La nuova versione del film La mano sulla culla, firmata dalla regista messicana Michelle Garza Cervera e disponibile dal 19 novembre su Disney+, riprende l’ossatura del cult del 1992, ma la ricostruisce con una lente radicalmente diversa.
Lungi dall’essere un remake nostalgico, il film è un’opera autonoma, che prende il thriller psicologico come punto di partenza per scavare nelle fratture emotive di due donne, due storie, due fantasmi che si scontrano nello spazio domestico. Il risultato è un’opera che riflette sulle maschere sociali, sul trauma e sulla maternità come campo di battaglia.

Una casa, due donne, un’ombra
Nel film La mano sulla culla, Caitlin Morales (Mary Elizabeth Winstead) è un’avvocata immobiliare di successo. Vive a Los Angeles con il marito Miguel (Raul Castillo), architetto, e due figlie piccole. Dopo la nascita della seconda bambina, la coppia assume una giovane donna apparentemente fragile ma affabile, Polly Murphy (Maika Monroe), come tata. Polly entra in punta di piedi nella vita familiare, ma con una rapidità inquietante diventa parte integrante della quotidianità. Fin troppo.
La superficie ordinata della casa dei Morales inizia lentamente a incrinarsi. Caitlin si sente osservata, manipolata, destabilizzata. Più Polly si insinua nelle dinamiche familiari, più il confine tra accoglienza e invasione diventa sottile. Ma la tensione non nasce dalla sola paura. Nasce dalla memoria.
Il punto di svolta non è un evento improvviso ma un accumulo silenzioso: lo sguardo troppo attento, la battuta ambigua, il gesto fuori posto. Da quel momento, il film si trasforma in una partita a scacchi tra due donne che si conoscono più di quanto vogliano ammettere. Una partita giocata sull’orlo del crollo nervoso, e della vendetta.
Polly: la vendetta come cura sbagliata
Polly non è un’estranea. È una figura che riemerge da un passato traumatico, segnato da lutti, abusi e un dolore mai metabolizzato. La sua missione è ambigua: cerca giustizia o cerca distruzione? Si presenta come vittima, ma agisce da carnefice. Eppure, il film non la riduce a un cliché.
La sua evoluzione nel film La mano sulla culla è graduale. Parte dalla vulnerabilità e arriva alla manipolazione. Ma resta sempre leggibile nella sua umanità ferita. Polly non è il male assoluto: è il risultato di ciò che non è stato ascoltato, curato, riconosciuto. La sua pericolosità nasce dalla disperazione che si traveste da determinazione.

Caitlin: la madre che vacilla
Caitlin incarna l’archetipo della donna che ha tutto sotto controllo: lavoro, famiglia, immagine pubblica. Ma la perfezione è una facciata. Dietro c’è una donna segnata da esperienze traumatiche, da un passato rimosso, da un presente che la consuma. Polly non fa altro che riaprire ferite mai suturate.
Il suo arco narrativo è quello di una discesa: dal controllo alla perdita di sé. Eppure, non si tratta di una vittima passiva. È una donna che impara – troppo tardi – a riconoscere i segnali, a rivendicare il proprio ruolo, a difendere ciò che ama. Ma il prezzo è alto, e la salvezza non è garantita.
Miguel: il perno che traballa
Miguel Morales è il marito ideale, almeno all’apparenza. Presente, premuroso, razionale. Ma la sua incapacità di leggere le crepe nella moglie – o di fidarsi del suo istinto – lo rende parte del problema. Anche lui viene manipolato da Polly, ma in modo più sottile: attraverso la normalità, la fiducia, la routine.
Il suo personaggio riflette un tema centrale del film La mano sulla culla: l’invisibilità del disagio mentale. Non è cattivo né pavido, ma è cieco dove dovrebbe vedere. E il suo ritardo nell’agire contribuisce all’escalation.
Emma e Josie: le figlie come campo di battaglia
Emma (Mileiah Vega), la figlia maggiore, è la prima ad accorgersi che qualcosa non va. Il rapporto con Polly è ambivalente: da complice a vittima, da specchio a bersaglio. Emma diventa il vero ago della bilancia, incarnando la fragilità dell’infanzia esposta a tensioni adulte. La sorellina Josie (Lola Contreras), ancora in fasce, è il catalizzatore del panico: bastano pochi gesti – un pianto, una pappa sbagliata – a far esplodere l’ansia materna.

Il trauma non resta fuori dalla porta
Il nucleo tematico del film La mano sulla culla è il trauma. Non come evento spettacolare, ma come fiume carsico che riaffiora nei momenti di maggiore vulnerabilità. Caitlin e Polly condividono un passato oscuro, ma l’hanno elaborato in modi opposti: una ha costruito una vita di controllo, l’altra ha covato vendetta.
Il lungometraggio non cerca colpevoli semplici. Mostra come il dolore rimosso diventi un virus che infetta relazioni, scelte, identità. La casa, simbolo di sicurezza, diventa il teatro della minaccia. E la maternità, da rifugio, diventa trincea.
Il dubbio come stile
Michelle Garza Cervera firma una regia che si muove tra il realismo e l’inquietudine, usando il suono come arma invisibile e l’ambiguità come motore narrativo. Lo spettatore non ha mai certezze. Chi dice la verità? Chi sta impazzendo? Chi sta mentendo a sé stessa? Ogni scena mette in crisi lo sguardo e chiede partecipazione attiva.
La scelta di non mostrare il passato in flashback, ma di suggerirlo attraverso tensioni, sguardi, omissioni, rafforza l’effetto disturbante. Non è la paura a fare da guida, ma il sospetto. E il sospetto, lo sappiamo, è contagioso.
Il film La mano sulla culla versione 2025 non si limita a riscrivere un classico. Lo rilegge con occhi nuovi, mettendo al centro due donne, due dolori, e un sistema che insegna a sopravvivere, non a guarire. Non c’è un finale catartico, non c’è un sollievo pieno. C’è solo una domanda che resta: quanto pesa davvero il passato quando entra in casa nostra?
Garza e Bloomberg costruiscono un thriller che è anche una riflessione sulle aspettative sociali, sul ruolo della donna, e sulla sottile linea che separa l’accudire dal controllare, il proteggere dal possedere. E lo fanno con una precisione chirurgica, senza facili moralismi.
Un film da cui non si esce puliti. Né spettatori, né personaggi.
Filmografia
La mano sulla culla
Horror - USA 2025 - durata 0’
Titolo originale: The Hand That Rocks the Cradle
Regia: Michelle Garza Cervera
Con Maika Monroe, Mary Elizabeth Winstead, Raúl Castillo, Riki Lindhome, Martin Starr, Shannon Cochran
La mano sulla culla
Thriller - USA 1992 - durata 113’
Titolo originale: The Hand that Rocks the Cradle
Regia: Curtis Hanson
Con Annabella Sciorra, Rebecca De Mornay, Matt McCoy, Ernie Hudson, Julianne Moore, Madeleine Zima
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