Sick, il film in onda su Italia 2 la sera dell’11 luglio, parte da un dato di fatto: nel 2020 il mondo si è fermato. Chiusi in casa, bombardati dai notiziari, disinfettando tutto come ossessi, ci siamo trovati a vivere in un incubo condiviso. Ma cosa succede quando questo incubo si fonde con un altro, ben più concreto e sanguinoso? La risposta è contenuta nell’ opera del veterano dell’horror Kevin Williamson, affiancato dalla co-sceneggiatrice Katelyn Crabb e guidato dalla regia chirurgica di John Hyams. In un genere da tempo afflitto da sterilità creativa, Sick riporta il brivido dove serve: tra le ossa e sotto la pelle.

Gideon Adlon, Bethlehem Million
Sick (2022) Gideon Adlon, Bethlehem Million

Lockdown e coltelli affilati

Il film di Italia 2 Sick ci riporta all’aprile del 2020. L’America è in lockdown. Il virus imperversa, i supermercati sono svuotati e le paranoie sono il nuovo pane quotidiano. Tyler (Joel Courtney), un giovane studente universitario, compie l’ormai familiare rituale della spesa pandemica, ma si ritrova perseguitato da un misterioso stalker che comunica via SMS e lo fotografa di nascosto. L’inquietudine esplode in un omicidio brutale, una sequenza d’apertura che omaggia e aggiorna i cold open tanto cari al Williamson di Scream.


Poi il focus si sposta. Parker (Gideon Adlon), universitaria benestante e spensierata, decide di passare la quarantena nella villa di famiglia sul lago con la sua migliore amica Miri (Bethlehem Million), più razionale e ligia alle regole. L’arrivo inaspettato del semi-fidanzato DJ (Dylan Sprayberry) agita le acque, ma è solo l’inizio: anche loro stanno per diventare prede di un killer mascherato. Quello che sembra un semplice gioco al massacro diventerà molto di più.


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Giovani, imperfetti e (forse) colpevoli

I protagonisti film di Italia 2 Sick non sono eroi tradizionali. Parker è superficiale, indisciplinata, e sprezzante delle norme sanitarie. Miri è la voce della ragione, ma anche una pedina vulnerabile nel gioco mortale. DJ è un outsider geloso e impulsivo. Nessuno di loro è moralmente puro, e questo è il punto: in Sick, le linee tra vittima e colpevole sono volutamente sfocate. La pandemia non è solo sfondo narrativo: è parte integrante del giudizio morale che aleggia su ogni personaggio.


Il twist centrale lo conferma: i killer non sono mostri sovrannaturali, ma genitori vendicativi (Marc Menchaca e Jane Adams) che accusano Parker di aver infettato (e indirettamente ucciso) il figlio Benji, dopo averlo baciato a una festa documentata su Instagram. Il movente è tanto assurdo quanto plausibile. La pandemia come scusa per giustificare l’omicidio: una nuova, sinistra frontiera del revenge movie.

Gideon Adlon
Sick (2022) Gideon Adlon

Pandemia, colpa e giustizia fai-da-te

Il film di Italia 2 Sick profondamente legato al suo tempo, ma non è una semplice “covid exploitation”. Piuttosto, usa la pandemia come dispositivo morale. Qui, la negligenza sociale ha un prezzo. Williamson e Crabb rimpiazzano la classica punizione per promiscuità sessuale con la colpa pandemica. L’asintomatico diventa untore. Il party-goer diventa bersaglio. Il killer diventa… tracciatore.


La domanda che il film lascia in sospeso è: chi merita di morire? Una provocazione scomoda, ma gestita con intelligenza. Non c’è predica, ma neanche neutralità. Il film gioca con l’ambiguità, spingendo lo spettatore a interrogarsi sulla giustizia in tempi di emergenza.

Col bisturi, non col machete

John Hyams, già autore del tesissimo Alone (2020), applica ai meccanismi slasher un’estetica d’azione misurata e brutale. Niente jump scare gratuiti, ma sequenze di lotta realistiche, dure, quasi coreografate, che ricordano la fisicità dei film di sopravvivenza più che l’artificiosità del gore fine a se stesso.


L’uso della cinepresa è ravvicinato, spesso claustrofobico. I lunghi piani sequenza e i tagli netti restituiscono l’urgenza dell’azione, mentre l’ambientazione (la lussuosa “casa sul lago”) si trasforma in un labirinto mortale. Ogni oggetto è una possibile trappola o arma. Il ritmo è serrato, l’atmosfera intrisa di paranoia. Nei suoi 83 minuti, il film di Italia 2 Sick non concede tregua.


Come Scream ridefiniva i cliché degli anni ’90, Sick aggiorna il linguaggio dell’horror all’era dei social e della virologia domestica. Il killer mascherato richiama i classici, ma il suo obiettivo è ancorato alla cronaca. Le regole di sopravvivenza sono cambiate: non basta più essere “la vergine” o il “buono”. In Sick, conta se hai disinfettato le mani. Letteralmente.


Williamson e Crabb mantengono viva l’eredità metanarrativa, ma senza eccessi. C’è ironia (come la battuta sul fatto che “non può essere Jason, è sabato 14”), ma non si scade mai nella parodia. Il gioco è serio, anche quando fa sorridere.

Un virus chiamato vendetta

Sick è uno slasher che riesce là dove molti hanno fallito: trasformare il trauma collettivo della pandemia in un film di genere che funziona. Non solo per l’alta tensione o per le scene d’azione, ma per l’intelligenza con cui rilegge i codici morali dell’horror contemporaneo. È un film che riflette, senza rallentare. Intrattiene, ma inquieta.


In un momento storico in cui la paura è stata reale, Sick ci ricorda che il vero terrore spesso nasce non dal mostro sotto il letto, ma da ciò che condividiamo ogni giorno: l’aria che respiriamo, le scelte che facciamo, e il peso delle nostre responsabilità. Se questa è la nuova scuola dello slasher post-pandemico, Kevin Williamson e John Hyams sono i professori ideali.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina Sick

Sick

Horror - Usa 2022 - durata 83’

Titolo originale: Sick

Regia: John Hyams

Con Gideon Adlon, Bethlehem Million, Marc Menchaca, Dylan Sprayberry, Jane Adams

locandina Scream

Scream

Horror - USA 1997 - durata 111’

Titolo originale: Scream

Regia: Wes Craven

Con David Arquette, Drew Barrymore, Neve Campbell, Courteney Cox

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