Nel panorama odierno del cinema internazionale, spesso dominato da biopic scolastici o melodrammi privi di profondità, il film Sulle orme di Madre Teresa in prima tv su Tv2000 il 28 luglio si distingue per ambizione e rigore. Diretto da Kamal Musale, non si limita a raccontare la vita di una figura storica come Madre Teresa di Calcutta, ma intreccia due percorsi femminili (quello della suora albanese negli anni Cinquanta e quello di una giovane donna anglo-indiana ai giorni nostri) per indagare il significato più radicale della compassione. Due epoche, due storie, una sola domanda di fondo: cosa significa davvero prendersi cura dell’altro, quando nessuno ci guarda?
Realizzato come coproduzione tra India, Svizzera e Regno Unito, e sostenuto interamente da donazioni private attraverso la Zariya Foundation, il lungometraggio unisce accuratezza storica, impegno civile e un’estetica cinematografica di livello internazionale. Non è un’opera agiografica, né un pamphlet religioso. È un racconto stratificato, che attraversa temi come la fede, l’identità, la maternità, la povertà e l’abbandono, con una scrittura che non cede mai al sentimentalismo. La storia di Madre Teresa, che sceglie di uscire dal convento per vivere tra i più poveri dei poveri, si affianca a quella di Kavita, che deve fare i conti con una gravidanza inattesa e un passato rimosso.
Il risultato è un melodramma complesso, costruito su emozioni vere e scelte morali difficili, dove ogni gesto ha un peso e ogni sguardo restituisce una domanda più che una risposta.

Due storie parallele
Il film di Tv2000 Sulle orme di Madre Teresa non è un semplice biopic, né una cronaca religiosa. È un melodramma costruito su due linee narrative parallele. Da un lato c’è Teresa, giovane suora che abbandona il convento per dedicarsi ai più poveri tra i poveri di Calcutta, spinta da una voce interiore che le cambia la vita durante un viaggio in treno. Dall’altro, c’è Kavita, giovane donna inglese di origine indiana, che si ritrova a fare i conti con una gravidanza indesiderata e un passato familiare che l’ha segnata nel profondo.
I due piani temporali, l’India degli anni ’50 e l’Inghilterra contemporanea, si riflettono e si confrontano. Teresa cammina tra i moribondi dei vicoli di Calcutta, mentre Kavita lotta con una decisione difficile nel cuore di Londra. Entrambe devono rispondere a una chiamata: una è mistica, l’altra è intima, ma in fondo, si tratta dello stesso impulso, rispondere alla sofferenza con un gesto di umanità.
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Madre Teresa e Kavita
Madre Teresa (Jacqueline Fritschi-Cornaz) nel film di Tv2000 Sulle orme di Madre Teresa è ritratta non come icona scolpita, ma come figura viva, combattuta, determinata. Il momento della “chiamata”, nel vagone del treno, segna il passaggio da una vita protetta a una dedizione radicale, in cui la compassione non è astratta, ma azione concreta tra i malati e i morenti. La regia ricostruisce con rigore il Nirmal Hriday, la “Casa dei morenti”, in uno studio fedele all’originale.
Kavita (Banita Sandhu), invece, è una donna moderna che affronta un dilemma morale e personale. La sua storia, più laica ma non meno intensa, affianca quella di Teresa non per contrasto, ma per risonanza. In entrambi i casi, la maternità è centrale: quella biologica, quella negata, quella spirituale.
La scelta di raccontare queste due storie insieme crea un effetto specchio: le crisi delle protagoniste sono distanti nel tempo, ma simili nella loro essenza. Entrambe devono abbandonare certezze e affetti per seguire una verità più grande.

Una riflessione sul sacrificio
Uno degli aspetti più rilevanti e stratificati del film di Tv2000 Sulle orme di Madre Teresa è la ricchezza tematica che attraversa l’intero film. Al centro non c’è solo la biografia di una figura straordinaria, ma una riflessione universale sull’identità, la scelta, il sacrificio e il senso della cura. La narrazione intrecciata tra Teresa e Kavita permette al film di affrontare questioni intime e sociali, spirituali e corporee, in un equilibrio raro tra passato e presente.
Nel racconto di Teresa, la fede si manifesta come una spinta interiore che supera le istituzioni religiose e prende forma nel gesto concreto, nella dedizione quotidiana verso chi non ha più niente. La sua vocazione non è un’imposizione dall’alto, ma una risposta personale e lacerante alla sofferenza umana. Dall’altra parte, la storia di Kavita tocca corde altrettanto profonde: la gravidanza non voluta, il confronto con un passato rimosso, il senso di solitudine nella scelta. L’opera non forza la mano su nessuna posizione ideologica, ma accompagna lo spettatore nel percorso emotivo e morale della protagonista, lasciando spazio al dubbio, alla paura, ma anche alla possibilità di trasformazione.
In entrambe le storie, l’abbandono si manifesta come ferita e come occasione. Per Teresa è l’uscita dal convento, l’abbandono della protezione per immergersi nella povertà estrema; per Kavita è il rifiuto subito da bambina, che riaffiora nel momento in cui si ritrova a decidere sul futuro di un’altra vita. Queste esperienze rendono la compassione non un sentimento astratto o devoto, ma una forza attiva, che nasce dal riconoscere la propria fragilità e quella degli altri.
Il film, infine, compie anche una riflessione silenziosa ma potente sul ruolo delle donne, tanto dentro quanto fuori dalla narrazione: nei temi affrontati, nella leadership femminile che ha guidato la produzione, nella capacità di raccontare con autenticità emozioni che raramente trovano spazio nei melodrammi convenzionali. La compassione, in questo contesto, non è mai pietismo: è uno sguardo che si abbassa, si sporca, e sceglie di restare.
La produzione
Kamal Musale dirige un’opera ambiziosa che intreccia spiritualità, realismo e attualità. Le riprese si sono svolte tra Londra, Mumbai e Kolkata, con una cura maniacale per la ricostruzione storica. Le comparse, selezionate tra contadini di oltre venti villaggi, sono state scelte per restituire la fame e la miseria dell’epoca.
Anche il set della baraccopoli è stato costruito da zero per evitare l’estetica “moderna” degli slum odierni. La scena cruciale del treno è girata in studio, con giochi di luci e movimento per evocare una dimensione quasi mistica, sospesa tra realtà e visione.
Quattro compositori firmano la colonna sonora del film di Tv2000 Sulle orme di Madre Teresa, ognuno con un ruolo preciso: Annick Roddy e Laurence Crevoisier traducono in musica l’interiorità delle protagoniste, Walter Mair accentua il dramma del mondo esterno, Peter Scherer orchestra il ponte con l’invisibile. Il risultato è una partitura stratificata, che accompagna lo spettatore nel viaggio emotivo di entrambi i personaggi.
Un impatto reale
Il film di Tv2000 Sulle orme di Madre Teresa è anche un esperimento produttivo unico: interamente finanziato da donazioni, i profitti del film vanno in beneficenza a organizzazioni che si occupano di salute, educazione e dignità per bambini in difficoltà in India, come Deepalaya, Genesis Foundation, KISS e altri. Il lungometraggio stesso diventa un atto di compassione, non solo un racconto su di essa.
Sulle orme di Madre Teresa è un film che si muove su più livelli: biografico, personale, sociale. Non cerca di beatificare né di provocare. Punta invece a un racconto onesto, crudo ma mai cinico, su cosa significa rispondere alla sofferenza, propria o altrui.
Un film che guarda Madre Teresa non dall’alto della leggenda, ma dal basso dei piedi scalzi, della strada, dove inizia ogni vero gesto di amore.
Filmografia
Sulle orme di madre Teresa
Drammatico - Svizzera/Gran Bretagna/India 2022 - durata 145’
Titolo originale: Mother Teresa & me
Regia: Kamal Musale
Con Banita Sandhu, Jacqueline Fritschi-Cornaz, Liza Sadovy, Tom Bonington, Kezia Burrows
in streaming: su Amazon Video Apple TV Timvision
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