Nel cuore della Germania divisa, all’ombra della nascente Berlino Est, prende forma Un sogno per te, un film che, in onda su Rai 5 la sera del 20 ottobre, non cerca tanto di raccontare la storia con la “S” maiuscola, quanto di usarla come sfondo per un altro tipo di racconto: quello dell’amore impossibile, della nostalgia cinematografica e della forza dell’immaginazione.


Diretto da Martin Schreier, con un impianto visivo che oscilla tra ricostruzione storica e artificio dichiarato, il lungometraggio è ambientato nei leggendari studi DEFA di Babelsberg, in un’estate che cambierà tutto: quella del 1961, quando la costruzione del Muro di Berlino interrompe sogni, carriere, e amori. Ma non la voglia di provarci lo stesso.

Dennis Mojen
Un sogno per te (2019) Dennis Mojen

Emil e Milou: l’amore ai tempi del filo spinato

Il cuore pulsante del film di Rai 5 Un sogno per te è Emil Hellwerk (Dennis Mojen), giovane appena congedato dall’esercito nazionale della DDR, disorientato, spaesato, e subito immerso nel caos coreografato degli studi cinematografici grazie al fratello Alex (Ken Duken).

Emil non ha particolari ambizioni artistiche, né velleità da star. La sua traiettoria cambia solo quando incontra Milou (Emilia Schüle), danzatrice francese e controfigura dell’attrice protagonista in un film in lavorazione. Il loro incontro è un lampo: un invito a cena, una promessa sospesa, una scintilla. Ma la mattina dopo è il 13 agosto 1961, giorno in cui si iniziano a sigillare i confini tra Est e Ovest. Milou, alloggiata in un hotel di Berlino Ovest, non potrà più tornare agli studi in DDR. Da qui, il melodramma prende il sopravvento.


Emil, spinto dalla disperazione e da un amore che nemmeno lui capisce fino in fondo, escogita un piano folle: fingere la produzione di un nuovo film (nientemeno che una versione monumentale di Cleopatra) per costringere il ritorno del cast francese, e con esso, di Milou. Un inganno sentimentale, uno stratagemma logistico, e un atto di fede: l’amore, qui, diventa regia.


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Dietro le quinte di una rivoluzione personale

Il film di Rai 5 Un sogno per te non è solo una love story ostacolata dalla Storia. È anche il racconto del percorso di Emil, da comparsa confusa a regista improvvisato. Più che di crescita, si parla di trasformazione: Emil non impara un mestiere, ma impara a credere nei sogni, a inventarsi uno spazio dove tutto sia possibile, anche rivedere Milou, anche sfidare un regime e anche scrivere un copione che diventa realtà.


Intorno a lui, una galleria di figure secondarie dà ritmo e corpo alla narrazione: il fratello concreto, il burbero direttore dello studio (Heiner Lauterbach), il divismo grottesco dei protagonisti del “vero” film in lavorazione, e gli improbabili complici dietro le quinte che si lasciano trascinare dall’entusiasmo.


Il contrasto tra l’ingenuità visionaria di Emil e la razionalità disillusa di Milou regge il film sul piano emotivo, con una tensione che resta sottile ma persistente: lei crede solo a ciò che vede, lui cerca di costruire un mondo dove lei possa finalmente vedere ciò che lui prova.

Dennis Mojen, Emilia Schüle
Un sogno per te (2019) Dennis Mojen, Emilia Schüle

La Storia come set, non come protagonista

Pur ambientato nel pieno di uno snodo cruciale della Guerra Fredda, il film di Rai 5 Un sogno per te non vuole essere un lungometraggio storico. Il Muro c’è, ma fa da sfondo. I meccanismi della censura e del controllo statale si intravedono, ma restano sullo sfondo di una favola cinematografica. È una scelta precisa: Schreier usa la Storia come cornice, non come materia. La divisione della Germania non è analizzata, ma subita; non è spiegata, ma vissuta come ostacolo all’amore e all’immaginazione.


In questo, il film è più vicino alla commedia romantica che al dramma politico, e punta tutto sulla metafora: Babelsberg come luogo dove tutto è possibile, anche sfidare i limiti imposti dalla realtà. Così il cinema diventa rifugio, farsa, atto di resistenza e ponte tra mondi.

Un set che è tutto, tranne che neutro

Lo Studio Babelsberg è quasi un personaggio a sé. Non solo per la sua storia, che attraversa il cinema tedesco dalle origini espressioniste a oggi, ma per il modo in cui viene usato: come spazio di caos creativo, di illusioni che diventano verità temporanee. Il film di Rai 5 Un sogno per te lo ritrae nel 1961, in un momento di transizione poco noto al grande pubblico, prima della grande parabola discendente della DEFA e del successivo rilancio post-riunificazione.


Qui, in mezzo a fondali che rappresentano Roma, il deserto egiziano o un cabaret anni Trenta, la cronologia non esiste. Tutto accade in contemporanea: Cleopatra e nazisti, trame d’amore e controlli di frontiera. Il tempo si mescola, perché il cinema, secondo questa visione, ha un solo tempo: quello del sogno.

Emilia Schüle
Un sogno per te (2019) Emilia Schüle

Quando la finzione non è una fuga, ma una scelta

Uno dei temi più interessanti del film di Rai 5 Un sogno per te è il rapporto tra realtà e finzione. Un sogno per te non nasconde mai il suo essere costruito, esagerato, artificiale. Ne fa anzi un tratto distintivo. A ogni svolta narrativa c’è un pizzico di consapevole assurdità: il piano di Emil è improbabile, i personaggi sono a tratti caricaturali, la messa in scena barocca. Ma è proprio in questa esagerazione che si gioca la partita: la finzione non è una maschera, è un gesto.


Emil sceglie la menzogna del film dentro il film per dire una verità: che l’amore, per essere vissuto, a volte ha bisogno di travestirsi. E che il cinema non è evasione, ma possibilità. È questo che rende Un sogno per te un’opera più sfumata di quanto possa sembrare: né parodia né dramma puro, ma un ibrido consapevole che flirta con entrambi i registri senza sposarne pienamente nessuno.

Il sogno come disobbedienza dolce

Un sogno per te è una dichiarazione d’amore. Al cinema, certo, ma anche alla possibilità di credere in qualcosa contro ogni logica. Non è un’opera che approfondisce il contesto politico, né un racconto realistico della divisione tedesca. È una fiaba postmoderna, dove i sentimenti sfidano i confini, e l’ingenuità diventa uno strumento di resistenza.


Più che spiegare, il film seduce. Più che analizzare, invita a lasciarsi andare. È nella sua sfacciata costruzione, nel suo artificio esplicito, che trova la sua forza: ricordarci che sognare, anche in un’epoca di muri, divieti e frontiere, è già un atto rivoluzionario. E a Babelsberg, si sa, i sogni hanno sempre trovato la loro casa.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina Un sogno per te

Un sogno per te

Drammatico - Germania 2019 - durata 125’

Titolo originale: Traumfabrik

Regia: Martin Schreier

Con Ken Duken, Emilia Schüle, Nikolai Kinski, Dennis Mojen, Anatole Taubman, Svenja Jung

in TV: 20/10/2025 - Rai 5 - Ore 21.20

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