Nel film L’incubo di Lila, il thriller proposto da Tv8 il 12 novembre, il mondo della scrittura diventa un campo minato psicologico, dove l’identità e la creatività si fondono fino a perdere ogni confine. Diretto con il passo inquietante dei film che esplorano il fanatismo e la manipolazione mentale, il tv movie racconta la storia di Lila DeMarco, autrice di successo, e di Mary, una giovane donna che entra nella sua vita come assistente personale ma che in realtà nasconde un’ossessione patologica per la scrittrice.

Quello che inizia come un rapporto di lavoro si trasforma progressivamente in un gioco di controllo, inganno e violenza, fino a sfociare in un delirio di sostituzione d’identità.

Samora Smallwood
L'incubo di Lila (2021) Samora Smallwood

Dietro la penna

Il film di Tv8 L’incubo di Lila prende avvio durante la presentazione pubblica del bestseller Driven to Kill, quando Lila, acclamata dai fan, incontra Mary, un’ammiratrice entusiasta che poco dopo si candida come sua assistente. Assunta quasi per caso, Mary dimostra subito un comportamento invadente: registra messaggi vocali durante il giro della casa, fruga tra gli oggetti personali e cerca di insinuarsi nella vita della sua datrice di lavoro.


Col passare del tempo, il suo atteggiamento si fa sempre più ambiguo. In nome della “protezione” di Lila, Mary prende il controllo delle sue e-mail, dei social network e perfino delle relazioni personali, arrivando a eliminare ogni possibile minaccia esterna. Dietro l’immagine premurosa di un’assistente efficiente si cela però un disegno più oscuro: Mary vuole diventare Lila.


Quando Lila inizia a scrivere un nuovo libro autobiografico, Mary (che nel frattempo ha già assunto la sua voce e il suo stile) reagisce con rabbia, arrivando a bruciarla con una tazza di tè bollente e a sabotare le sue amicizie. Il piano culmina nel momento in cui Mary, ormai fuori controllo, uccide due uomini legati a entrambe e imprigiona Lila nella sua stessa casa, costringendola a dubitare della propria sanità mentale. Il climax arriva con lo scontro finale, in cui l’intervento dell’ex assistente Isabelle salva Lila da una morte certa e mette fine al dominio di Mary.


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Specchi deformanti

Lila DeMarco è la tipica figura dell’autrice di successo prigioniera del proprio immaginario. Il suo talento, che le ha dato fama e riconoscimento, è anche la fonte della sua vulnerabilità: la casa in cui scrive, simbolo della sua indipendenza creativa, diventa progressivamente una prigione fisica e mentale.


Mary, al contrario, incarna la deriva dell’ammirazione verso l’ossessione. Dietro l’aspetto ordinario di una fan si nasconde una personalità scissa, costruita su una menzogna. Non solo vuole avvicinarsi all’artista che idolatra: desidera sostituirla, assumerne il ruolo, vivere la sua vita. È il doppio oscuro di Lila, il suo riflesso distorto. Quando prende in mano la tastiera e “continua” il libro della scrittrice, Mary completa il processo di appropriazione: la creazione artistica diventa un atto di dominio.


Accanto a loro nel film di Tv8 L’incubo di Lila si muovono figure minori ma significative: Rand, il compagno di Lila, vittima collaterale della follia di Mary; Eric, che tenta invano di avvertire la scrittrice; Isabelle, l’unica che riesce a rompere il cerchio di manipolazione. Ciascuno rappresenta un frammento della realtà da cui Lila è progressivamente isolata.

Samora Smallwood, Paula Brancati
L'incubo di Lila (2021) Samora Smallwood, Paula Brancati

La pagina bianca e la mente

Il film di Tv8 L’incubo di Lila ruota attorno a due nuclei tematici principali: l’identità e il controllo.
L’identità non è un’entità stabile ma qualcosa che può essere rubato, manipolato, riscritto. Mary agisce come un editor della vita di Lila, cancellando le parti indesiderate e riscrivendo la narrazione a suo piacimento. L’autrice diventa così personaggio del proprio incubo narrativo, intrappolata nel suo stesso processo creativo.


Il controllo, invece, attraversa tutta la relazione tra le due donne. Mary usa il linguaggio della cura (“mi prendo cura di te”, “ti proteggo”) come strumento di dominio, mentre Lila perde progressivamente ogni punto di riferimento, fino a non distinguere più tra realtà e paranoia. È un meccanismo che richiama, in forma aggiornata, la dinamica tra scrittore e fan resa celebre da Misery non deve morire: ma qui il fuoco è sul potere della scrittura come atto di appropriazione dell’altro.


Infine, il film suggerisce una riflessione meta-narrativa: Mary imita Lila non solo nella vita, ma nella scrittura. Scrivere diventa un gesto violento, una forma di annientamento dell’altro, come se la pagina potesse sostituire la realtà stessa.

Il finale spiegato

Nel confronto finale del film di Tv8 L’incubo di Lila, Mary rivela il proprio passato (il vero nome, Stephanie) e ammette gli omicidi. Lila è legata a una sedia, costretta ad assistere mentre la sua aguzzina cerca di finire il suo libro al suo posto. Ma l’intervento tempestivo di Isabelle ribalta la situazione: le due donne lottano, e Mary precipita dalle scale, chiudendo simbolicamente la spirale di follia che aveva costruito.


Lila, salva ma profondamente segnata, promette di non scrivere mai più di Zadie, la protagonista dei suoi romanzi. È una decisione che va oltre il trauma: significa interrompere la catena di identificazione, smettere di dare vita a un doppio fittizio che, come Mary, può tornare a perseguitarla. La scrittrice riconquista la propria identità solo rinunciando al potere che l’ha generata.

Tra realtà, finzione e ossessione

L’incubo di Lila è una riflessione sulla fragilità del confine tra autore e personaggio, tra vita e finzione. In un’epoca in cui l’identità pubblica è costruita anche attraverso i social, il film mostra come l’immagine dell’artista possa essere manipolata, clonata, riscritta da chi la osserva troppo da vicino.


La casa di Lila, spazio domestico e creativo, diventa il teatro di una guerra invisibile tra due menti: una che crea e una che imita. Alla fine, non c’è trionfo, ma solo sopravvivenza. La scrittrice esce viva ma privata della sua voce. come se la penna, una volta simbolo di libertà, fosse diventata la chiave dell’incubo stesso.


In L’incubo di Lila, la paura non nasce da ciò che accade fuori, ma da ciò che può nascere dentro: dal momento in cui il personaggio che abbiamo inventato decide di prendere il nostro posto.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina L'incubo di Lila

L'incubo di Lila

Drammatico - Canada 2021 - durata 87’

Titolo originale: Death She Wrote

Regia: Sharon Lewis

Con Samora Smallwood, Paula Brancati, Emmanuel Kabongo, Michelle Rambharose, Kaleb Alexander, Rachael Crawford

in TV: 12/11/2025 - TV8 - Ore 13.45