Nel cuore del quartiere Zen, a Palermo, dove ogni giorno si combatte una battaglia silenziosa contro il degrado, nasce il film Un destino migliore, l’opera prima del regista Gaetano Di Lorenzo su Tv2000 la sera del 31 ottobre. Non è una favola, non è una denuncia. È un film che racconta, senza sconti e senza retorica, quanto possa essere faticoso cambiare rotta, ma anche quanto sia necessario provarci. Perché sì, crescere in certi contesti non è una colpa. Ma rimanerci, quando si ha una via d’uscita, può diventarlo.
Prodotto da Francesco Paolo Montini per Movie Factory Roma con il supporto della Sicilia Film Commission, il film arriva al pubblico con una storia di resistenza quotidiana, girata anche tra le aule dell’Ateneo di Palermo e la mensa Santi Romano dell’ERSU, come a dire che l’istruzione, qui, è più che un tema: è un’arma.

Quando la scuola non è solo un edificio
Luisa, interpretata nel film Un destino migliore da Stefania Blandeburgo, è un’insegnante che ha scelto di esserci, di restare, nonostante i rischi, la solitudine e l’inerzia che spesso accompagna il lavoro in certe periferie. La sua vocazione non è teorica, è concreta: si manifesta nel momento in cui decide di aiutare Giovanni Catalano (Matteo Aluia), un ex alunno ai domiciliari, figlio di un uomo condannato per omicidio.
Giovanni ha abbandonato la scuola, ma non del tutto la possibilità di tornare indietro. Luisa lo capisce. E insiste. Contro tutto e tutti, anche contro Giovanni stesso, che rifiuta l’aiuto e si rifugia in amicizie pericolose, abitudini tossiche, logiche apprese troppo presto.
La narrazione si muove in bilico: tra la determinazione ostinata di Luisa e il caos interiore di Giovanni. L’arco del racconto è un percorso a ostacoli, fatto di ripetizioni serali, silenzi rabbiosi, paure mal celate e improvvisi gesti di apertura. Il tutto in un contesto, lo Zen, dove la redenzione non è mai semplice, e ancor meno scontata.
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Luisa: chi resta quando gli altri se ne vanno
Luisa è un personaggio scritto con rispetto e messo in scena con forza. Non è una salvatrice, ma una donna sola che non si arrende. È fragile, eppure incrollabile. Contro la famiglia che la vorrebbe al sicuro al Nord, contro i colleghi che le consigliano prudenza, contro chi le dice che “non si aiuta chi non vuole essere aiutato”, lei resta. Non per eroismo, ma perché è il suo mestiere. Ed è un mestiere che ha scelto di fare davvero.
Nel personaggio di Luisa si concentra il cuore del film di Tv2000 Un destino migliore: il suo modo di educare è fisico, personale, fatto di vicinanza reale. Ed è proprio in questa ostinazione che si misura il senso più profondo della sua missione. Stefania Blandeburgo riesce a rendere tutto questo palpabile, con una prova attoriale misurata, mai retorica, sempre aderente alla materia viva della storia.

Giovanni: cresciuto in gabbia con la chiave in tasca
Giovanni, interpretato da Matteo Aluia, è un ragazzo che ha imparato troppo presto a difendersi. Ha assorbito la legge del più forte, l’ha fatta propria. Ma sotto l’atteggiamento scontroso e il disprezzo ostentato per l’autorità, si intuisce un desiderio di cambiamento. La figura del padre, Pietro Catalano (Michele Celeste), è un’ombra ingombrante: anche da detenuto, continua a esercitare il suo ascendente, ricordando a Giovanni che “farsi rispettare” conta più di tutto. Ma proprio questo rispetto lo tiene prigioniero di un mondo da cui, in fondo, vuole uscire.
Il suo conflitto è autentico: Giovanni non è un ribelle romantico, è un ragazzo che non sa più cosa credere. L’incontro con Luisa apre una crepa. E da quella crepa entra un’ipotesi diversa: quella di meritarsi un futuro. È una battaglia interna, dove il nemico non è solo il contesto esterno, ma l’idea stessa di fallire agli occhi del padre.
Famiglie spezzate, legami che reggono
Accanto a Luisa e Giovanni, nel film di Tv2000 Un destino migliore si muove un microcosmo di personaggi che completano il quadro senza mai appesantirlo. Enza (Giuditta Perriera), la madre di Giovanni (Giuditta Perriera), è una figura dignitosa, che ha cercato di crescere i figli da sola, lontano dagli affari sporchi del marito. Sua figlia Rosa (Lia Ceravolo), invece, è la dolcezza che cerca di proteggere il fratello, pur sbagliando.
Sul fronte di Luisa, troviamo Patrizia (Miriam Fricano), la figlia che da Milano la implora di mollare tutto, e Emma (Giulia Fragiglio), la nipote che, pur giovane, diventa sua alleata silenziosa. L’avvocato dei Catalano, interpretato dal compianto Maurizio Bologna, è l’unico personaggio esterno che prende a cuore la missione di Luisa, riconoscendone il valore umano. In questo sistema fragile, nessuno è davvero salvo, ma tutti sono messi di fronte a una scelta.

Lo Zen come condizione, non solo luogo
La Palermo del film di Tv2000 Un destino migliore non è una cartolina: è una ferita aperta. Lo Zen è insieme cornice e metafora: un luogo dove il tempo si è fermato, ma anche una trappola mentale. Le scene ambientate nella scuola, nella mensa, per le strade, sono dense di un realismo che non cerca pietà ma consapevolezza.
L’ambientazione è viva, mai decorativa. Rende visibile il conflitto: da un lato chi vuole restare, dall’altro chi tenta la fuga. E, nel mezzo, chi decide di restare per cambiare le cose da dentro, come Luisa.
Studiare per non morire dentro
Il tema centrale del film di Tv2000 Un destino migliore è chiaro: l’istruzione come via d’uscita. Ma non viene trattata come slogan, bensì come lavoro, come pazienza, come fatica quotidiana. Il regista Gaetano Di Lorenzo costruisce il suo primo lungometraggio come un atto politico in senso alto, scegliendo di raccontare la possibilità di cambiare senza indulgere in miracoli o lieti finali forzati.
Nel mondo del film, cambiare è una scelta dolorosa. E studiare è il primo passo per compierla. Ma serve qualcuno che ci creda. Che insista. Che ti faccia vedere un orizzonte possibile. “Un destino migliore” è proprio questo: il racconto di chi ti tende una mano, quando tutto intorno ti dice che non ne vale la pena.
La possibilità di una scelta
Un destino migliore è una storia che non promette soluzioni facili. Non fa l’elogio dell’eroismo, ma della coerenza. È un film che non grida, ma resta addosso. Perché parla di un’Italia marginale, dimenticata, ma ancora viva. E ci ricorda che, a volte, basta una persona che ci crede davvero per cambiare un’esistenza. O almeno per provare a farlo.
Nel cinema di oggi, così spesso piegato al cinismo o all’estetica, l’opera prima di Gaetano Di Lorenzo sceglie la sostanza. E centra il bersaglio. Non perché racconta una storia edificante, ma perché la racconta per quella che è: dura, necessaria, reale. E proprio per questo, importante.
Un destino migliore non è un dono: è una possibilità. Sta a ciascuno di noi decidere se raccoglierla.
Filmografia
Un destino migliore
Drammatico - Italia 2023 - durata 73’
Regia: Gaetano Di Lorenzo
Con Stefania Blandeburgo, Matteo Aluia, Anna Attademo, Maurizio Bologna, Giuseppe Cancemi, Lia Ceravolo
in TV: 31/10/2025 - Tv 2000 - Ore 21.10
in streaming: su Prime Video Amazon Video Chili


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