Cosa succede quando le emozioni rompono la diga del controllo è la crepa che muove Las Locuras, il nuovo film scritto e diretto da Rodrigo García su Netflix dal 20 novembre. Ambientata in un solo giorno piovoso nella Città del Messico, la pellicola intreccia sei storie femminili che esplorano il limite tra ciò che è socialmente accettabile e ciò che si nasconde appena sotto la superficie dell’“equilibrio”. García, già autore di opere raffinate come Albert Nobbs e Quattro buone giornate, conferma qui la sua ossessione creativa: la vita interiore, in particolare quella delle donne, osservata nei suoi momenti più crudi, fragili, veri.


Il risultato è un’opera corale, dove ogni episodio è una scheggia impazzita ma coerente di un unico grande specchio emotivo. Niente retorica. Nessuna estetizzazione della malattia. Solo persone reali, in situazioni che rivelano quanto la cosiddetta normalità sia spesso una costruzione precaria.

Cassandra Ciangherotti
Las Locuras (2025) Cassandra Ciangherotti

Fragilità in movimento

Il film Netflix Las Locuras non segue una trama lineare. La sua struttura è frammentata, ma non casuale. García costruisce un mosaico narrativo in cui sei donne, senza saperlo, si sfiorano nel corso di un’unica giornata. Alcune condividono lo stesso spazio urbano, altre si toccano solo attraverso conseguenze indirette. Tuttavia, ciascuna vive un momento di rottura: non un gesto eclatante, ma un cambiamento silenzioso, talvolta irreversibile.


Renata (Cassandra Ciangherotti), ex analista finanziaria sotto arresti domiciliari per aver appiccato un incendio, rifiuta la diagnosi psichiatrica e si muove tra euforia e disperazione, mentre cerca di mantenere viva una relazione con Miranda (Ilse Salas). In un altro segmento, una madre affronta un pasto di compleanno che si trasforma in sfogo emotivo: un monologo sospeso tra la quotidianità e il collasso. Tutti i racconti ruotano attorno a un cortocircuito emotivo, a un punto in cui il comportamento “adeguato” smette di funzionare.


L’intera struttura narrativa è pensata per far emergere le fratture, non come fallimenti individuali ma come collisioni inevitabili con contesti oppressivi: il giudizio altrui, le aspettative familiari, le norme sociali. È in questi momenti che la vera identità delle protagoniste si svela, senza bisogno di dichiarazioni programmatiche.

Volti, corpi, silenzi

Non c’è una protagonista assoluta, ma ogni donna in scena occupa il centro del film Netflix Las Locuras per il tempo necessario a raccontare una piccola rivoluzione interiore. Renata è forse il volto più esposto della pellicola, ma sarebbe un errore leggerla come un semplice caso clinico. È una donna in fuga da un’etichetta, che si rifiuta di essere definita dalla sua diagnosi e che conserva una lucidità corrosiva anche nei suoi eccessi.


La sua amante Miranda è il contraltare perfetto: presente ma distante, lucida ma pavida, coinvolta ma incapace di assumersi un rischio. Il padre di Renata, figura silenziosa e quasi invisibile, incarna l’impotenza di chi osserva una persona amata perdere apparentemente il controllo senza poter intervenire.


In un altro episodio, il personaggio interpretato da Adriana Barraza emerge come detonatore emotivo. Seduta a una tavola, tra familiari apparentemente ignari, dà voce a una sofferenza sedimentata da anni. Non urla, ma ogni parola pesa come un colpo. García non affida ai suoi personaggi grandi rivelazioni, ma piccoli crolli quotidiani che smascherano dinamiche familiari e affettive cristallizzate.


Ci sono anche figure più silenziose, più contenute, come quella interpretata da Mónica del Carmen, che non arriva mai a esplodere. E proprio per questo, diventa essenziale nel mostrare che anche la resistenza è una forma di sopravvivenza.

Natalia Solián
Las Locuras (2025) Natalia Solián

Sotto la superficie

Il film Netflix Las Locuras non parla di malattia mentale in senso clinico, ma della tensione costante tra razionalità e caos interiore. La salute mentale è qui un prisma: non interessa tanto la diagnosi quanto la soglia, il momento in cui si smette di “funzionare” nel mondo. La pellicola parla di autocensura, del peso del ruolo sociale, del dovere di essere “forti” e “funzionali” anche quando tutto dentro chiede il contrario.


L’autodistruzione non è mai romantica o estetizzata. Al contrario, è mostrata come conseguenza logica di un sistema di aspettative soffocante. La pressione familiare, il conformismo affettivo, il giudizio silenzioso della comunità: sono questi gli antagonisti veri del film. Eppure, non c’è retorica: Las Locuras non cerca di spiegare, ma di far sentire. Ogni episodio è costruito come un’esperienza sensoriale, in cui la pioggia, gli spazi chiusi, le parole non dette e i gesti trattenuti diventano parte integrante del racconto.


Nel film aleggia anche una riflessione politica, seppure sottotraccia: la difficoltà di fare cinema indipendente in Messico, la lotta contro l’invisibilità delle emozioni femminili, la marginalizzazione delle fragilità. Ma García non urla questi temi. Li lascia sedimentare, sapendo che lo spettatore li troverà da sé.

La follia come specchio

Las Locuras è una pellicola che si prende il rischio di non offrire risposte. Non dà lezioni, non pretende di “sensibilizzare”. Ma riesce là dove molti film falliscono: nel restituire l’esperienza della fragilità con onestà e profondità. Rodrigo García firma un’opera matura, che conferma il suo talento per il dettaglio umano, per i dialoghi che scavano, per i silenzi che parlano.


Il vero merito di Las Locuras è quello di rivelare che la “follia” non è altro che una forma estrema (e a volte inevitabile) di essere pienamente vivi. In un’epoca che idolatra il controllo e la performance, questo film ci ricorda che perdere la testa, almeno per un attimo, può essere l’unico modo per ritrovare se stessi.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina Las Locuras

Las Locuras

Drammatico - Messico 2025 - durata 121’

Titolo originale: Las Locuras

Regia: Rodrigo Garcia

Con Naian González Norvind, Fernando Cattori, Adriana Barraza, Cassandra Ciangherotti, Raúl Briones, Monica del Carmen