Nel cuore di una Parigi scossa dall’orrore di un attentato, il film Riabbracciare Parigi su Rai Movie la sera del 3 dicembre segue il percorso intimo e frastagliato di Mia, una donna che sopravvive a un attacco terroristico in una brasserie ma resta prigioniera di un vuoto interiore. La memoria, per lei, non è più lineare né affidabile: solo frammenti, flash, suoni. Per cercare di tornare a vivere, Mia deve prima capire cosa è successo davvero quella notte. Non solo fuori da sé, ma dentro. Questo è il film di Alice Winocour: un’indagine sul trauma che non punta mai lo sguardo sui colpevoli, ma tiene lo sguardo fermo sulle conseguenze.


Attraverso l’occhio di Mia, la regista trasforma Parigi in un mosaico di silenzi e ricordi, in un teatro in cui i sopravvissuti tentano di darsi appuntamento con sé stessi. Riabbracciare Parigi non racconta l’attacco in sé: racconta cosa succede dopo. Il vuoto, la rabbia, la confusione, e soprattutto la ricerca di contatto umano, unico possibile argine alla dissoluzione.

Virginie Efira
Riabbracciare Parigi (2022) Virginie Efira

Mia: l’occhio ferito della storia

Interpretata nel film di Rai Movie Riabbracciare Parigi da Virginie Efira, Mia è una donna che si muove nella città come un fantasma tra i vivi. Prima dell’attentato, la sua esistenza sembrava ordinaria, persino prevedibile. Dopo, tutto si spezza. Rimane un presente annebbiato e un passato da ricostruire, quasi da investigare. Il film la segue mentre tenta di mettere insieme i pezzi, non solo per ricordare, ma per capire chi è diventata. Efira rende palpabile questa transizione: uno sguardo che si spegne e poi si riaccende, un corpo che sembra non appartenerle più, un volto che non chiede pietà ma cerca senso.


Il percorso di Mia è segnato da incontri con altri sopravvissuti, ma anche con le sue stesse ombre. Non è una figura eroica, né vittimistica. È un essere umano che attraversa l’inferno dell’amnesia emotiva per tornare a sentire. E forse ad amare.


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Thomas: la fragilità che accoglie

Thomas, interpretato da Benoît Magimel, è l’altro polo del film di Rai Movie Riabbracciare Parigi. Anche lui sopravvissuto, anche lui segnato nel corpo e nell’anima. Tra lui e Mia nasce un legame che non ha bisogno di spiegazioni: è una comunione silenziosa tra due solitudini. Magimel porta in scena una mascolinità scalfita ma non spezzata, capace di ironia e delicatezza. Il suo personaggio suggerisce che l’amore, dopo un trauma, può ancora esistere, ma nasce dove ci si riconosce nelle cicatrici dell’altro.

La città è piena di testimoni

Accanto ai due protagonisti, si muove una costellazione di personaggi minori che rendono il film di Rai Movie Riabbracciare Parigi corale. C’è Vincent (Grégoire Colin), compagno di Mia prima dell’attentato, figura ambigua, divisa tra rimorso e desiderio di recuperare. C’è Félicia (Nastya Golubeva), adolescente alla ricerca disperata di una verità sulla morte dei genitori. C’è soprattutto Assane (Amadou Mbow), il cuoco senegalese che tende la mano a Mia durante l’attacco, ma che vive invisibile agli occhi della società.


Winocour porta sulla scena “gli invisibili” di Parigi: migranti, lavoratori precari, venditori ambulanti, clandestini. Esseri marginalizzati che, nella notte dell’attentato, diventano centrali. Non perché eroici, ma perché presenti. Perché umani.

Virginie Efira, Benoît Magimel
Riabbracciare Parigi (2022) Virginie Efira, Benoît Magimel

Parigi, ferita e splendida

La città è ovunque, ma mai cartolina. Winocour filma una Parigi spezzata, percorsa da dolori sommersi, da ricordi troppo forti per essere raccontati. Dal centro turistico alle periferie, ogni luogo è abitato dalla possibilità del ricordo, dal bisogno di riconnessione. In certe inquadrature, le strade sembrano cicatrici incandescenti. Al Musée de l’Orangerie, davanti ai Nymphéas di Monet, il film di Rai Movie Riabbracciare Parigi si prende una pausa: non di bellezza, ma di respiro. Monet aveva donato quei quadri alla Francia per offrire un luogo di meditazione dopo la Prima guerra mondiale. Oggi, Mia è lì a cercare lo stesso.

Ciò che ci tiene vivi

Non c’è retorica né ricatto emotivo in Riabbracciare Parigi. Il film lavora con rispetto, con una messa in scena essenziale. Durante l’attentato, la camera resta a terra, come Mia, e inquadra solo i piedi degli attentatori. La violenza è suggerita, mai spettacolarizzata. Non c’è voyeurismo, ma una scelta netta: mostrare l’attacco dal punto di vista di chi lo subisce e ne ricorderà solo frammenti.


Il trauma, ci dice la storia, non è solo dolore. È anche una porta che si apre su legami inattesi. Nei forum di sopravvissuti, nelle associazioni, tra sconosciuti. I gesti contano: una mano stretta nel buio, una parola detta nel silenzio. Il finale del film si chiude su questa immagine. Non perché sia rassicurante, ma perché è l’unica cosa che resta, e che può ricominciare qualcosa.

Una conclusione che resta

Riabbracciare Parigi è un film che parla della memoria, ma senza nostalgia. Parla del dolore, ma senza indulgenza. E parla di resilienza, ma senza proclami. Alice Winocour mette in scena ciò che accade quando tutto sembra finito, e mostra che a volte, basta poco per restare vivi: ricordare una voce, riconoscere uno sguardo, afferrare una mano.


Tra il caos della città e l’intimità delle sue strade, tra i fantasmi della mente e quelli della società, Riabbracciare Parigi trova un equilibrio difficile e necessario. Non un ritorno alla normalità, ma un avanzare con le cicatrici bene in vista. Perché rivedere Parigi, alla fine, non è solo tornare: è scegliere di restare.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina Riabbracciare Parigi

Riabbracciare Parigi

Drammatico - Francia 2022 - durata 105’

Titolo originale: Revoir Paris

Regia: Alice Winocour

Con Virginie Efira, Benoît Magimel, Grégoire Colin, Maya Sansa, Nastya Golubeva Carax, Amadou Mbow

Al cinema: Uscita in Italia il 09/11/2023

in TV: 03/12/2025 - Rai Movie - Ore 21.10