Nel panorama dei film Hallmark, Il vigneto dell’amore in onda su Rai Premium la sera del 20 ottobre si presenta con tutti gli ingredienti del formato consolidato: una protagonista ambiziosa, un ritorno alle origini, un nuovo incontro che mette in discussione tutto, e un paesaggio mozzafiato che fa da sfondo al percorso personale.
Diretto da David Weaver e ambientato nelle colline idilliache della Napa Valley, il tv movie tenta di intrecciare amore, famiglia e aspirazioni professionali in un unico racconto. Ma tra vigneti, sogni da sommelier e amori inaciditi, la fermentazione non sempre riesce.

L’uva della determinazione
Jenna Savern, interpretata nel film di Rai Premium Il vigneto dell’amore da Laura Osnes, è un’aspirante Master Sommelier, una delle certificazioni più difficili e selettive del mondo enologico. Dopo ripetuti tentativi falliti all’esame, Jenna decide di trascorrere due settimane nel vigneto di famiglia per studiare in tranquillità e, nel frattempo, partecipare all’anniversario dei genitori. Lì incontra Marcelo Castillo (Juan Pablo Di Pace), il nuovo enologo assunto per apportare un approccio più naturale e sostenibile alla produzione vinicola.
Mentre Jenna si immerge nello studio e nella routine del vigneto, la sua visione del vino e della vita comincia a cambiare. Marcelo la sfida a guardare oltre l’aspetto tecnico del vino, proponendo un approccio più umano e connesso alla terra.
Nel frattempo, la relazione con il suo compagno Aidan – freddo, distante, ma soprattutto incapace di sostenerla davvero – inizia a mostrare crepe evidenti. La svolta arriva quando Jenna si rende conto che il suo sogno non può compiersi a scapito della sua felicità e autenticità. Il ritorno a casa si rivela quindi un ritorno a se stessa.
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Tra due mondi
Jenna è costruita come un personaggio ambizioso, ma non necessariamente multilivello. Il film di Rai Premium Il vigneto dell’amore la dipinge come una donna concentrata sul suo obiettivo al punto da risultare quasi monodimensionale: tutto ruota attorno all’esame da sommelier. I tentativi di umanizzarla attraverso flashback familiari o la relazione con la terra non sempre funzionano. Il suo arco di trasformazione c’è, ma è più suggerito che vissuto.
Marcelo è il contrappeso: legato alla natura, alla semplicità, alla filosofia del vino come esperienza di vita. È l’unico personaggio a portare un vero senso di comunità e profondità, anche se il suo sviluppo è frenato dalla mancanza di una vera chimica con la protagonista. Il loro rapporto, potenzialmente interessante per la differenza di visione, resta in superficie.
Aidan (Matthew James Dowden), il fidanzato di Jenna, è quasi un antagonista passivo: non ostacola apertamente, ma rappresenta tutto ciò che frena Jenna. La loro relazione è descritta come transazionale, priva di calore o autenticità, al punto che la sua funzione narrativa sembra essere solo quella di mettere in risalto quanto Marcelo sia invece “giusto”.
I genitori di Jenna – figure secondarie ma significative – incarnano l’amore autentico e l’attaccamento alla terra, fungendo da specchio per la protagonista, ma anche loro restano ai margini.

Sotto il tappo
Uno dei temi centrali del film di Rai Premium Il vigneto dell’amore è il confronto tra ambizione personale e autenticità emotiva. Jenna vuole affermarsi in un mondo altamente competitivo, dominato dagli uomini e dalla tecnica, ma è costretta a chiedersi se la sua corsa verso il successo non le stia facendo perdere il contatto con sé stessa. Il vino, in questo senso, diventa metafora: è tecnica, sì, ma anche passione, memoria, tempo, natura.
Il tv movie tenta anche di parlare di sostegno nelle relazioni: cosa significa davvero avere al fianco qualcuno che crede in te? La risposta non viene data in modo netto, ma emerge implicitamente nella contrapposizione tra Marcelo e Aidan.
C’è poi un altro tema meno sviluppato ma comunque presente: il ritorno alle radici. Tornare al vigneto di famiglia diventa per Jenna una riscoperta, non solo della sua infanzia, ma anche di valori che aveva messo da parte. Tuttavia, il film non riesce sempre a rendere questo legame emotivo in modo convincente: la casa d’infanzia sembra più un hotel che un luogo di appartenenza, e i momenti che dovrebbero evocare nostalgia sembrano forzati.
Infine, sullo sfondo si intravede una riflessione sul rispetto per la terra e sulle pratiche naturali di produzione del vino, incarnata dalla filosofia di Marcelo. Ma anche qui, il discorso si ferma al livello della suggestione.
Un brindisi a metà
Il vigneto dell’amore si muove tra buone intenzioni e realizzazioni parziali. Ha un setting affascinante, personaggi con potenziale e un tema forte – il conflitto tra realizzazione personale e relazioni autentiche – ma non riesce a trasformare questi elementi in un racconto pienamente coinvolgente. L’emozione, che dovrebbe essere il cuore pulsante di ogni storia d’amore, resta sotto traccia. Si intuisce, ma non si sente.
Il titolo si inserisce perfettamente nel catalogo Hallmark: rassicurante, prevedibile, visivamente curato. Ma chi cerca un’esperienza narrativa più profonda o memorabile resterà probabilmente a secco. Alla fine, più che alzare il calice per celebrare, si rischia di farlo per terminare la visione.
Filmografia
Il vigneto dell'amore
Sentimentale - Canada, USA 2021 - durata 84’
Titolo originale: Raise a Glass to Love
Regia: David Weaver
Con Laura Osnes, Juan Pablo Di Pace, Matthew James Dowden, Eric Keenleyside, Lini Evans, Amanda Wong
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