Nel catalogo Hallmark, ogni inverno arriva con una promessa: amore, seconde possibilità e scenari innevati che sembrano usciti da una cartolina come nel film Amore nel castello di ghiaccio, su Rai Premium la sera del 18 novembre. Il tv movie, però, sceglie una location diversa dal solito cottage di montagna: un hotel interamente costruito con ghiaccio e neve. Un ambiente che incanta, ma anche che isola, che cristallizza emozioni e relazioni.


Lo spazio è usato per raccontare una storia di riscoperta, non solo sentimentale ma anche personale. Tra matrimoni, escursioni, pupazzi di neve e silenzi pieni di significato, Amore nel castello di ghiaccio mette al centro una donna che ha smesso di aspettarsi qualcosa dalla vita e che finisce per trovare molto più di quanto immaginasse.

Emilie Ullerup, Kevin McGarry
Amore nel castello di ghiaccio (2019) Emilie Ullerup, Kevin McGarry

Il set‐up degli sci e delle speranze

Il film di Rai Premium Amore nel castello di ghiaccio inizia con Jenny, editor di libri per bambini ma con la voglia latente di scrivere la propria favola, che accetta di partecipare al matrimonio della sorella Meg in un hotel di ghiaccio, ubicato in un ambiente che sembra uscito da un sogno invernale.


Qui Jenny sperava di osservare da spettatrice, ma la presenza del testimone Craig, vedovo con una figlia che la sorella vuole farle conoscere, complica le carte: al suo arrivo, Craig ha però una “plus one”, Lana, che rimette tutto in discussione.


Fra battute leggere, scorci ghiacciati, e slittini che scivolano, Jenny comincia non solo a occuparsi del matrimonio della sorella ma ad osservare il proprio desiderio personale: non più editor dietro le quinte, ma protagonista di qualcosa. In parallelo, emerge un conflitto interiore: lasciare andare le paure, le aspettative, e affidarsi a un possibile amore che nasce in un castello di ghiaccio.


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I volti dietro le maschere

Jenny porta con sé un carico emotivo silenzioso: vive nella tensione fra il desiderio di controllo (sul lavoro, sulla vita) e il bisogno di lasciarsi sorprendere. Il suo arrivo all’hotel ghiacciato è l’occasione per mettere in scena un cambiamento non tanto romantico quanto esistenziale. In Jenny si mescolano la voglia di scrivere la propria storia e il timore di non farcela.


Craig è l’uomo che ha già conosciuto il dolore: vedovo, padre, protettivo. Il suo ruolo nel film di Rai Premium Amore nel castello di ghiaccio è duplice: da un lato potenziale interesse romantico per Jenny, dall’altro ancoraggio verso una stabilità emotiva per la figlia Sara. Il suo conflitto interiore si manifesta nell’obbligo morale verso Lana, che ha assistito lui e la figlia dopo la perdita della moglie.


Meg, la sorella sposa‑destinazione‑wedding, funge da motore narrativo: è lei a spingere Jenny in questo mondo incantato, definendo la cornice e dando tono alla favola. Il suo ruolo è meno complesso ma essenziale: è tramite Meg che Jenny viene catapultata fuori dal suo quotidiano.


Lana appare inizialmente come ostacolo romantico: la “plus one” che complica il possibile avvicinamento fra Jenny e Craig. Ma anche lei ha una leggerezza emotiva che si scioglie: non è un antagonista monolitico, bensì parte della dinamica che costringe i personaggi a scegliere davvero.


La figlia di Craig, Sara, è “ponte”: la bambina che desidera una nuova mamma, che attribuisce a Jenny speranza, e che spinge Craig (e Jenny) a guardare oltre l’apparenza. Il suo ruolo è quello di far emergere ciò che davvero conta: non l’ambientazione da fiaba, ma i legami.

Emilie Ullerup, Kevin McGarry
Amore nel castello di ghiaccio (2019) Emilie Ullerup, Kevin McGarry

Temi in un paesaggio di ghiaccio e luce

L’ambientazione dell’hotel di ghiaccio nel film di Rai Premium Amore nel castello di ghiaccio non è mera scenografia: è simbolica. Il ghiaccio rappresenta la bellezza, la fragilità, la possibilità di brillare ma anche la possibilità di sciogliersi. Jenny entra in un mondo “perfetto”, fatto di sculture e passatempi invernali, che la costringe a chiedersi: quale parte della mia vita è ancora “ghiacciata”? Chi sono io se non cerco più di controllare tutto? E cosa significa “essere protagonisti” della propria storia?


Un altro tema è il confronto fra responsabilità e libertà. Craig vive con responsabilità verso la figlia e verso la memoria della moglie. Jenny è spinta dal desiderio di libertà creativa. La tensione fra questi due poli genera il dramma (leggero) romantico. Ma il tv movie suggerisce che la scelta non è fra uno o l’altro, bensì nel trovare un equilibrio.


C’è poi il paradigma della meraviglia: l’hotel, le sculture, la neve, lo slittino, il paesaggio innevato. Tutto invita a “sentire” piuttosto che “guardare”. Il film afferma che meravigliarsi non è atto infantile, ma atto di apertura. Jenny, inizialmente diffidente, comincia a partecipare alle attività con spontaneità, e in questo percorso scopre che la magia può essere vera o, meglio, che può essere scelta.


Infine, il tema della seconda opportunità: sia per l’amore, sia per la creatività. Jenny ottiene una “materia prima” per il suo libro, un ambiente che ispira una storia di ghiaccio e luce; Craig ottiene l’occasione di guardare avanti, oltre il lutto. La storia suggerisce che non tutte le favole sono perfette ma possono essere vere.

Il finale spiegato

Nella parte conclusiva del film di Rai Premium Amore nel castello di ghiaccio avviene ciò che, nel contesto Hallmark, è quasi inevitabile: la chiarificazione delle relazioni, la scelta emotiva, il superamento del conflitto. Jenny scopre che l’hotel, con le sue sculture e attività, non è solo vacanza ma evento costruito e questo rispecchia la sua paura di trovarsi ancora in una recita invece che nella vita vera. Il momento della verità arriva quando Lana comprende di non poter competere con la verità che c’è fra Jenny e Craig, e decide di andarsene, liberando temporaneamente Craig.


Da quel momento, Craig ammette la sua attrazione verso Jenny, e la figlia Sara (che aveva espresso desiderio di una “nuova mamma”) gioca un ruolo decisivo: Jenny, accettando il ruolo non di “ospite” ma di persona che può entrare in un nucleo, accetta se stessa. Il matrimonio della sorella si svolge nella cappella di ghiaccio, simbolo che persino gli angoli più freddi possono risplendere.


Alla fine, Jenny non solo accetta l’amore con Craig, ma accetta che le storie che racconta (come l’hotel di ghiaccio) possono essere vere per lei. Il castello di ghiaccio non resta solo scenografia: diventa metafora di vita trasformata.

Un invito a scioglierci

Il film di Rai Premium Amore nel castello di ghiaccio non reinventa il genere romantico‑invernale, ma utilizza la cornice gelida per renderlo più di un semplice motivo per fare “ah, che bello in montagna”.

Ci ricorda che anche le strutture più perfette – un hotel fatto di ghiaccio, un matrimonio da sogno – sono solo scenari: ciò che conta è la volontà di mettere il cuore in queste storie. In Jenny troviamo chi decide finalmente di uscire dall’ombra; in Craig chi decide di tornare a rischiare dopo aver perso; insieme mostrano che non basta il paesaggio per essere felici: occorre che qualcuno voglia viverci davvero.


E così: sì, le sculture di ghiaccio brillano, lo slittino scivola, i fiocchi di neve cadono. Ma quello che resta è la scelta di scaldarsi l’un l’altro.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina Amore nel castello di ghiaccio

Amore nel castello di ghiaccio

Sentimentale - USA, Canada 2019 - durata 83’

Titolo originale: Winter Castle

Regia: Marita Grabiak

Con Emilie Ullerup, Kevin McGarry, Meghan Heffern, Habree Larratt, Melanie Mullen, Justine Eyre

in TV: 18/11/2025 - Rai Premium - Ore 21.20