarà Trudy a emergere come la vera fuoriclasse.


Il rapporto tra le due non è mai lineare: ci sono tensioni, incomprensioni, ma anche una solidarietà che si rivela essenziale. Meg sarà quella che le taglierà il costume per farne un rudimentale bikini più idrodinamico, quella che le riparerà gli occhialini con la cera, quella che canterà dal barcone per non farla sentire sola nella notte della traversata. In un’epoca che non contemplava la sorellanza sportiva, le due riscrivono insieme un pezzo di futuro.

Jeanette Hain, Daisy Ridley
La ragazza del mare (2024) Jeanette Hain, Daisy Ridley

Nuotare contro il patriarcato

Più che le onde o i banchi di meduse, è il potere maschile a rendere difficile la traversata di Trudy. Prima Jabez Wolffe, coach con un passato da fallito e con mire paternalistiche, che la priva della possibilità di concludere la sua prima traversata nel 1925. Poi James Sullivan, dirigente sportivo pronto a usare Trudy come volto pubblicitario ma incapace di vederla come atleta autonoma.


A ogni ostacolo imposto da uomini in posizione di potere, corrisponde una risposta da parte di Trudy e delle donne che la circondano. Non si tratta solo di sport: è una battaglia per la rappresentanza, per il diritto a essere visibili e credibili.

La traversata e il mondo che guarda

Il clou del film di Rai 1 La ragazza del mare è la seconda e definitiva traversata della Manica. Ridley, in una delle sue interpretazioni più fisiche e interiori, ci porta dentro la resistenza estrema della nuotatrice: vaselina sul corpo per non congelare, pollo fritto lanciato da un barcone per sostenerla, una notte senza luna, i muscoli che tremano, i crampi, i pesci velenosi.


Ma fuori dall’acqua, il mondo ascolta. Radio, giornali, piccioni viaggiatori: è una diretta globale, la prima vera impresa sportiva femminile seguita dai media internazionali. È anche un fatto simbolico: mentre lei taglia le onde, milioni di persone (donne, immigrati, bambini) sognano una nuova possibilità per sé.

Daisy Ridley
La ragazza del mare (2024) Daisy Ridley

La vera Trudy: tra gloria, silenzio e insegnamento

Se il film di Rai 1 La ragazza del mare ci dà una Trudy romanzata, la realtà non è meno potente. Dopo la sua impresa nel 1926, Ederle viene celebrata con la parata più grande mai dedicata a un’atleta a New York.


Ma il successo ha vita breve. I problemi di salute, le ferite alla schiena e la sordità la allontanano dalla ribalta. Rifiuta il ruolo di celebrità da salotto e preferisce insegnare nuoto ai bambini sordi. Non si sposa, non cerca applausi: continua a nuotare, in un’altra direzione. La sua impresa, però, ha conseguenze profonde: nel 1928, l’inclusione femminile nelle Olimpiadi si amplia grazie anche al suo esempio. È un effetto domino, iniziato da una donna sola nell’acqua.

Più che un’impresa sportiva

Il film di Rai 1 La ragazza del mare racconta una storia vera, ma parla anche del presente. Mostra quanto sia necessario riconoscere il valore di chi ha aperto strade senza mai essere pienamente celebrato. Non si tratta solo di un corpo che sfida i limiti umani, ma di un’identità femminile che chiede spazio, che si impone non per forza o per aggressività, ma per talento e tenacia.


Il lungometraggio non è un manifesto, né vuole esserlo. Ma il messaggio c’è, chiaro: ogni volta che qualcuno dice “non si può fare”, c’è sempre una Trudy pronta a entrare in acqua e provare il contrario.


Trudy Ederle ha fatto molto più che nuotare dalla Francia all’Inghilterra. Ha segnato una linea, ha spinto lo sport femminile dentro la modernità. Il film di Rønning, pur con alcune semplificazioni, restituisce la grandezza di una figura dimenticata. In tempi in cui la memoria è corta e l’ispirazione è spesso sintetica,

La ragazza del mare riporta a galla una storia che merita di restare sulla cresta. Non è solo cinema, è riconoscimento. E, forse, è anche una chiamata: a continuare a nuotare, anche quando la corrente sembra contro.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina La ragazza del mare

La ragazza del mare

Biografico - Usa 2024 - durata 129’

Titolo originale: Young Woman and the Sea

Regia: Joachim Rønning

Con Daisy Ridley, Tilda Cobham-Hervey, Stephen Graham, Kim Bodnia, Jeanette Hain, Ethan Rouse

in TV: 17/09/2025 - Rai 1 - Ore 21.30

in streaming: su Disney Plus