Il film La figlia oscura, debutto alla regia dell’attrice Maggie Gyllenhaal, arriva su Rai 5 il 21 luglio. Si tratta di un’opera che avvolge lo spettatore in un intricato labirinto di sentimenti e ricordi, svelando le molteplici sfaccettature dell’esperienza materna. Basato sull’omonimo romanzo di Elena Ferrante, il lungometraggio si sviluppa come un complesso dramma psicologico, in cui passato e presente si intrecciano in un gioco di specchi che riflette la fragile identità della protagonista, Leda Caruso.

Tra vacanza e ossessione
All’apparenza, il film di Rai 5 La figlia oscura si presenta come il racconto di una tranquilla vacanza. Leda (Olivia Colman), una docente universitaria di letteratura italiana, giunge su un’incantevole isola greca per un soggiorno di lavoro e relax. La luce accecante del sole, il suono delle onde e la vegetazione lussureggiante suggeriscono un paradiso estivo, ma sin dalle prime sequenze emergono segni di inquietudine. Un frutto ammuffito nel cesto di benvenuto e una grossa cicala che si insinua nel suo letto diventano presagi di un turbamento più profondo.
L’equilibrio precario della sua solitudine viene infranto dall’arrivo di una rumorosa famiglia greco-americana, dominata dalla giovane madre Nina (Dakota Johnson) e dalla sua figlioletta Elena. Leda osserva con crescente ossessione il rapporto tra le due, in cui riconosce e rivive la propria esperienza materna, segnata da ambivalenza, amore e sofferenza. Quando decide impulsivamente di sottrarre la bambola di Elena, il gesto si trasforma in un catalizzatore emotivo, innescando un viaggio nel suo passato e portando alla luce segreti a lungo sepolti.
Specchi di un’identità frammentata
Leda Caruso, al centro del film di Rai 5 La figlia oscura, è un personaggio complesso e stratificato. Interpretata magistralmente da Olivia Colman, incarna le contraddizioni dell’essere madre: il desiderio di amare e la paura di perdersi nei figli, la tenerezza e la fuga, la dedizione e l’egoismo. Il film alterna presente e passato, mostrandoci la giovane Leda (Jessie Buckley) alle prese con la maternità e la carriera accademica. Tra il senso di colpa e l’aspirazione all’indipendenza, Leda compie scelte che la porteranno a una profonda crisi interiore.
Accanto a lei, Nina, interpretata con intensità da Dakota Johnson, è un riflesso della sua giovinezza. Anche Nina è intrappolata tra l’amore per sua figlia e la frustrazione per le responsabilità che la maternità impone. La loro relazione è fatta di sguardi e silenzi densi di significato, un dialogo muto che parla di solitudini condivise.
Altri personaggi, come il misterioso custode Lyle (Ed Harris) e il giovane bagnino Will (Paul Mescal), arricchiscono la narrazione, offrendo momenti di evasione e riflessione per Leda, ma restando figure marginali rispetto alla centralità del tema materno.

La maternità come gabbia e liberazione
Se c’è un tema che il film di Rai 5 La figlia oscura affronta con spietata lucidità, è la maternità come ambivalenza esistenziale. La società impone alle donne un ideale di madre devota e autosufficiente, ma Leda incarna una verità scomoda: la maternità può essere opprimente, logorante, persino soffocante. Il suo viaggio non è solo geografico, ma interiore: una discesa nei sensi di colpa e nelle ferite mai rimarginate.
Il film è denso di simbolismi. La bambola sottratta diventa un oggetto totemico, il tramite attraverso cui Leda si riappropria del suo passato e, al contempo, si punisce per esso. La frutta marcia e l’invasione degli insetti sono metafore di un disagio latente, un malessere che corrode la superficie perfetta delle cose. Anche il mare, onnipresente, assume un significato ambivalente: è luogo di libertà e rinascita, ma anche di pericolo e dissoluzione.
Un film che interroga lo spettatore
La figlia oscura non offre risposte facili. Maggie Gyllenhaal, con la sua regia attenta e sensibile, non giudica i suoi personaggi, ma lascia che lo spettatore si confronti con le loro contraddizioni. Olivia Colman e Jessie Buckley danno vita a una Leda stratificata e dolorosamente autentica, mentre Dakota Johnson incarna con delicatezza il tormento di una giovane madre in crisi.
Il film è un’opera potente e disturbante, che s’insinua sotto la pelle e costringe a riflettere sulle aspettative imposte alle donne e sulla solitudine che spesso accompagna la maternità. Un esordio registico di straordinaria maturità, capace di trasformare il quotidiano in un racconto ipnotico e inquietante.
Filmografia
La figlia oscura
Drammatico - Usa/Gb/Israele/Grecia 2021 - durata 121’
Titolo originale: The Lost Daughter
Regia: Maggie Gyllenhaal
Con Olivia Colman, Dakota Johnson, Jessie Buckley, Peter Sarsgaard, Paul Mescal, Ed Harris
Al cinema: Uscita in Italia il 07/04/2022
in streaming: su Timvision Apple TV Google Play Movies Rakuten TV Amazon Video
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