Nel grande acquario del cinema horror, lo squalo continua a nuotare imperterrito, tra perle rare e clamorosi naufragi: Into the Deep, l’ultima film firmato da Christian Sesma su Paramount+ dal 30 giugno, non ha né le ambizioni né i mezzi per sfidare Lo squalo, ma si ritaglia comunque un suo spazio, sguazzando tra ironia involontaria, archetipi consumati e una sorprendente vena nostalgica. Un B-horror che sa di VHS salmastrose e colate di sangue digitale, con un cast che galleggia a fatica e una sceneggiatura che si tuffa in ogni cliché possibile ma lo fa con un certo gusto.

Quando i pesci non sono l’unico pericolo
Nel film Into the Deep, tutto comincia, come da manuale, con un trauma infantile. La giovane Cassidy assiste impotente alla morte del padre, dilaniato da uno squalo sotto i suoi occhi. Anni dopo, ormai oceanografa (Scout Taylor-Compton), decide di affrontare i suoi demoni e tornare proprio sul luogo della tragedia con il marito Gregg (Callum McGowan) per un’immersione “turistica” alla ricerca di un tesoro sommerso.
L’idea è pessima e lo diventa ancora di più quando la spedizione subacquea viene interrotta da uno sciame di squali affamati. Ma non basta: a complicare il tutto arriva un gruppo di pirati americani capeggiati da Jordan (Jon Seda), ex Navy Seal con la recitazione da cartone animato. I banditi vogliono recuperare una partita di eroina nascosta in fondo al mare e costringono i protagonisti a immergersi… mentre intorno a loro tornano i predatori marini.
Il film rimbalza così tra horror, thriller e commedia involontaria, alternando attacchi acquatici, flashback zuccherosi e sparatorie grottesche. La tensione? A tratti. Il caos? Garantito.
Cassidy: tra trauma, riscatto e superpoteri acquatici
Cassidy è il cuore narrativo del film Into the Deep. La sua evoluzione, sebbene narrativamente sbilenca, tenta di portare un messaggio chiaro: affrontare le proprie paure. Grazie agli insegnamenti del nonno Seamus (interpretato da un Richard Dreyfuss in versione “guru da flashback”), la protagonista sviluppa una connessione quasi spirituale con gli squali. Li capisce, li rispetta, li richiama. Una sorta di Aquawoman traumatizzata che riesce a sopravvivere in un mare infestato grazie a un mix di coraggio e... comunicazione interspecie.
Il problema è che ogni volta che la narrazione sembra prendere quota, ecco che arriva un’altra inquadratura lenta di Cassidy che fissa l’orizzonte, seguita da un tuffo nel passato con Dreyfuss che dispensa frasi fatte. Questi inserti, invece di arricchire il personaggio, finiscono per rallentare il ritmo e togliere forza all’azione.

Pirati, squali e... citazioni
Uno degli aspetti più divertenti e più “B” del film Into the Deep è la sua sfacciata collezione di tropi. C’è tutto: la final girl, il trauma originario, il sacrificio dell’amico secondario (il “Chum”), il villain esagerato, le musiche anni Ottanta su panoramiche oceaniche, il colpo di scena improvviso con tanto di arpione. È un horror che si prende poco sul serio, ed è proprio lì che trova il suo punto di forza.
Non mancano i riferimenti colti: la presenza di Dreyfuss, icona di Lo squalo, è una strizzatina d’occhio che gioca sulla nostalgia. Ma, a parte questo, il lungometraggio procede su binari che non cercano mai davvero il realismo o la coerenza. Gli squali sono “cattivi”, sì, ma con una coscienza. I pirati sembrano usciti da un film di Robert Rodriguez in acido. E l’intera trama ha lo stesso spessore narrativo di un’onda da luna park.
Quando l’acqua è troppo bassa
È impossibile ignorare il problema principale del film Into the Deep: gli effetti. Gli squali in CGI sembrano pesci giocattolo incollati in post-produzione, il sangue digitale è grottesco, e perfino il fumo delle barche è stato aggiunto in modo maldestro. Si percepisce chiaramente il budget limitato e il che non sarebbe un problema, se non fosse che Into the Deep cerca comunque di vendersi come un prodotto cinematografico di fascia alta. Il risultato è uno scontro tra ambizione e realtà che spesso fa naufragare la tensione.
Il film, poi, si chiude con un appello sincero (ma fuori luogo) di Dreyfuss: un’invocazione al rispetto per gli squali. Il messaggio è giusto, ma stride con l’ora e mezza di morsi, attacchi e sangue. È come mettere una pubblicità del WWF alla fine di Sharknado. Il contrasto è palese, e rende la chiusura più bizzarra che ispirata.
Into the Deep è un film sbilenco, mal rifinito e incoerente. Ma è anche una lettera d’amore al B-horror più puro: quello dei dialoghi improbabili, dei cattivi caricaturali, degli squali “cattivi ma non troppo”. Se cercate il realismo, girate alla larga. Se invece amate i film brutti al punto da diventare godibili, mettetevi comodi: vi aspetta una crociera allucinata tra pinne, spari e nostalgia.
In fondo, anche i film più pacchiani hanno il diritto di nuotare. Purché non si prendano sul serio.
Filmografia
Into the Deep
Thriller - USA 2025 - durata 90’
Titolo originale: Into the Deep
Regia: Christian Sesma
Con Callum McGowan, Scout Taylor-Compton, Jon Seda, Stuart Townsend, Richard Dreyfuss, AnnaMaria Demara
Lo squalo
Thriller - USA 1975 - durata 125’
Titolo originale: Jaws
Regia: Steven Spielberg
Con Robert Shaw, Roy Scheider, Richard Dreyfuss, Lorraine Gary
Al cinema: Uscita in Italia il 01/09/2025
in TV: 06/09/2025 - Sky Cinema Suspense - Ore 01.00
in streaming: su Now TV Sky Go Apple TV Google Play Movies Netflix Netflix Basic Ads Amazon Video
Sharknado
Fantascienza - USA 2013 - durata 90’
Titolo originale: Sharknado
Regia: Anthony C. Ferrante
Con Tara Reid, Cassie Scerbo, John Heard, Ian Ziering, Aubrey Peeples, Jaason Simmons
in streaming: su Prime Video Apple TV Amazon Video Pluto TV
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