Nel film Separazione di William Brent Bell, su Italia 2 la sera dell’8 agosto, l’orrore non nasce da case infestate o creature infernali. Nasce dentro le mura di casa, tra le crepe di un matrimonio fallito e le cicatrici emotive di una figlia contesa. A partire da un conflitto familiare reale e riconoscibile, la battaglia per l’affidamento di una bambina, Separazione tenta un’ibridazione tra dramma domestico e horror sovrannaturale, con risultati altalenanti.

Violet McGraw, Mamie Gummer
Separazione (2021) Violet McGraw, Mamie Gummer

La paura sotto il tetto

Nel film di Italia 2 Separazione, Jeff Vahn (Rupert Friend) è un artista fallito, un padre incerto e un marito alla deriva. La sua carriera come fumettista è stagnante e la moglie Maggie (Mamie Gummer) ha deciso di lasciarlo, portando con sé la figlia Jenny (Violet McGraw). A spalleggiarla c’è Paul Rivers (Brian Cox), il padre ricco e ostile di Maggie, che considera Jeff incapace di crescere la nipote.


Quando Maggie muore improvvisamente in un incidente stradale, Jeff si ritrova unico tutore di Jenny. Ma l’apparente tregua viene subito turbata da eventi inquietanti: Jenny parla con le sue bambole, creature ispirate ai macabri personaggi dei fumetti del padre, e in casa iniziano ad apparire figure spettrali, tra cui una terrificante donna velata con mani da marionetta. Jeff è costretto a confrontarsi non solo con le sue responsabilità genitoriali, ma anche con una presenza che sembra voler portare via Jenny a ogni costo.


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Vittime o carnefici?

Jeff è al centro della narrazione del film di Italia 2 Separazione, ma non è un eroe. È un uomo immaturo, passivo, ancora aggrappato a sogni artistici infranti. Nonostante il film cerchi di renderlo simpatico, la sua incapacità di agire concretamente lo rende spesso insopportabile. Maggie, invece, viene inizialmente tratteggiata come antagonista: una moglie fredda, una madre iperprotettiva. Ma con il suo ritorno come spettro vendicativo, il film la riduce a simbolo di una maternità tossica, alimentando una visione distorta e misogina della figura femminile.


Jenny è il vero cuore del film, ma raramente lo sguardo narrativo si concentra su di lei. La sua regressione al linguaggio infantile e la sua relazione con le bambole illustrano un disagio psicologico profondo, ma raramente approfondito con coerenza. Attorno a loro si muovono figure secondarie come Samantha (Madeline Brewer), la babysitter affettuosa con motivazioni opache, e l’editore dei fumetti, ridotto a veicolo di spiegazioni esoteriche sull’aldilà.

Violet McGraw
Separazione (2021) Violet McGraw

Lutto, maternità e controllo

Il film di Italia 2 Separazione prova a declinare in chiave horror il trauma della perdita, dell’abbandono e della separazione. L’elemento sovrannaturale (la madre morta che ritorna per “proteggere” la figlia) è una metafora esplicita della difficoltà nel lasciare andare, nell’accettare il distacco. Ma questa intuizione viene svilita da una narrazione confusa, da personaggi poco sfaccettati e da una sceneggiatura che sembra più interessata agli spaventi isolati che allo sviluppo emotivo.


Il film flirta con il tema della maternità come forza ossessiva, ma lo fa in modo grossolano, trasformando Maggie in una presenza minacciosa e irrazionale. La rappresentazione delle donne in Separazione è problematica: Maggie è una strega vendicativa, Samantha è una donna manipolatrice pronta a uccidere per amore, mentre Jeff, nonostante tutti i suoi fallimenti, è trattato come l’unico adulto “in buona fede”.

Il finale spiegato

Nel terzo atto, il film di Italia 2 Separazione rivela che non è Maggie la vera minaccia, ma Samantha: è lei ad aver causato la morte di Maggie, spinta dal desiderio malato di stare con Jeff. La rivelazione arriva come un colpo di scena tardivo e poco motivato, ma serve a ricalibrare il senso delle apparizioni. Il fantasma di Maggie, infatti, non vuole fare del male a Jenny: vuole proteggerla. Quando il pericolo si manifesta, è proprio lo spirito a eliminare Samantha, salvare la figlia e salvare anche Jeff.


Il film si chiude con una nota ambigua: Maggie sembra aver trovato pace, ma una scena dopo i titoli mostra una delle bambole prendere vita di nuovo accanto al letto di Jenny. È un richiamo all’idea che l’amore materno o forse qualcosa di più oscuro continua a vegliare sulla bambina, lasciando aperta la porta a nuove presenze.


Separazione
è un film che vorrebbe parlare di affetti spezzati, traumi irrisolti e fantasmi interiori, ma si perde tra cliché narrativi e scelte visive disconnesse. Il suo difetto più grande non è l’assenza di paura, ma la mancanza di direzione. Vuole essere Kramer contro Kramer con i fantasmi, ma manca sia l’intensità drammatica che la coerenza del linguaggio horror. Ciò che resta è una riflessione confusa sul dolore della separazione, intrappolata in una messa in scena che non sa scegliere se spaventare, commuovere o accusare.


In fondo, il vero orrore non è nei mostri. È nell’incapacità di lasciar andare.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina Separazione

Separazione

Horror - USA 2021 - durata 107’

Titolo originale: Separation

Regia: William Brent Bell

Con Rupert Friend, Brian Cox, Madeline Brewer, Mamie Gummer, Violet McGraw, Troy James

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