In un paese dell’entroterra romagnolo, dove le strade sembrano sempre uguali e le vite seguono schemi prevedibili, arriva una casa-famiglia: Solo cose belle, opera prima di Kristian Gianfreda su Rai 5 il 2 settembre, è un film che parte da qui, dall’impatto tra una comunità abituata a riconoscersi nei volti di sempre e un gruppo di persone “diverse” che, nella loro diversità, mettono in discussione ogni schema.


Ispirato al lavoro della Comunità Papa Giovanni XXIII, il film costruisce attorno a questo incontro una commedia corale che non cerca facili risposte ma propone una convivenza possibile, fatta di frizioni, errori, e sì, anche bellezza.

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Solo cose belle (2019) scena

Un mondo capovolto

Al centro del film di Rai 5 Solo cose belle c’è Benedetta, sedicenne figlia del sindaco. La sua vita segue le aspettative che la società le impone: popolare, benvoluta, conforme. Eppure, qualcosa in lei è già in bilico, come se il ruolo che recita fosse un vestito troppo stretto. L’arrivo della casa-famiglia, un microcosmo abitato da persone segnate da storie difficili, è per lei l’inizio di un ribaltamento. Kevin, giovane ex carcerato, la attira e insieme la spiazza. La loro relazione non è solo l’innesco narrativo del film, ma lo strumento con cui il pubblico entra in contatto con una realtà spesso invisibile: quella delle “vite ai margini”, che qui però diventano centrali.


Nel corso della vicenda, Benedetta si confronta con un mondo che infrange ogni codice del “beneducato vivere civile”. La casa è piena, caotica, rumorosa. Ma è anche viva, autentica, affettuosa. E la sua presenza nel paese, in pieno fermento per le elezioni comunali, agisce come detonatore. Emergono i giudizi, le paure, i sospetti. Ma anche le aperture, i piccoli gesti di solidarietà, le trasformazioni interiori. Il film costruisce così un intreccio di storie che fanno da contrappunto a quella principale, mantenendo un tono leggero pur senza eludere le zone d’ombra.


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Lontani da tutto, vicini alla realtà

La coralità è l’elemento chiave del film di Rai 5 Solo cose belle. La regia sceglie di non isolare le storie ma di intrecciarle, dando spazio a un’umanità composita e spesso ai margini del racconto cinematografico mainstream. La casa-famiglia diventa così non solo ambientazione, ma personaggio vivo: dentro ci sono un migrante, un’ex prostituta, ragazzi con disabilità, un figlio biologico e uno “sociale”, figure unite da una fragile e testarda volontà di ricominciare.


Questa molteplicità non è mai didascalica: ogni personaggio porta in scena qualcosa che lo definisce, senza diventare simbolo o stereotipo. Le situazioni non si risolvono con pacificazioni forzate, ma si sviluppano attraverso attriti quotidiani, gesti semplici e piccoli fallimenti. In questo modo, il film riesce a mostrare quanto l’accoglienza non sia un’idea astratta, ma un processo che si impara vivendo, a volte sbagliando, spesso ascoltando.

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Solo cose belle (2019) scena

Chi sono io per giudicare?

Uno dei temi più forti del film di Rai 5 Solo cose belle è la distanza (mentale, culturale, sociale) tra chi “sta dentro” e chi “sta fuori” il cosiddetto ordine normale delle cose. Il paese, con la sua piccola politica e le sue consuetudini, rappresenta un’Italia che si protegge dietro la normalità. La casa-famiglia, invece, è un luogo di rottura: ogni suo abitante è un varco verso un’altra possibilità di vedere la vita.


Centrale è anche il tema dello sguardo. Tutto è filtrato dagli occhi di Benedetta, che non giudica, ma osserva, si confonde, si appassiona. Attraverso di lei il film interroga il pubblico: quanto siamo disposti a mettere in discussione le nostre certezze? Quanto ci fidiamo di chi è “diverso”? E soprattutto: chi decide cosa sia normale, e cosa no?


La bellezza evocata dal titolo non è mai estetica né ideale, ma quotidiana e contraddittoria. È fatta di piadine condivise, balli improvvisati, incomprensioni, lacrime, e barchette di carta in un fiume che non sempre scorre tranquillo. È una bellezza che fatica, che inciampa, ma che proprio per questo vale la pena di essere cercata.

La realtà che prende voce

Nel film di Rai 5 Solo cose belle, gli attori non sono solo professionisti: molti provengono dalle case-famiglia o hanno esperienze di marginalità. Questa scelta porta in scena una verità non filtrata, fatta di gesti autentici e reazioni spontanee. Il lavoro sulla sceneggiatura, condiviso con studenti del liceo artistico, contribuisce a dare ai dialoghi una freschezza realistica, vicina al linguaggio dei giovani.


Anche la regia lavora in questo senso: niente virtuosismi, ma inquadrature che seguono i personaggi, si muovono con loro, si fermano dove serve. La fotografia, volutamente irregolare, accompagna il racconto senza ingabbiarlo. La colonna sonora, firmata Bevano Est, rafforza questo senso di “non luogo”, una zona grigia tra ciò che è e ciò che potrebbe essere.

Una commedia, ma non solo

Se il film di Rai 5 Solo cose belle si muove nella struttura della commedia, lo fa con consapevolezza. Il tono leggero non è un travestimento ma uno strumento. Serve a entrare dove altri linguaggi rischierebbero di essere respinti. L’umorismo (a volte surreale, a volte tenero) non copre il dolore, ma lo rende raccontabile. Il dramma, quando arriva, non è mai spettacolarizzato, ma vissuto con pudore. Il film non pretende di offrire soluzioni, ma invita a guardare meglio, e magari a fermarsi un attimo prima di tirare conclusioni.


Solo cose belle
è un film che non ha l’ambizione di cambiare il mondo, ma propone di osservarlo da un angolo diverso. Non cerca eroi, né tragedie, ma si concentra su quel terreno incerto e prezioso che è la convivenza tra mondi lontani. E suggerisce che forse, proprio in questo incontro (difficile, imperfetto, reale) possa nascondersi qualcosa che somiglia a una forma nuova di bellezza.


Una bellezza fatta di persone che non chiedono pietà ma ascolto. Che non hanno bisogno di essere salvate, ma semplicemente riconosciute. E che, senza proclami, provano a vivere insieme. Anche se non è facile. Anche se costa. E anche se, come dice il titolo, le cose belle, a volte, passano attraverso le lacrime.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina Solo cose belle

Solo cose belle

Commedia - Italia 2019 - durata 90’

Regia: Kristian Gianfreda

Con Idamaria Recati, Luigi Navarra, Giorgio Borghetti, Aaron T. Maccarthy, Barbara Abbondanza

Al cinema: Uscita in Italia il 09/05/2019

in TV: 02/09/2025 - Rai 5 - Ore 21.15

in streaming: su Rakuten TV Rai Play