In un mercato saturo di thriller televisivi dal formato riconoscibile, il film Il killer della porta accanto su Rai Premium la sera del 20 novembre riesce a giocare con gli elementi del genere pur mantenendo un’impostazione narrativa volutamente esagerata. Il tv movie parte da una premessa domestica, quasi banale: una fotografa in crisi economica affitta la dependance di famiglia per sopravvivere. Ma il quotidiano, come spesso accade nei thriller da salotto, è solo il primo strato. Sotto la superficie si muove un pericolo più grande, mascherato da fascino, addominali scolpiti e brunch con Mimosa.

Fotografie sfuocate
Nel film di Rai Premium Il killer della porta accanto, Gina, una fotografa freelance alle prese con difficoltà finanziarie e un ex tossico, si trova costretta ad affittare la casa degli ospiti appartenuta alla madre defunta. Lo fa su una piattaforma online, scegliendo come inquilino Mark James, un affascinante pilota divorziato con una figlia. Il loro rapporto parte con apparente sintonia: Mark si mostra premuroso, partecipa a shooting fotografici, prepara la colazione e sembra rappresentare un’ancora di salvezza per Gina. Ma sotto la superficie si cela un piano oscuro.
Con l’arrivo di Mark, iniziano a succedere eventi sempre più strani: installazioni di telecamere nascoste, episodi di gelosia, manipolazioni sottili. Il culmine arriva quando Levon, l’ex di Gina, viene brutalmente ucciso e sepolto da Mark, che riesce anche a inscenare un suicidio e incastrare un’altra persona per il crimine. Gina, ignara ma sempre più inquieta, si ritrova a ricostruire la verità tra piccoli indizi, flash drive dimenticati e filmati compromettenti. La tensione cresce fino all’inevitabile resa dei conti.
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Dietro l’obiettivo
Nel film di Rai Premium Il killer della porta accanto, Gina non è un’eroina d’azione classica, ma nemmeno una vittima passiva. È una donna che combatte per mantenere indipendenza, creatività e integrità. Il suo percorso non è solo quello di una sopravvissuta, ma di una persona che impara a riconoscere il valore del proprio spazio, professionale ed emotivo, senza compromessi.
Mark, invece, incarna il predatore mimetico del nostro tempo: attraente, manipolativo, capace di indossare ogni maschera utile al suo scopo. Il suo fascino iniziale è un’arma. Seduce, protegge, si mostra vulnerabile, ma tutto è funzionale al controllo. Non è solo un assassino, ma un uomo che costruisce con meticolosità una realtà alternativa in cui è protagonista assoluto. Il suo narcisismo ha bisogno di un pubblico o meglio, di una musa da sottomettere.

L’amore tossico sotto la lente
Uno dei temi centrali del film di Rai Premium Il killer della porta accanto è il travestimento della violenza come amore. Mark non si limita a dominare fisicamente o psicologicamente; costruisce un’intera messa in scena in cui si erge a salvatore. Il suo bisogno di controllo si manifesta con microspie, finte sorprese romantiche, gelosie paranoiche e infine una messinscena omicida che tenta di riscrivere la realtà. Il film non punta tanto a rappresentare la violenza domestica con realismo quanto a mostrarne la distorsione grottesca attraverso una lente iperbolica.
Altro tema ricorrente è il concetto di visibilità. Gina lavora con le immagini, ma non riesce a vedere cosa si nasconde nel suo stesso spazio. Mark spia, registra, archivia. Il controllo dell’immagine, personale e altrui, diventa una forma di dominio. La fotografia, che dovrebbe essere espressione e libertà, si trasforma in strumento di prigionia.
Il finale spiegato
Nel finale del film di Rai Premium Il killer della porta accanto, Gina passa da oggetto del controllo a soggetto attivo della sua salvezza. Dopo aver scoperto prove decisive contro Mark, viene catturata e messa in posa per una sessione fotografica forzata: un macabro ribaltamento del suo lavoro. È qui che si consuma lo scontro definitivo. Gina sfrutta l’ambiente che conosce, il suo studio, e, fingendo complicità, riesce a fulminare Mark usando l’acqua e l’elettricità dell’attrezzatura fotografica.
Non è una vendetta spettacolare, ma una soluzione pratica, intelligente e disperata. Quando la polizia arriva, il corpo di Mark viene portato via e Gina può finalmente riprendere il controllo. Il messaggio è chiaro: il pericolo non era nella casa in sé, ma nell’illusione costruita al suo interno.
Sopravvivere non basta
Il killer della porta accanto non ha l’ambizione di reinventare il genere, ma si inserisce perfettamente nel suo codice, sfruttandone i meccanismi con una certa consapevolezza. È una storia di apparenze che crollano, di relazioni che nascondono prigioni, di donne che imparano a riconoscere i segnali troppo spesso ignorati.
Alla fine, Gina non trova un nuovo amore né un lieto fine convenzionale. Trova sé stessa. Capisce che la libertà è una casa senza inquilini ingannevoli, senza partner da “sistemare”, senza uomini che vogliono trasformarla in uno dei loro scatti. In un’industria, quella televisiva, dove spesso la protagonista si limita a fuggire, qui Gina resta in piedi. Ed è lei a inquadrare l’ultima immagine.
Filmografia
Il killer della porta accanto
Thriller - Canada 2020 - durata 85’
Titolo originale: The Killer in the Guest House
Regia: Tony Dean Smith
Con Chelsea Hobbs, Marcus Rosner, Matthew Kevin Anderson, Corina Bizim, Mark Humphrey, Sangeeta Wylie
in TV: 20/11/2025 - Rai Premium - Ore 21.20


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