Una slitta per due, proposto da Tv8 il 13 novembre, è un film Hallmark che, almeno sulla carta, rientra nella scia dei classici romantici natalizi. Ma dietro i paesaggi innevati, i cani da slitta e le luci del nord, c’è qualcosa di più: una storia di riscatto familiare, di sfida personale, di fiducia guadagnata e di legami che si formano in condizioni estreme.
Ambientato in Finlandia, durante la tradizionale corsa con cani da slitta nota come Joulurauha, il tv movie si muove tra sport e sentimento, evitando in parte gli schemi narrativi più prevedibili del genere.

La linea di partenza
Nel film di Tv8 Una slitta per due, Anya Kivelä (Kim Matula), nata da madre americana e padre finlandese, è cresciuta negli Stati Uniti ma con il cuore legato alla terra del nord e alla leggenda del padre, un tempo campione indiscusso della corsa con i cani da slitta. Il suo unico scivolone in carriera? Una sconfitta proprio nella Joulurauha Race, per mano dell’astuto Monty White (Páll Sigþór Pálsson). Quando entrambi i genitori di Anya muoiono, lei decide di tornare alle origini e affrontare quella stessa corsa, con l’obiettivo di onorare il passato e riscrivere la storia.
Accompagnata dall’amica e partner tecnica Elyse (Nichole Sakura), e dal cugino finlandese Lavi (Benedikt Gröndal), Anya si prepara alla gara con una squadra di cinque cani e molta determinazione. Ma quando Cupid, il suo cane di punta, si infortuna nella fase di qualificazione, tutto sembra perduto. È allora che entra in scena Cole Olson (Beau Mirchoff), giornalista e ex corridore, che propone ad Anya un patto: il suo cane Rue in cambio dell’esclusiva sulla storia.
Costretta a scendere a compromessi con il proprio orgoglio, Anya accetta. Da lì in avanti, la corsa diventa molto più di una semplice gara: è un banco di prova per il coraggio, la lealtà e la capacità di aprirsi all’altro.
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Piste incrociate
Il motore narrativo del film di Tv8 Una slitta per due è Anya. La sua figura regge l’intera storia: decisa, ostinata, carica di una pressione che è insieme esterna (l’eredità familiare) e interna (il bisogno di dimostrare di essere all’altezza). È un personaggio che rifugge la vulnerabilità, almeno all’inizio, e che si scontra duramente con le sue stesse paure: fidarsi, lasciarsi aiutare, fallire.
Cole è il tipico ex atleta con un conto in sospeso con il passato. Ha lasciato lo sport, è diventato giornalista, ma non ha perso lo spirito competitivo né la voglia di raccontare storie vere. Tra lui e Anya nasce subito una tensione fatta di resistenze e dialoghi taglienti, ma il film ha il merito di non affrettare il loro avvicinamento: Cole non forza, ascolta, propone. In un certo senso, è il primo a correre il rischio emotivo.
La coppia secondaria composta da Elyse e Lavi offre un contrappunto comico ma mai superficiale. Elyse è brillante, decisa e dotata di una vena ironica che alleggerisce i momenti più tesi. Lavi, veterinario e costruttore di slitte, è timido ma sincero. La loro relazione cresce sullo sfondo della gara, e contribuisce a creare un microcosmo affettivo in cui il lavoro di squadra diventa cruciale.
Monty parte come caricatura del villain: competitivo, arrogante, disposto a tutto pur di vincere. Ma nel corso della gara, anche lui si rivela capace di sorprendere. Un piccolo gesto di solidarietà sul finale lo strappa alla dimensione del cliché e lo inserisce nel solco del rispetto sportivo, anche tra nemici.

Sotto zero, sopra le righe
La storia di Anya nel film di Tv8 Una slitta per due è costruita intorno alla memoria del padre. Ma il film non si limita a celebrare un’eredità: la mette in discussione. Anya parte per la Finlandia con l’intenzione di finire ciò che suo padre ha iniziato, ma lungo il percorso capisce che non basta ripercorrere le orme di qualcun altro per affermare chi si è. La sua vera vittoria, più che sul traguardo, avviene quando trova la sua voce, il suo passo, il suo modo di condurre la slitta.
Anya ha un blocco verso i giornalisti, frutto dell’amarezza vissuta dal padre dopo la sua sconfitta. Questo atteggiamento di chiusura, però, è un ostacolo più grande della gara stessa. Cole, con il suo approccio sincero, rappresenta la possibilità di un dialogo reale, senza filtri. Il fatto che Anya debba affidarsi a lui (e al suo cane) diventa una metafora potente: lasciarsi aiutare non è debolezza, ma lucidità.
Il film gioca bene con la tensione sportiva. La gara non è solo sfondo scenografico, ma fonte di conflitto reale, anche fisico: condizioni estreme, incidenti, manovre sleali. Eppure, il climax non arriva con una vittoria schiacciante, ma con un atto di generosità: Anya salva Monty, e lui poi la aiuta. In un genere spesso dominato da rivalità semplificate, Una slitta per due racconta una competizione dove l’etica ha un ruolo centrale.
Ultima curva
Una slitta per due riesce a superare i limiti del classico film natalizio romantico inserendo al centro una protagonista carica di motivazioni personali, un contesto sportivo credibile e un gruppo di personaggi che, pur restando entro certi confini, si muovono con una loro dignità narrativa. Il cuore batte forte non solo per la storia d’amore, ma per il bisogno urgente e umano di trasformare il passato in qualcosa che ci spinga in avanti, invece di tenerci fermi.
Nonostante qualche scena digitalmente discutibile e un paio di svolte prevedibili, il tv movie colpisce per la sua capacità di raccontare la determinazione femminile senza trasformarla in eroismo vuoto, e per aver costruito un mondo narrativo in cui il romanticismo è una possibilità, non una necessità. Come in ogni buona corsa, ciò che conta non è solo tagliare il traguardo, ma il modo in cui ci si arriva. E Anya Kivelä, in questo, non ha rivali.
Filmografia
Una slitta per due
Avventura - USA, Islanda 2024 - durata 84’
Titolo originale: The Finnish Line
Regia: Dustin Rikert
Con Kim Matula, Beau Mirchoff, Nichole Sakura, Benedikt Gröndal, Páll Sigþór Pálsson, Hinrik Ólafsson
in TV: 13/11/2025 - TV8 - Ore 15.30


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