Cosa succede quando il futuro sembra assicurato, ma qualcosa dentro di te, silenzioso e feroce, ti dice il contrario è al centro di Last Swim, film disponibile dal 15 novembre in esclusiva su RaiPlay. Debutto alla regia di Sasha Nathwani presentato alla 74ma Berlinale, racconta una singola giornata, quella dei risultati degli A-level, attraverso gli occhi di Ziba, una ragazza brillante e segnata da una diagnosi mai dichiarata ma chiaramente terminale. Non è una commedia adolescenziale, anche se parte con i toni di una scampagnata fra amici. Non è nemmeno un dramma medico, anche se la malattia è il motore nascosto di tutto. È una storia di vita. Di una vita in bilico.

La ragazza che sapeva tutto, tranne come andare avanti
Ziba Soofi è tutto ciò che una società occidentale chiede a una ragazza figlia di immigrati: è colta, disciplinata, educata, brillante. In un’intervista di ammissione alla UCL, spiega cos’è la costante di Hubble, dimostrando non solo intelligenza ma anche una comprensione profonda del concetto di espansione. Un concetto che, nel film, diventa metafora: l’universo si espande, la vita si trasforma ma non sempre come vorremmo.
Ziba ha appena ricevuto i risultati degli esami: quattro A, il biglietto d’ingresso a un futuro promettente. Ma festeggia con un pianto in bagno. La sua diagnosi – che il film di RaiPlay Last Swim tiene volutamente implicita – ridimensiona tutto: sogni, ambizioni, tempo. E così decide di celebrare quella che potrebbe essere la sua ultima estate con un giorno perfetto, meticolosamente pianificato. Una giornata che diventa un tentativo disperato di sentire di nuovo il controllo sulla propria esistenza.
Gli amici come specchi
Attorno a Ziba nel film di RaiPlay Last Swim si muove un gruppo di amici che, nella leggerezza della loro inconsapevolezza, la aiutano a restare ancorata a qualcosa di vero. Tara è la più intuitiva, forse la sola a percepire le crepe nell’apparente entusiasmo di Ziba. Non ha le sue doti scolastiche, ma ha un’intelligenza emotiva che le permette di restare in ascolto. Shea, il più irriverente, si scopre il più sentimentale: dietro la maschera da stoner c’è un ragazzo che soffre, capace di empatia sincera. Merf è l’elemento comico, quello che tiene alto il ritmo, ma anche lui si ritaglia momenti di tenerezza.
Poi c’è Malcolm. Non previsto nell’itinerario, inizialmente vissuto da Ziba come un intruso, si rivela il personaggio chiave del film. Anche lui porta con sé un fallimento (il sogno spezzato di diventare calciatore) e proprio questa frattura lo avvicina a Ziba. Fra i due si sviluppa un’intimità che non ha bisogno di grandi dichiarazioni, ma si alimenta di sguardi, piccoli gesti, silenzi condivisi. Insieme, affrontano la paura del futuro, ognuno a suo modo.

La malattia come assenza, non come protagonista
Uno degli aspetti più potenti del film di RaiPlay Last Swim è la scelta di non nominare mai la malattia. Non ci sono medici, né ospedali, né dialoghi espliciti. È una presenza-assenza che plasma tutto, e che Ziba tiene nascosta fino a quando non può più farlo. La sua è una ribellione contenuta: non urla, non implode. Fa quello che può, cercando conforto nel controllo (l’itinerario dettagliato), nella bellezza (il cielo, le stelle), nel piacere momentaneo (fumare, bere, vivere come se non ci fosse un domani – perché potrebbe non esserci).
L’estate più lunga e il giorno più breve
La struttura narrativa del film di RaiPlay Last Swim è semplice: un giorno, un itinerario, quattro amici e una città da attraversare. Ma dentro quella semplicità si nasconde una densità emotiva sorprendente. Ziba non sta solo attraversando Londra, sta attraversando una linea invisibile tra adolescenza e maturità, tra futuro e fine. Nathwani, insieme alla co-sceneggiatrice Helen Simmons, costruisce un racconto che non ha bisogno di spiegare troppo. Si affida a dialoghi naturali, montaggi emotivi, dettagli visivi. La regia, pur nella sua delicatezza, è sempre consapevole: sa quando stare vicino al volto di Ziba, e quando lasciare spazio al paesaggio per amplificare la solitudine o la meraviglia.

Tra stelle, culture e sogni: un’identità multiforme
C’è anche un discorso, mai didascalico, sull’identità culturale. Ziba è figlia di immigrati, vive tra due mondi. Nathwani (lui stesso anglo-iraniano) evita stereotipi e costruisce un rapporto madre-figlia dolce, affettuoso, reale. La madre di Ziba non è rigida, né distante: è presente, amorevole, in silenziosa attesa che la figlia si apra. È una rappresentazione significativa, che rifiuta l’immagine dell’immigrant parent inflessibile e severo.
In parallelo, anche la città (Londra) diventa uno spazio sospeso: familiare ma svuotato, reale ma quasi onirico. Alcuni critici hanno notato l’assenza di comparse, di traffico, di “vita urbana vera”. Ma questo svuotamento funziona quasi come scelta stilistica: come se Londra esistesse solo per Ziba e i suoi amici, come se il tempo si fosse fermato per lasciarle vivere quest’ultima, fragile normalità.
Più che un addio
Nel finale, Last Swim fa una scelta sobria ma potente. L’immagine ricorrente del “blue marble”, la celebre foto della Terra dallo spazio, acquisisce un nuovo significato: da simbolo di qualcosa di irraggiungibile diventa, per Ziba, un faro di possibilità. L’astrofisica, all’inizio del film, era solo un’ambizione; alla fine, è un modo per guardare il mondo, anche quando il mondo ti ha voltato le spalle. Non si tratta di ottimismo ingenuo, ma di una forma di resistenza: credere ancora nella bellezza, anche quando tutto sembra perduto.
Last Swim è un film che vive nelle sfumature. Non reinventa il coming-of-age, ma lo rende personale, intimo, urgente. È un’opera prima che mostra una sensibilità rara: verso i personaggi, verso il dolore, verso la giovinezza che non sa ancora se potrà diventare vecchiaia. Sasha Nathwani firma un esordio che non ha bisogno di gridare per farsi sentire. E Deba Hekmat dà volto e voce a una generazione sospesa, brillante e ferita. In un giorno solo, racconta tutto: chi siamo, chi vogliamo diventare, e cosa siamo disposti a fare quando capiamo che il tempo potrebbe finire.
Filmografia
Last Swim
Drammatico - Regno Unito 2024 - durata 100’
Titolo originale: Last Swim
Regia: Sasha Nathwani
Con Lydia Fleming, Narges Rashidi, Jay Lycurgo, Solly McLeod, Deba Hekmat, Denzel Baidoo


Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta