Su Cielo la sera dell’8 agosto, Mal di pietre di Nicole Garcia, tratto dall’omonimo romanzo di Milena Agus, non è un film da spiegare. È un film da attraversare, come una febbre. Lungo un arco di diciassette anni, accompagniamo Gabrielle, una donna che non si rassegna al mondo che le è stato imposto, che lo sfida, lo disobbedisce, ma lo fa con il corpo, con i sogni, e con quella che gli altri chiamano follia.
Il film si muove dentro un tempo che è ancora prigione per le donne, la Francia rurale degli anni Cinquanta, dove i destini sono già scritti e i desideri, se non allineati, vengono censurati o medicalizzati. Gabrielle (Marion Cotillard), cresciuta nella piccola borghesia agricola, è una creatura che vive in tensione con il suo ambiente. Quella che per lei è “la cosa principale” (l’amore assoluto, la passione totale) per gli altri è squilibrio, ossessione, malattia da correggere.

Un matrimonio imposto, un sogno clandestino
Per liberarsi della figlia “scomoda”, i genitori maritano Gabrielle a José (Alex Brendemühl), un bracciante spagnolo rifugiato, uomo semplice e riservato, che accetta il ruolo di marito come un dovere. Gabrielle non lo ama. Lo dice senza mezzi termini. Eppure, inizia con lui una convivenza che assomiglia più a una lunga tregua che a una vita condivisa. José, silenzioso ma presente, sembra aspettare qualcosa che forse neanche lui sa nominare.
La svolta arriva quando Gabrielle viene mandata in una stazione termale per curare i calcoli renali, il “mal di pietre” del titolo del film Cielo, metafora di un dolore più profondo. In quel luogo sospeso, incontra André Sauvage (Louis Garrel), tenente ferito della guerra d’Indocina, figura magnetica e fragile.
In lui, Gabrielle riconosce finalmente ciò che aveva sempre cercato: un’eco al suo desiderio, una risposta alla sua urgenza di vivere pienamente. L’amore sboccia come febbre e promessa: fuggire insieme, cominciare altrove, salvare almeno una volta ciò che conta davvero.
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L’inganno della memoria, la forza del desiderio
Ma la narrazione di Garcia nel film Cielo Mal di pietre non segue un percorso lineare. Il tempo si piega, si ritrae e avanza in modo imprevedibile. Ciò che sembra vero può cambiare prospettiva, ciò che appare illusione può diventare il punto fermo. Lo spettatore, come Gabrielle, è costretto a rimettere in discussione ciò che ha visto. Il colpo di scena non è un artificio drammatico, ma una rivelazione su quanto l’immaginazione, l’amore e il bisogno di senso possano alterare la memoria stessa.
Gabrielle non è una vittima. È una donna che resiste. Anche nella frattura, anche nella rinuncia, anche quando sembra soccombere, la sua fede nell’amore resta intatta, quasi scandalosa. Non è romantica, è esistenziale. La passione che la muove è un atto di insubordinazione.

Un destino di donna, non una parabola morale
I due uomini attorno a Gabrielle nel film Cielo Mal di pietre non sono antagonisti nel senso classico. José è l’uomo del tempo lungo, della pazienza muta. André è quello dell’intensità breve, dell’istante assoluto. Entrambi, però, sono figure sfuggenti: più che parlare, tacciono. Il film non cerca eroi, ma umanità. Anche nei silenzi di José e negli sguardi di André si gioca la partita delle relazioni, della fiducia, della comprensione.
Come afferma la regista stessa, Nicole Garcia, Mal di pietre è un’esplorazione di ciò che accade quando le aspirazioni intime spingono una persona al limite di sé stessa. Gabrielle vive tra due epoche: un mondo ancora arcaico e una nuova stagione che inizia a riconoscere il diritto alla libertà personale. Il film non prende posizione morale. Non condanna, non redime. Mostra.
E mostra anche quanto una donna possa conservare la propria fiamma viva sotto le ceneri della convenzione. Anche quando l’amore si trasforma, anche quando la verità ferisce, ciò che resta di Gabrielle è una resistenza profonda a lasciarsi definire da ciò che le altri dicono di lei.
Non è un film sull’amore. È un film sul bisogno d’amore. È una differenza sottile ma decisiva. L’amore è un fatto, il bisogno d’amore è una pulsione. Gabrielle non cerca qualcuno da amare. Cerca un modo di vivere che renda tutto più vero. Più intenso. Più sopportabile. In questo, Mal di pietre è un film su cosa vuol dire restare fedeli a sé stessi, anche a costo di perdersi.
Mal di pietre è un viaggio nei luoghi della memoria, del desiderio e della resistenza femminile. Non chiede di essere compreso, ma di essere ascoltato. Come un battito irregolare. Come una storia che non finisce, anche dopo i titoli di coda.
Filmografia
Mal di pietre
Drammatico - Francia 2016 - durata 120’
Titolo originale: Mal de pierres
Regia: Nicole Garcia
Con Marion Cotillard, Louis Garrel, Alex Brendemühl, Gwendoline Fiquet
Al cinema: Uscita in Italia il 13/04/2017
in streaming: su Amazon Video Apple TV Google Play Movies
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